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Bimba morta a Locri, forse peritonite. 4 medici indagati

 

Bimba morta in ospedale a Locri forse per peritonite. La Procura apre un inchiesta. Quattro medici indagati per omicidio. Genitori diperati "Forse poteva salvarsi"

25 ago 09 Quattro medici, tre dell'ospedale di Locri ed uno esterno, sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Sara Varti, la bambina di cinque anni deceduta ieri nell'ospedale di Locri. Il pm della Procura di Locri che coordina l'inchiesta, Rosanna Sgueglia, ha anche disposto l'autopsia che sara' eseguita domattina dal medico legale Aldo Barbaro. L'iscrizione dei medici nel registro degli indagati, secondo quanto si e' appreso in Procura, al momento e' un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare propri periti in vista dell'autopsia. Il magistrato, stamani, ha anche sentito informalmente i nonni della bambina che avevano in affidamento la piccola dopo che i genitori erano dovuti rientrare a Vecchiano (Pisa) dove vivono e lavorano. La bambina e' morta ieri pomeriggio nel reparto di rianimazione dove era stata ricoverata in mattinata dopo che la sera precedente era stata visitata dai medici dell'ospedale e rimandata a casa con il suggerimento di una terapia sintomatica. Durante la notte, secondo i primi accertamenti compiuti dall'Azienda sanitaria che ha istituito un'apposita commissione di verifica, la piccola non ha avuto particolari problemi ma le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate nella tarda mattinata di ieri.

Genitori disperati “Forse poteva salvarsi”. ''Al primario ho chiesto se con il ricovero la domenica sera mia figlia sarebbe viva e lui mi ha risposto: 'probabilmente si'''. A dirlo, ai microfoni della Rai, e' stata Caterina Nicita, la madre di Sara Sarti, la bambina di cinque anni morta ieri nell'ospedale di Locri. ''Ieri mattina - ha detto la donna in lacrime - mi ha telefonato per tranquillizzarmi. 'Non mi fa piu' male la pancia', mi ha detto. E la sera era morta. Quando siamo arrivati in ospedale l'ho trovata distesa su una barella, senza di me''. Anche il padre, Alessandro Sarti, non sa darsi pace e chiede la verita'. ''Il primario - ha riferito - mi ha parlato di un arresto cardio-circolatorio, poi e' uscita un'infezione del sangue ed oggi leggo sui giornali di polmonite. Non so ancora perche' e' morta la mia bambina. Ma di certo questa bambina non ce l'ho piu'''

Morta forse per peritonite. Febbre, vomito e dolori addominali. Sintomi, tutto sommato, banali e frequenti, che pero', oggi pomeriggio, dopo essersi aggravati, hanno provocato la morte di una bambina di cinque anni. La piccola e' morta nell'ospedale di Locri, dov'era stata portata stamattina e ricoverata nel reparto di rianimazione. A condurre la bambina in ospedale i nonni materni con i quali si trovava la piccola. I genitori, infatti, erano in Toscana e stanno facendo rientro in Calabria. Il padre della bambina e' della provincia di Pisa e la bambina era stata affidata ai genitori materni, che risiedono a Casignana, un centro della Locride. Sulla morte della bambina ha avviato un'inchiesta la Procura della Repubblica di Locri. Un'iniziativa assunta d'ufficio prima ancora che i parenti della piccola presentino un esposto alla stessa Procura o alle forze dell'ordine. I carabinieri, a cui sono state affidate le indagini di polizia giudiziaria, hanno sequestrato la cartella clinica della bambina e hanno trattenuto la salma nella camera mortuaria in attesa dell'autopsia, che potrebbe essere effettuata gia' domani. A dare notizia della morte della bambina e' stato il direttore dell'Azienda sanitaria di Locri, Antonio Previte, che in un comunicato ha ricostruito i vari passaggi della vicenda. La stessa Azienda sanitaria ha riferito anche di avere istituito un'apposita Commissione di verifica, che si riunira' d'urgenza domani, martedi'. La bambina e' giunta nel pronto soccorso dell'ospedale di Locri in stato di coma areflessico e con arresto cardiorespiratorio. Nei giorni scorsi la bambina aveva avuto la febbre e, successivamente, vomito e dolori addominali diffusi. Un punto che l'inchiesta della Procura e le verifiche dell'Azienda sanitaria dovranno chiarire riguarda, in particolare, le fasi riguardanti la diagnosi ed il primo trattamento terapeutico cui la bambina era gia' stata sottoposta ieri sera. Alle 22.30, infatti, secondo quanto riferito dalla stessa Azienda sanitaria, la piccola e' giunta nel pronto soccorso, dove il medico di turno ha richiesto la consulenza pediatrica, un sanitario della quale ha visitato la piccola e consigliato una terapia sintomatica da effettuare a domicilio. La bambina, cosi', e' stata riportata a casa. Durante la notte, a detta dell'Azienda sanitaria, la piccola non ha avuto particolari problemi. Ha dormito e si e' svegliata stamattina in apparente benessere, facendo anche colazione. Le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate nella tarda mattinata di oggi, tanto che i nonni l'hanno riportata in ospedale, dove sono intervenuti l'anestesista rianimatore ed il cardiologo. Sono stati avviati tutti gli esami di laboratorio e stumentali al fine d'individuare la causa della patologia, ma la piccola, alle 18 circa, e' deceduta. Nel comunicato si afferma che ''dagli accertamenti effettuati, i sanitari ospedalieri ritengono che la piccola possa avere avuto una polmonite massiva da inalazione di materiale gastrico''. Ma sara' l'inchiesta giudiziaria che dovra' chiarire tutto, facendo luce su eventuali responsabilita' connesse al decesso della piccola. Da ulteriori accertamenti sembra che la bimba sia morta di peritonite. L'autopsia chiarirà ogni dubbio.

Quattro morti in strutture sanitarie ad agosto In Calabria. Intanto, con quella di Sara, sono quattro le morti sospette avvenute in Calabria ad agosto, tre in ospedali pubblici e una in una clinica privata. Il 10, nell'ospedale di Cetraro (Cosenza) è morta una bambina di otto anni ricoverata dopo giorni di persistenti fenomeni di diarrea e vomito curati a casa. Ad Acri, sempre nel Cosentino, il 15 è morto un uomo di 50 anni, Antonio Abbruzzese, ricoverato per un forte dolore ad una gamba. Infine, nella Villa Elisa di Cinquefrondi, nel Reggino, sempre il 15, è morta Chiarina Gambettola, di 44 anni, deceduta dopo avere partorito il quarto figlio. Accanto alla magistratura stanno indagando anche commissioni di inchiesta attivate dalla Regione.

Loiero “fare chiarezza fino in fondo”. Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, ha incontrato il direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Locri Giustino Ranieri e si è informato personalmente degli eventi che hanno portato alla morte della piccola Sara Sarti, di 5 anni, in vacanza a Casignana.”Voglio che i fatti siano accertati al più presto possibile e fino in fondo – ha detto Loiero a Ranieri – perché la perdita di una giovanissima vita è un dramma inaccettabile per la famiglia ma anche per noi che abbiamo responsabilità pubbliche”. “Mi è stato riferito per il momento – ha spiegato Loiero – che la bambina è arrivata domenica sera al pronto soccorso dove è stata tenuta in osservazione. Dopo le analisi di rito e una consulenza pediatrica la quale non ha riscontrato nulla di allarmante la piccola è stata rimandata a casa con terapia adeguata. Dal racconto dei nonni si è appreso poi che la bambina l’indomani mattina era in condizioni di benessere e che una nuova crisi è insorta sul tardi quando, intorno alle 12 si è reso necessario un nuovo ricovero. Ai medici del pronto soccorso le condizioni sono apparse subito gravi. La bimba era in coma, per cui è stata intubata e affidata ai rianimatori. Non c’è stato nulla da fare. Una Tac ha evidenziato che la sfortunata bambina aveva i polmoni invasi da materiali di rigurgito”. “E’ scontato che anche in questo caso bisognerà essere severi e verificare fino in fondo se ci sono state disfunzioni nella catena di assistenza – ha aggiunto Loiero – e mi auguro che l’autopsia faccia chiarezza e presto per la famiglia e per gli stessi medici dell’ospedale che proprio nel reparto di pediatria ha uno dei presidi di assistenza qualificata”. “Comprendo il dolore della famiglia Sarti-Nicita – ha concluso Loiero – alla quale faccio avere la mia solidarietà umana e la mia vicinanza anche istituzionale e assicuro che faremo tutto il possibile per fare luce subito”.

Callipo “Sanità calabrese un lager”. ''E' diventato intollerabile per la coscienza dei calabresi onesti che l'Italia intera nutra ormai il forte sospetto che la sanita' calabrese e' un lager dove chi entra muore o rischia di morire''. Lo ha dichiarato Pippo Callipo, prossimo candidato alla presidenza della Regione Calabria, che aggiunge ''c'e' da esprimere sconcerto per l'ennesimo caso e vergogna per chi quel sospetto sull'intera Calabria lo lascia crescere e consolidare e non fa nulla per risolvere i guasti della sanita' calabrese''. Per Callipo ''che ci sia un vuoto di potere nella sanita' calabrese e' piu' che evidente, dato che la politica regionale non e' da tempo ormai nelle condizioni di assolvere alle proprie responsabilita'''. ''Ma e' divenuto altrettanto intollerabile - aggiunge - vedere che il Governo, anziche' commissariarla, licenziando tutti i livelli politici ed amministrativi apicali, seguita a fare propaganda senza decidere''. L'imprenditore parla di ''gioco sconcertante che assieme Governo e Regione stanno facendo sulla pelle dei pazienti e della Calabria'' e lancia lo slogan ''Fuori la politica dalla sanita'''. ''Il Governo - spiega - mentre supplisce alle inefficienze della Regione Calabria, deve istituire una commissione d'inchiesta composta da esperti e magistrati per individuare le responsabilita' e indicare nomi e cognomi dei colpevoli, sia dei casi di malasanita' che dello sfascio amministrativo e finanziario per la cui rendicontazione e' stata incaricata una societa' che, se e' stata pagata, ha il dovere di riferire ai calabresi ed all'Italia a quanto ammontano i debiti, come sono stati accumulati e da chi e perche'''

Corbelli e Feraudo “Situazione inaccettabile”. Idv e Diritti Civili scendono in campo con una “forte iniziativa congiunta per affrontare e combattere il problema drammatico della malasanità in Calabria che continua purtroppo a far registrare nuove tragedie e altri lutti”. Per domani, mercoledì, Idv e Diritti Civili hanno convocato una conferenza stampa, che si terrà, alle ore 11, nel Salone degli Stemmi della Provincia di Cosenza, per fare un’analisi su quanto sta accadendo, evitando assolutamente strumentalizzazioni politiche e inutili polemiche, per denunciare nuove situazioni di reale pericolo sanitario in Calabria, per illustrare le iniziative più importanti e urgenti da adottare per fronteggiare l’emergenza e le priorità della sanità regionale, alla luce degli ultimi drammatici eventi, ultimo purtroppo la morte di una altra bambina, ieri nell’ospedale di Locri. Alla conferenza parteciperanno per Idv il capogruppo in Consiglio Regionale, Maurizio Feraudo, il capogruppo nel Consiglio provinciale di Cosenza, Mario Caligiuri, il presidente della Commissione provinciale per le Politiche Sociali della Provincia di Cosenza, Michele Fusaro, e il Presidente della Commissione sanità nel Consiglio comunale di Cosenza, Antonio Ciacco. Diritti Civili sarà rappresentata dal presidente Giorgio Serra e dal leader del Movimento, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese. In una nota congiunta Idv e Diritti Civili, parlano di situazione drammatica, di vera e propria emergenza sociale che deve essere affrontata con provvedimenti eccezionali e immediati per garantire un’assistenza sanitaria efficiente e dignitosa ai cittadini ed evitare il ripetersi di queste tragedie. Sei decessi solo negli ultimi trenta giorni in Calabria per casi di presunta malasanità. E’ ora di reagire in modo deciso, utilizzando ogni strumento e mezzo possibile per fermare questo massacro. Idv e Diritti Civili chiederanno - affermano nella nota Feraudo e Corbelli - che vengano immediatamente istituiti e nominati dal Presidente Giuseppe Bova e dal Consiglio regionale due importanti organismi preposti proprio per controllare, combattere e prevenire casi di malasanità: il Garante della Salute e la Commissione di inchiesta, conoscitiva sullo stato della sanità in Calabria, entrambi da oltre un anno già approvate dall’Assemblea di Palazzo Campanella!

Gentile “Sanità calabrese allo sfascio”. "L'ennesimo caso tragico di decesso improvviso di una bambina colora ancora di piu' di tinte fosche la situazione della sanita' calabrese: prevale lo sfascio e la sensazione di una disorganizzazione che, purtroppo, si abbatte sui pazienti, ma anche sui medici, scaricati impunemente da una politica che non si assume le sue responsabilita'". Lo afferma il vice coordinatore calabrese vicario del Pdl, senatore Antonio Gentile. "Non mi va di vedere la solita liturgia di inchieste interne che - dice Gentile - mirano solo a spostare il problema, addebitando al singolo di turno colpe e responsabilita' che appartengono al gruppo. Il centrosinistra ha perso quattro anni e mezzo per non fare nulla nel settore, salvo difendere i burocrati ed i manager senza titolo e senza morale". Per Gentile "mancano i protocolli terapeutici delle linee guida Oms in molti ospedali ed aziende sanitarie: si tratta dei protocolli che rendono obbligatorio il percorso terapeutico per ogni paziente al fine di assicurare che gli interventi praticati siano quelli conformi alle linee guida internazionali. Il territorio e l'ospedale sono ancora entita' slegate e non ci sono le reti terapeutiche concordate che rendano possibile effettuare una simbiosi tra gli interventi. Si buttano milioni di euro in operazioni immobiliari inutili, si amplificano costi di personale senza titolo e poi non si spende un euro per l'acquisto di nuove tecnologie infrastrutturali. Il centrosinistra - conclude il senatore Gentile - dovrebbe semplicemente arrossire per non aver saputo regalare uno straccio di piano sanitario alla Calabria, cancellando quanto di buono era stato fatto in passato, ma "valorizzando" tutte le negativita' ereditate, arrivando a garantire premialita' a dirigenti del settore che meriterebbero di essere collocati in congedo"

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