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Il leghismo avanza

 

Acquaformosa, comune deleghizzato, fa paura al ministro Zaia

05 ago 09 "No al Carroccio". Da oggi Acquaformosa, comune di origini arberesh della provincia di Cosenza, è un comune "deleghistizzato". Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando un provvedimento presentato dal sindaco della cittadina albanese, Giovanni Manoccio, che ha lanciato l'idea di una "battaglia di civiltà" contro il pensiero della Lega Nord, dicendosi al contempo disponibile ad avviare le procedure per un gemellaggio con un Comune del nord retto dalla Lega "per avvicinare le culture dei popoli". "I rappresentanti della Lega Nord - sostiene Manoccio - offendono e dileggiano il Meridione e i suoi cittadini tenendo comportamenti che ledono la dignità umana, sociale e culturale delle Regioni del Sud che pur nelle difficoltà hanno saputo scrive pagine importanti per la storia dell'intero Paese". "Non ce l'ho con la Lega - dice Mannoccio -. I leghisti, per certi aspetti, e per la loro folkloricità, mi sono anche simpatici, ma con quella cultura che appartiene a certe menti 'illuminate' del nord che guardano la Calabria con disprezzo. Da qui, la mia provocazione che non può e non deve essere intesa come momento di razzismo al contrario. Noi siamo un popolo accogliente, tollerante e di minoranza che quotidianamente si spacca le spalle per tirare avanti. Che ne sanno a Milano? La città meneghina l'ho conosciuta come emigrante per quattro anni. Lassù si sa poco dei nostri problemi quotidiani. Noi siamo un popolo che alleva i propri figli con cura, investendo le nostre migliori energie, li seguiamo nel loro iter scolastico e poi, purtroppo, con grande probabilità, vanno a lavorare al nord arricchendo l'economia di quelle regioni". "Noi - ha concluso - siamo disposti ad avviare le procedure per un gemellaggio. Chi verrà potrà soggiornare a nostre spese. Li accompagneremo nei nostri luoghi facendoli vivere a stretto contatto con la nostra gente. Si renderanno conto che la Calabria è storia, cultura, ricchezza d'animo e disponibilità"

Preoccupato il Ministro della Lega Zaia. "Nel dettare questo comunicato mi spiace dover dare visibilità ad un amministratore della Repubblica italiana la cui mente si è tanto smarrita da fargli perdere la bussola del rapporto istituzionale, politico e sociale, che regolamenta il nostro Paese. E' talmente perso nei suoi deliri da suscitare nelle menti più avvedute fantasmi fin troppo importanti per lui". Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, commenta la decisione del Sindaco di Acquaformosa che ha dichiarato il suo comune "deleghistizzato". "Viene invece solo da sorridere - ha aggiunto - nel constatare che un Sindaco, e lo dico da amministratore (ed è dal 1983 che lo sono), abbia come principale preoccupazione quella di mettere tabelloni per dire che il suo Comune è 'deleghistizzato', ammesso che ciò voglia dire qualcosa per la stragrande maggioranza degli italiani". "Stupisce - ha sostenuto Zaia - che in momento nel quale molti temi che riguardano il Mezzogiorno d'Italia sono al centro del dibattito politico, un Sindaco senta la necessità di una simile iniziativa propagandistica. Viene il dubbio che in realtà si abbia paura del federalismo e delle idee di fondo della Lega che cominciano a penetrare anche nel sud del Paese". "Come Manzoni andò a sciacquare i panni in Arno per appropriarsi delle parole giuste per scrivere i Promessi Sposi - ha concluso Zaia - forse il nostro dovrebbe venire a risciacquare i propri deliri e i propri fantasmi nel Po. Le sue cognizioni di quello che definisce 'il pensiero leghista' sono raccapriccianti. Lo invito, per questa sua stranita formazione culturale, ad andare oltre i luoghi comuni e a superare quelli che a me appaiono semplicemente dei pregiudizi. Venga in Val Padana, parli con il popolo leghista e si renderà conto di quanto lui abbia bisogno di un bel corso di formazione alla democrazia"

Sgobio “Zaia se la prenda con Bossi”. "Il ministro Zaia si sente 'offeso' dalla decisione del Comune di Acquaformosa che ha dichiarato il suo comune 'deleghizzato'? Zaia farebbe bene a prendersela con Bossi, Calderoli, Bricolo e compagnia". Lo afferma in una nota il responsabile Mezzogiorno del Pdci, Pino Sgobio. "Questi - aggiunge - un giorno sì e l'altro pure, dal federalismo, alle gabbie salariali, al tricolore, pare abbiano perso la bussola politica, sfornando idee, progetti e proposte che minano l'unità d'Italia e hanno il chiaro sapore dell'antimeridionalismo. E' proprio il caso di dirlo: chi è causa del suo mal pianga se stesso"

Loiero “Dalla Lega proposte pericolose”. "Le gabbie salariali sono un falso problema per distogliere l'attenzione sia dalla vera povertà del Sud che dell'incontrollato aumento dei prezzi nelle regioni del centronord, di cui questo Governo porta la responsabilità per ambedue i fattori di peggioramento". Agazio Loiero, presidente della Calabria, boccia la proposta della Lega Nord, riportata in apertura di prima pagina dalla 'Padania', collocandola nella quotidiana politica di propaganda e disinformazione operata da quel partito. "I leghisti - ha affermato Loiero - avanzano proposte pericolose perché possono dividere i lavoratori e perché non tengono conto della realtà macroeconomica del Mezzogiorno, che presenta un deficit sempre più ampio di servizi, infrastrutture e posti di lavoro. Da noi il tasso medio di povertà tocca un quarto della popolazione". "E' un modo surrettizio - prosegue - per scaricare ancora una volta sul Sud anche le proprie colpe, di un partito che dal 2001 ad oggi è quasi sempre stato al governo sia del Paese che di tante realtà regionali e locali. Non hanno saputo controllare l'aumento dei prezzi che al centro-nord sono cresciti proporzionalmente di più, facendo svalutare salari e stipendi. Certamente, come dice Bankitalia, ci sono differenze nel costo della vita ma il potere d'acquisto è stato falcidiato dall'inflazione del dopo-Euro, soprattutto nelle regioni dove la Lega Nord prende i voti perché là i redditi erano più elevati. Non è un caso che circa la metà del divario sul costo della vita Nord-Sud sia dovuto agli affitti: la speculazione finanziaria ed immobiliare che ci ha portato alla crisi economica internazionale ha operato con maggiore forza proprio nelle città più ricche ed a maggiore pressione demografica, cioé quelle del centro-nord". "Insomma, la Lega è un partito che ha precise strategie di politica economica, sociale ed istituzionale, a partire dal federalismo fiscale, ma tutte - ha concluso il presidente della Calabria - emarginano il Mezzogiorno e disgregano l'unità nazionale"

Tripodi “Basta con la politica leghista”. "Basta con questa politica leghista che vuole letteralmente cancellare il Sud dalla cartina geografica italiana". A dirlo è, in una nota, il Segretario del Pdci Calabria e assessore regionale all'urbanistica, Michelangelo Tripodi. L'assessore considera un "ennesimo gravissimo affondo contro il Mezzogiorno", la proposta del ministro Calderoli "di rilanciare l'idea del Carroccio della reintroduzione delle famigerate gabbie salariali, cancellate oltre 40 anni fa con le lotte dei lavoratori". "Dopo la presa in giro dei 4 miliardi dei fondi Fas - continua - sbloccati per la Sicilia per beceri interessi politici e i numerosi scippi perpetrati alla Calabria e alle altre regioni del Sud adesso tocca anche gli stipendi e ai salari. Più soldi nei portafogli dei cittadini del Nord, meno soldi in tasca alle famiglie del Sud". "Siamo veramente al paradosso - aggiunge Tripodi - non si sa più come definire simili trovate da parte dei rappresentanti di un governo, quello targato Pdl e Lega Nord, che sta facendo letteralmente affondare il paese nel baratro, continuando a penalizzare pesantemente il Mezzogiorno. Si vuole allargare talmente il divario sociale tra regioni ricche e regioni povere da far venire i brividi. Si rischia veramente di far retrocedere l'Italia alla stregua di un paese del terzo mondo. Considerando la fame di lavoro, la disoccupazione dilagante, il reddito procapite assolutamente insufficiente che ci sono nel Mezzogiorno sostenere la tesi delle gabbie salariali a favore del Nord è pura follia e rappresenta l'ennesimo atto antimeridionalista. Vale la pena di ricordare al ministro Calderoli che chi ha la fortuna di avere un lavoro in Calabria, così come nelle altre regioni meridionali, paga le tasse come un lavoratore del Nord o del Centro Italia e che fare la spesa in un supermercato o in negozio di Reggio Calabria, ad esempio, dati alla mano, costa più che a Milano considerando il trasporto delle merci e la minor concorrenza". "La verità - prosegue il segretario del Pdci - è che ormai c'é un razzismo latente nella politica del centrodestra nei confronti del Sud e contro tutti coloro che non vogliono abbassare la testa a questa logica perversa. Lo sviluppo del paese non può non passare necessariamente da quello del Mezzogiorno". "Mi domando adesso - conclude Tripodi - come risponderanno a questa ennesimo attacco tutti quei parlamentari calabresi e meridionali complici di un governo sempre più in scacco dei poteri forti e della vena secessionista della Lega Nord".

L'ultima trovata della Lega: le bandiere regionali. "L'articolo 12, comma 1 della Costituzione - si legge nella PdL presentata dalla Lega - riconosce quale simbolo della Repubblica italiana il tricolore. Nei principi fondamentali della Costituzione non è, viceversa, incluso alcun riconoscimento ufficiale dei simboli identitari che contraddistinguono le Regioni". "Tale lacuna - spiegano i senatori della Lega nella loro proposta di legge - si rende, ad oggi, inammissibile, alla luce della sostanziale valorizzazione del ruolo politico ed istituzionale delle Regioni realizzata dalle più recenti riforme costituzionali. L'estensione dell'ambito materiale della competenza normativa regionale ha, infatti, trasformato la Regione in un ente territoriale dotato di una piena autonomia politica, favorendone così in ultima istanza il rapporto diretto con i cittadini". La Lega Nord spiega la proposta di legge come un'evoluzione in qualche misura obbligata alla luce "del ripensamento dell'assetto territoriale dello Stato in ambito interno ed a livello sovranazionale", per cui "é più che mai necessario recuperare i simboli identitari che, contraddistinguendo ciascuna realtà regionale, contribuiscono ad alimentare quel legame dei cittadini con il territorio che è presupposto indispensabile di qualsiasi riforma federale dell'ordinamento". Tutto ciò è inoltre supportato dal riconoscimento istituzionale nelle riforme degli Statuti regionali approvate dal 1999 ad oggi, che, si legge nella proposta della Lega, "nei primi articoli hanno ufficialmente riconosciuto quei simboli che, per tradizione, storia e cultura contribuiscono ad identificare la Regione stessa". In questa prospettiva di intervento, sostengono infine i senatori della Lega Nord, la proposta di legge costituzionale in esame "intende inserire un secondo comma all'art. 12 Cost., finalizzato a riconoscere il rilievo costituzionale dei simboli identitari di ciascuna Regione, individuati nella bandiera e nell'inno"

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