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Operazione della DIA nel cosentino, 11 arresti

 

Operazione della DDA nel cosentino, 11 arresti. Fatta luce sugli omicidi Calvano e Marchio

10 set 08 Dalle prime ore di questa mattina la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria ha dato esecuzione a 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo, 11 quelle eseguite. Nell'operazione, denominata Terminator, i reati contestati sono quelli di omicidio, estorsione e violazione della legge sulle armi, commessi con l'aggravante dell'appartenenza all'associazione mafiosa. L'indagine, che ha impegnato per oltre un anno la Dia di Catanzaro, è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo. In particolare, l'inchiesta ha documentato tra l'altro quali furono le ragioni che determinarono alcuni omicidi. Tra gli omicidi di cui sono stati scoperti i responsabili ci sono quelli di Marcello Calvano, ritenuto a capo delle cosche della zona di Paola (Cosenza), e di Vittorio Marchio, esponente di vertice della criminalità cosentina, uccisi rispettivamente il 24 agosto del 1999 e il 26 novembre del 1999, il primo a San Lucido (Cosenza) e il secondo a Cosenza. La 'ndrangheta cosentina, in quegli anni, come hanno avuto modo di accertare gli investigatori della Dia di Catanzaro, dopo lo scompaginamento subito a seguito di diverse inchieste giudiziarie aveva avviato una complessa riorganizzazione interna, fatta di nuove alleanze e che richiedeva l'eliminazione fisica di quanti vi si opponevano. Tra i soggetti colpiti dal provvedimento cautelare ne figurano alcuni ritenuti ai vertici delle organizzazioni criminali della provincia di Cosenza, come Domenico Cicero, di 51 anni, Tommaso Gentile (50), Domenico Andreoli (53), Guido Africano (42), Luigi Muto (46) e Mario Scofano (48).

Gli arresti. Sono 11, rispetto alle 14 emesse su richiesta della Dda di Catanzaro, le ordinanze eseguite dalla Dia nell'ambito dell'operazione fatta la scorsa notte contro la 'ndrangheta in provincia di Cosenza. L'inchiesta si basa, oltre che sull'attività investigativa, sulle rivelazioni di quattro collaboratori di giustizia grazie ai quali sono state ricostruite le vicende della criminalità organizzata cosentina alla fine degli anni '90. Dalle indagini e' emerso in particolare che Marcello Calvano e Vittorio Marchio furono uccisi nell'ambito dello scontro tra gli esponenti cosentini e quelli della zona tirrenica della 'ndrangheta per il controllo degli appalti pubblici per la realizzazione di lavori lungo la strada statale 18. In particolare lo scontro riguardo ' la realizzazione della galleria Coreca ad Amantea. Sette delle ordinanze di custodia cautelare sono state notificate in carcere a persone già detenute. Tra loro il boss Domenico Cicero, di 51 anni, presunto capo dell'omonima cosca di Cosenza, e Luigi Muto (46), figlio del boss Francesco Muto, detto il "re del pesce" e capo della cosca di Cetraro. Degli altri sette provvedimenti, tre non sono stati eseguiti perché i destinatari si sono resi irreperibili. In carcere le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate anche a Mario Gatto, di 39 anni; Tommaso Gentile (50), Giacomino Guido (41), Domenico Andreoli (53) e Guido Africano (42). Tra le quattro persone che erano libere e che sono state arrestate c'é Dino Posteraro (49), titolare di un'impresa che ha eseguito buona parte dei lavori di ammodernamento del tratto cosentino dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Posteraro, in passato, è stato coinvolto nell'operazione Tamburo, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro, proprio sui presunti illeciti negli appalti per i lavori di ammodernamento dell'A3 in provincia di Cosenza. Le altre tre persone arrestate sono Angelo Colosso, di 34 anni, Walter Marsico (41) e Mario Scofano (48). L'inchiesta ha consentito anche di individuare i responsabili di alcune estorsioni tra cui quelle fatte ai danni di alcuni imprenditori per i lavori di costruzione della galleria Coreca e del porto di Amantea.

 

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