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Starge di Duisburg: summit a Reggio

 

Strage di Duisburg, summit a Reggio tra le polizie italiana, tedesca e olandese. Il 29 si decide l’estradizione di Strangio

23 apr 09 "Una stretta collaborazione che porterà a risultati positivi". Così il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha sintetizzato i risultati dell'incontro di oggi con inquirenti ed investigatori tedeschi ed olandesi per fare il punto delle indagini sulla strage di Duisburg. Una riunione che è servita per verificare lo stato della procedura di estradizione di Giovanni Strangio, arrestato il 13 marzo scorso ad Amsterdam dove si trovava insieme alla moglie, Caterina Strangio. Proprio nel corso dell'incontro si è appreso che il 29 aprile nella capitale olandese si terrà l'udienza per l'estradizione di Strangio. Il nodo da sciogliere, in particolare, è se Strangio debba essere estradato in Italia o in Germania. Anche l'autorità giudiziaria tedesca, infatti, come quella italiana, ha chiesto di potere processare Strangio per la strage del Ferragosto 2007. "Da parte nostra - ha detto il procuratore Pignatone, che ha partecipato alla riunione insieme al procuratore aggiunto, Nicola Gratteri - abbiamo rinnovato i più vivi ringraziamenti e le felicitazioni per la cattura di Strangio. Abbiamo discusso di tutti i problemi riguardanti le indagini in corso e le procedure giudiziarie, tracciando le linee guida per collaborazioni future. Abbiamo lavorato per superare ostacoli burocratici per rendere efficace e più veloce il nostro lavoro". Il questore, Carmelo Casabona, ha sottolineato positivamente "il clima di intesa e di piena collaborazione, con i colleghi di Olanda e Germania, pur nel rispetto dei diversi ordinamenti. E' un risultato fortemente positivo che ci consentirà di procede speditamente sul piano delle indagini". Nei confronti di Strangio, intanto, la Dda di Reggio Calabria ha emesso l'avviso di conclusione indagini indicandolo come l'unico responsabile della strage. L'inchiesta è chiusa, comunque, soltanto per quanto riguarda le presunte responsabilità di Strangio, ma prosegue per accertare il ruolo avuto nella strage da almeno un'altra persona non ancora identificata. Giovanni Strangio, oggi, in un'intervista al Tg2, è stato difeso dalla moglie. "Mio marito - ha detto Caterina Strangio - non è il mostro di cui tutti parlano. Anzi, è un ragazzo ed un padre d'oro. Una persona così non può aver fatto una cosa così orrenda. La polizia cerca un colpevole perché gli fa comodo e incolpa mio marito solo per il cognome che porta".

Il 29 udienza in Olanda per estradizione Strangio. Si terra' il 29 aprile ad Amsterdam l'udienza per l'estradizione di Giovanni Strangio, accusato di essere stato l'organizzatore e uno degli esecutori della strage di Duisburg del Ferragosto 2007. Lo ha reso noto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, parlando con i giornalisti a conclusione della riunione che i magistrati della Dda ed i poliziotti reggini hanno avuto con gli investigatori olandesi e tedeschi. Nel corso della riunione è stato fatto il punto sulle indagini sulla strage, rinsaldando la collaborazione, in particolare, tra magistrati italiani e tedeschi. "Abbiamo discusso - ha detto Pignatone - di tutti i problemi riguardanti le indagini in corso e le procedure giudiziarie, tracciando le linee guida per collaborazioni future. Un percorso che porterà a risultati positivi. Abbiamo lavorato per superare gli ostacoli burocratici e rendere efficace e più veloce il nostro lavoro"

Moglie di Strangio “Mio marito non è un mostro”. "Giovanni non è il mostro di cui tutti parlano. E' un ragazzo d'oro, un padre d'oro. Non ha mai fatto male a nessuno, anzi ha sempre aiutato chi ne aveva bisogno. Una persona così non può aver fatto una cosa così orrenda". Caterina Strangio, che ha lo stesso cognome del marito, parla così del presunto stratega e killer della strage di Duisburg, in un'intervista esclusiva rilasciata al Tg2, in onda nelle edizioni di oggi delle 18.30 e delle 20.30. "La polizia - dice la moglie di Giovanni Strangio a Riccardo Giacoia della Rai - cerca un colpevole perché gli fa comodo e incolpa mio marito solo per il cognome che porta". Caterina Strangio, nell'intervista, ricorda il momento della cattura, dopo un anno e mezzo di fuga, avvenuta ad Amsterdam il 13 marzo scorso. "Ero con lui - afferma - e con nostro figlio di due anni. E' stato un incubo. Mio figlio era terrorizzato e piangeva stringendomi forte". Caterina Strangio parla anche della sua vita insieme al latitante che aveva raggiunto, dalla Calabria, da circa sei mesi. "Passavamo molto tempo - dice - chiusi in casa, a parlare, a giocare col bambino. Lui mi tranquillizzava spesso, ma io avevo molta paura e sapevo che un giorno qualcuno sarebbe arrivato per arrestarlo. Mi aspetto un processo giusto perché mio marito con quella strage non c'entra nulla e contro di lui non ci sono prove. Ho fiducia nell'operato dei giudici. Perché Giovanni è innocente e loro se ne accorgeranno" .

 

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