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La Banche calabresi favoriscono l'usura
De Masi prosegue nella sua denuncia, "Le banche calabresi fanno cartello e favoriscono l'usura" 01 apr 09 "In Calabria esiste un cartello bancario finalizzato all'illecito arricchimento ai danni di imprese e cittadini attraverso l'applicazione di interessi usurai e la distorsione del libero mercato". E' quanto denuncia l'imprenditore Domenico De Masi, di Rizziconi (Reggio Calabria) all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, al Comitato interministeriale per credito e risparmio, a Consob e Banca d'Italia. De Masi, dalla cui denuncia è scaturito un processo su una presunta usura compiuta ai suoi danni da alcuni istituti di credito, parla di "appropriazione indebita di ingenti soldi pubblici, destinati ad una regione ad obiettivo 1, in ritardo di sviluppo e l'impoverimento di un territorio già in grandissime difficoltà. In relazione a tali comportamenti, e anche da quanto emerso dalla sentenza del Tribunale di Palmi, gli istituti di credito hanno riportato, nei loro bilanci, ricavi frutto di attività illecite". In Calabria, sostiene De Masi, "vi è la totale assenza dal mercato delle banche internazionali, e quindi di un sistema competitivo e concorrenziale. La Calabria è diventata per il sistema bancario nazionale l'Eldorado dei ricavi, un territorio ideale dove vi è il monopolio in cui si può fare quel che si vuole". Belcastro (Mpa) “Illecito arricchimento delle banche”. "Condivido la circostanziata denuncia dell'imprenditore calabrese Antonio De Masi, contro lo strapotere di alcune banche che, in Calabria, facendo cartello, hanno perseguito illecito arricchimento, arrivando ad applicare interessi usurari, mettendo in serie difficoltà le imprese in un momento in cui la crisi mostra il suo lato più duro e impoverendo un territorio già in grandissima difficoltà". E' quanto sostiene, in una nota, il parlamentare del Movimento per l'Autonomia, Elio Belcastro. "La denuncia di De Masi, in particolare - afferma Belcastro - rileva che i grandi gruppi bancari del nord, come Antoveneta, Bnl, Montepaschi, Credem, hanno operato trovando un accordo di mercato che, come ha denunciato l'Autorità Garante, è stato privo di libera concorrenza e che come conseguenza ha portato quasi tutte le aziende operanti in Calabria ad essere vittima di usura bancaria, con l'applicazione di tassi pesanti che hanno aumentato considerevolmente l'indebitamento delle aziende, privandole della liquidità necessaria all'uso quotidiano per le attività di impresa". Secondo Belcastro, "questo comportamento delle banche, oltre ad essere riprovevole dal punto di vista etico, proprio in un momento in cui nel mondo si affida al credito una funzione sociale, è ingiustificabile, perché pone le aziende del Mezzogiorno al di fuori dal mercato, aumentando il gap economico con il resto del Paese o, peggio, spingendole nelle fauci della criminalità organizzata, per cu gli imprenditori, stretti da interessi legali pesanti, usura e crisi economica, non hanno possibilità di sopravvivere". L'esponente politico dell'Mpa ha annunciato che avvierà una iniziativa che "coinvolgendo le associazioni delle imprese, dell'agricoltura, del commercio e comunque del mondo produttivo insieme a quelle forze politiche della Calabria che volessero partecipare, attivi il Governo e gli organi preposti alla vigilanza delle banche, affinché un fenomeno odioso come la cosiddetta 'usura bancaria' possa cessare" .
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