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25 aprile, festa della liberazione
Un 25 aprile segnato dal dolore dell’Abruzzo. Iniziative in Calabria 24 apr 09 Sessantaquattro anni dopo, l'Italia celebra ancora una volta la festa della Liberazione, quel 25 aprile del 1945 che segnò la fine dell'occupazione nazista. Una festa segnata quest'anno dalla tragedia del terremoto che il 6 aprile scorso ha sconvolto l'Abruzzo, provocando quasi trecento morti. Ed è proprio per questo che si svolgerà ad Onna - il paese simbolo del sisma, con 40 morti su 250 abitanti - una delle celebrazioni più significative alla presenza sia del premier Berlusconi sia dei leader dell'opposizione Franceschini e Casini. Ecco nel dettaglio le principali manifestazioni. Pino Gentile “Il 25 aprile deve appartenere a tutti gli italiani”. "Ci riconosciamo nelle parole del Capo dello Stato: il 25 aprile celebra la vittoria della Resistenza contro l'occupazione nazista e deve appartenere a tutti gli italiani, senza più odio". Lo ha detto Pino Gentile, candidato del Pdl alla presidenza della Provincia di Cosenza. "Come disse bene il presidente Violante - aggiunge Gentile- meritano il rispetto anche quei tanti giovani che, sbagliando, aderirono a Salò: erano dalla parte sbagliata, ma la gran parte di loro era in buonafede e pensava di combattere ancora per la patria Il rispetto per la loro morte, però, non deve far dimenticare che la parte giusta era quella composta dai partigiani. La Resistenza al nazismo è un valore fondante e solo grazie al sacrificio sincero e leale di tanti partigiani ed all'aiuto degli alleati americani, l'Italia poté riconquistare la libertà Successivamente in alcuni triangoli rossi, come ha evidenziato Gianpaolo Pansa recentemente, molti soprusi ed omicidi furono compiuti da chi, certamente, non amava la libertà". "Ma l'Italia - conclude Gentile - è nata dalla resistenza a cui tutti guardiamo con rispetto e senso di appartenenza. Così come siamo grati a quelle forze democristiane e socialdemocratiche che impedirono la vittoria del fronte comunista subito dopo le elezioni" Oliverio “A Ferramonti, un simbolo per tutta l'Italia”: Il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio sarà domani, festa della Liberazione, a Ferramonti di Tarsia dove avrà luogo la manifestazione "Il 25 Aprile a Ferramonti-L'impegno della memoria". Il Presidente della Provincia sarà nell'ex campo di concentramento fascista per partecipare alle manifestazioni organizzate dalla Fondazione Museo Internazionale della Memoria Ferramonti di Tarsia, nel corso delle quali sarà tra l'altro deposta una corona al monumento dedicato agli ex internati. "Rimane a Ferramonti, in questo luogo che è un simbolo per l'Italia tutta - ha affermato Oliverio - il senso della storia, quella che non deve essere mai dimenticata o accantonata. Il 25 aprile del 1945 ricorda per sempre che l'antifascismo, il significato più profondo della lotta e del sacrificio di uomini e donne compiuto per la libertà e la democrazia, non possono essere temporanea bandiera sotto la quale raccogliersi senza coscienza profonda, ma patrimonio sul quale costruire ogni giorno il presente". "Sentiamo di concordare pienamente con il Capo dello Stato - ha concluso Oliverio - quando dice che il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione, con la sua eredità morale e spirituale. Anche la nostra terra ha dato un contributo importante ad affermare i valori sui quali è fondata la nostra Repubblica, valori che oggi devono essere difesi, partecipati quanto più possibile ai nostri giovani. Ed in questo senso Ferramonti è insegnamento vivo, attuale, al quale guardare in una memoria che deve farsi monito e direzione di condotta per tutti". Sindaco Speranza “Festa di unità e civiltà”. "Il 25 aprile é la festa della nascita di una maggiore libertà delle persone, soprattutto dei più deboli e indifesi che nella storia non avevano mai avuto diritti". E' quanto afferma, in un comunicato, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. "Questa - aggiunge - è una festa di unità e di civiltà per Lamezia e per tutto il Paese. La conquista del diritto di libertà, libertà di esprimersi, di pensare, di lavorare, di vivere in una nazione unita e senza mafie, al Nord come al Sud, non deve essere svenduta". L'amministrazione di Lamezia Terme ha organizzato per domani una commemorazione. Dopo un breve corteo al quale parteciperanno le cariche civili, militari e religiose della città, che partirà alle 11.30 da piazza Ardito, verranno deposte corone di fiori al monumento ai caduti di corso Numistrano, nonché alle lapidi dei coniugi Aversa, poco distanti, e a quelle dei netturbini Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, uccisi dalla 'ndrangheta. Calabriainarmi ricorda i caduti. L'Associazione culturale Calabria in armi, in occasione dell'anniversario della liberazione, intende ricordare "quanti sono caduti per restituire all'Italia democrazia e libertà", sottolineando, al contempo, il ruolo svolto dai calabresi. "La guerra di liberazione 1943-1945, che si è combattuta prevalentemente nelle regioni del nord Italia - è scritto in una nota - il contributo dei nostri corregionali è poco conosciuto. La disponibilità di nuove fonti documentarie, che la pubblicistica di questi anni ha messo in grande risalto, consente di avviare un grande progetto per ridisegnare la diffusione delle idee politiche in Calabria, la formazione dei gruppi dirigenti e dei militanti, il ruolo che essi ebbero nel quadro della storia del Paese negli anni del regime fascista e delle lotte che seguirono per l' affermarsi della democrazia". "Durante la Resistenza, caratterizzata dalla presenza di formazioni partigiane con tendenze politicamente diversificate - prosegue la nota - molti militari calabresi che dopo l'otto settembre 1943 si trovavano a centinaia di chilometri di distanza dalle proprie case, sia per l'impossibilità di poter ritornare in sede che per combattere contro l'ex alleato germanico, iniziarono ad alimentare le fila della resistenza in vari ruoli. Prova ne sono, ad esempio, le tre Medaglie d'Oro al Valor Militare alla memoria: Aldo Barbaro, Vinicio Cortese e Saverio Papandrea; tutti e tre ufficiali del Regio esercito italiano che, dopo l'armistizio, si aggregarono a formazioni partigiane nelle quali combatterono fino ad immolare le loro giovani vite". "Il ruolo che ebbero nella guerra di liberazione e nella resistenza gli ex militari delle varie armi - prosegue Calabria in armi - è un po' sottovalutato e poco approfondito. In occasione della 'Giornata della Memoria' del 2008 Calabriainarmi ha documentato come 13 militari di Catanzaro morirono nei campi di concentramento in Germania, avendo subito la deportazione da parte dell'esercito tedesco. Ma il fenomeno è ben più diffuso e riguarda tanti comuni della nostra Regione e meriterebbe di essere ripreso e reso noto alle comunità". Calabria in armi sottolinea poi come "furono anche molti i militari sbandati rientrati nelle proprie case, mentre nel Regno del sud si ricostituiva l'esercito italiano, sotto la denominazione di primo Raggruppamento motorizzato, che iniziò a risalire la penisola al fianco delle truppe anglo-americane combattendo con onore. Significativo al riguardo è il ruolo del prof. Federico Tallarico di Catanzaro, da noi conosciuto e intervistato che, con il nome di battaglia di Frico, all'indomani dell'otto settembre, da sottotenente del 91/mo reggimento di fanteria, si rifugiò in montagna arrivando a comandare una brigata autonoma (e quindi senza connotazione politica) molto combattiva nella zona delle Prealpi torinesi e più precisamente in Val Sangone". "Il nostro impegno nel recupero delle nostre storie, che si inseriscono in quella italiana - conclude la nota - offre questo modesto contributo, certamente incompleto, in occasione della giornata del 25 Aprile con l' auspicio che oltre alle manifestazioni ufficiali le nostre istituzioni diventino protagoniste di nuovi impegni per offrire alle comunità radici ben più consistenti e ricche di spunti" .
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