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Catturato il boss Francesco Pelle: sono innocente

 

Arresti boss Pelle “Sono innocente, curatemi”

20 set 08 Ha detto di essere innocente e ha chiesto di essere curato in qualche struttura a Milano, Francesco Pelle, il boss della 'ndrangheta arrestato mercoledì sera in un centro clinico di rieducazione dopo un anno di latitanza e interrogato oggi per rogatoria nel carcere di Opera dal gip di Milano Guido Salvini. Il boss, detto Ciccio Pakistan, è stato preso nella clinica Maugeri di Pavia, dove era ricoverato sotto falso nome dai primi di luglio. Pelle, in un'ora circa di interrogatorio, nel dichiararsi estraneo ai fatti contestati, ha detto che l'agguato del luglio 2006, quello in cui rimase ferito e per il quale perse l'uso delle gambe, non è collegato alla strage di Natale di quell' anno. Strage di cui, ha dichiarato, non è stato il mandante "perche i miei amici e parenti, tranne mia moglie, mi avevano abbandonato". Il boss, oggi, ha spiegato di essere stato curato dopo il suo ferimento in un ospedale di Imola. Ritornato a casa ad Africo, il 13 dicembre 2006, ha riferito di essere andato via di nuovo (quando già era latitante) ai primi di settembre del 2007, per essere ricoverato al Nord con la speranza di recuperare l'uso delle gambe. Il suo difensore ha presentato istanza di arresti domiciliari per motivi di salute.

Il boss curato a spese dello Stato. Era curato a spese del servizio sanitario sanitario, Francesco Pelle, il boss dell'ndrangheta arrestato mercoledì sera dopo oltre un anno di latitanza mentre era ricoverato sotto falso nome nel reparto di neuroriabilitazione della Fondazione Maugeri di Pavia. Gli investigatori hanno accertato che Pelle, arrivato ai primi di luglio nella clinica privata e accreditata con il Ssn, era un paziente a carico del Servizio pubblico e che la Asl competente per la Fondazione doveva chiedere il rimborso alla Regione Calabria, regione da cui veniva quel malato conosciuto da tutti in ospedale con il nome di Pasqualino. A due giorni dall'arresto, proseguono le indagini nel tentativo di fare luce su alcuni punti oscuri: c'é da appurare se il personale dell' Istituto scientifico pavese avesse notato o meno una discrepanza tra la patologia riportata nella cartella clinica, in realtà intestata a un'altra persona anch'essa costretta su una sedia a rotelle, e quella reale di cui soffre Ciccio Pakistan, come è soprannominato il boss. In altre parole si stanno facendo accertamenti su alcuni medici che lo hanno seguito (per ora non ci sono comunque iscrizioni nel registro degli indagati) in questi ultimi due mesi e mezzo per capire se nessuno si è mai accorto che Pelle - che ha riportato una lesione alla spina dorsale per un proiettile sparatogli in un agguato ad Africo nel 2006 - non era quello che diceva di essere, cioé un paraplegico a seguito di un incidente automobilistico come è appunto il vero titolare della cartella clinica che ha presentato a Pavia. Proprio per questo si sta passando al setaccio tutta la la documentazione clinica sequestrata l'altra sera. Oltre a ciò i Ros stanno cercando di ricostruire in quali altri ospedali italiani Pelle è stato ricoverato durante la sua latitanza, se si è avvalso dell'aiuto di medici e personale sanitario compiacente e se ha usato o meno sempre la stessa falsa identità o anche altre. Pelle, ora nel centro clinico di Opera (Milano), domani pomeriggio verrà interrogato per rogatoria in carcere dal gip milanese Guido Salvini. Molto probabilmente il boss si avvarrà della facoltà di non rispondere. Intanto il suo difensore, l'avvocato Eugenio Minniti, ha già presentato un'istanza di arresti domiciliari in quanto, ha spiegato lo stesso legale, "c'é incompatibilità con lo stato detentivo, viste le gravi condizioni di salute del mio assistito".

 

 

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