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Uomo ucciso da un auto scoperto dopo 4 giorni
Cadavere investito da un auto scoperto ad Isca dopo quattro giorni 14 apr 09 E' stato investito da un'auto pirata venerdì scorso, ma il suo cadavere è stato trovato soltanto stamattina dai carabinieri. E' la singolare vicenda accaduta ad Isca sullo Jonio, lungo la fascia jonica catanzarese. La persona investita è Antonio Feudale, di 42 anni, di Isca sullo Jonio (Catanzaro), che viveva con la madre, inferma di mente. Per quattro giorni l'investitore, 24 anni, di cui non è stato reso noto il nome, si è tenuto dentro il suo segreto, non rivelando a nessuno quanto gli era accaduto venerdì mentre percorreva la statale 106 jonica per rientrare a Badolato, dove risiede. Il giovane ha investito in pieno Feudale e, secondo i carabinieri, si è reso conto di quanto era accaduto, ma ha deciso di non fermarsi ed è rientrato a casa. Soltanto stamattina il giovane ha deciso di portare la vettura da un carrozziere a Badolato per fare riparare i danni. Sarebbe stato lo stesso carrozziere, dopo avergli rivolto alcune domande a convincerlo ad andare dai carabinieri per rivelare quanto era accaduto. Il giovane si è presentato ai militari di Badolato ai quali, però, in un primo tempo, avrebbe fatto dichiarazioni generiche riferendo che venerdì aveva urtato contro qualcosa, forse un animale, ha detto, con la sua auto. L'avvio delle indagini da parte dei militari della Compagnia di Soverato ha portato, a distanza di qualche ora, al ritrovamento del cadavere di Feudale in un canneto vicino alla sede stradale, ad alcune decine di metri dal punto dell'impatto con l'auto condotta dal 'pirata'. I carabinieri, a quel punto, sono riusciti ad ottenere qualche ammissione dall'investitore ed hanno inviato un'informativa di reato alla Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizzando, a carico del giovane, i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso. I militari sono riusciti anche a svelare il mistero del perché, in questi quattro giorni, nessuna avesse segnalato la scomparsa di Feudale. L'uomo, scapolo ed orfano di padre, viveva con l'anziana madre, che è inferma di mente. La donna, a causa delle sue condizioni psichiche, non si è resa conto della prolungata assenza del figlio e non ha informato nessuno. L'investitore nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto dal pm Francesco De Tommasi, avrebbe ammesso le sue responsabilità. Il magistrato non ha però ritenuto di adottare alcun provvedimento di fermo nei suoi confronti come chiesto dai carabinieri, che non avevano potuto procedere all'arresto del giovane a causa della trascorsa flagranza. .
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