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Scorie Crotone usate per opere pubbliche

 

Scorie Crotone usate per sottofondo aeroporto Reggio e Acquedotto Crotone

20 ott 08 Si arricchisce di nuove testimonianze e documenti l'inchiesta della Procura di Crotone sullo smaltimento delle scorie tossiche prodotte dallo stabilimento ex Pertusola ed utilizzate per realizzare il conglomerato idraulico catalizzato, il materiale per i rilevati e sottofondi di opere pubbliche. Stamani i militari della Guardia di Finanza, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, hanno eseguito complessivamente quindici perquisizioni, tra la Calabria e l'Emilia Romagna, durante le quali sono stati acquisiti documenti ed altro materiale relativo alla produzione, vendita ed utilizzo del conglomerato idraulico. Tra i nuovi elementi acquisiti ci sarebbero anche una serie di testimonianze dalle quali emergerebbe che il materiale (prodotto con le scorie tossiche) è stato utilizzato anche per le opere che riguardano l'aeroporto di Reggio Calabria e l'acquedotto di Crotone. Le perquisizioni odierne hanno riguardato le sette persone già indagate nell'inchiesta, sei aziende, tra cui una di Parma, e due ingegneri. Gli indagati sono il legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud; quelli di tre imprese edili, due di Crotone e una di Parma, e tre funzionari dell'ex Presidio multizonale di prevenzione dell'ex Azienda sanitaria di Catanzaro. Nei loro confronti le ipotesi di accusa sono a vario titolo disastro ambientale, aver realizzato discariche abusive, avvelenamento di acque, turbativa d'asta e frode in pubblica fornitura. Nel decreto di perquisizione, composto da 119 pagine, il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, sono riportate le dichiarazioni di una decina di testimoni, la gran parte dei quali ex operai dello stabilimento Pertusola Sud di Crotone. Tra i testi c'é anche chi ha raccontato di come "agli inizi degli anni novanta, nello stabilimento della Pertusola, mangiavano con i colleghi su fogli di amianto usati come tavola". E tra gli ex operai c'é chi ha assistito, invece, all'utilizzo del "conglomerato idraulico per realizzare il sottofondo sul quale poi venne poggiata la rete idrica dell'acquedotto di Crotone". L'inchiesta è iniziata nove anni fa ma solamente nei mesi scorsi si è giunti ad una serie di provvedimenti significativi. A settembre, infatti, c'é stato il sequestro di 18 aree del crotonese dove è stato utilizzato il materiale prodotto con le scorie tossiche. Tra le aree sequestrate c'é anche il suolo ed il sottosuolo di tre scuole, di cui una diventata residenza per anziani, e la banchina di riva del porto commerciale.

Ex operaio: “Mangiavamo sull’amianto”. "Fino agli inizi degli anni novanta, nello stabilimento della Pertusola, mangiavano con i colleghi su fogli di amianto usati come tavola". E' il racconto di un ex operaio della Pertusola Sud di Crotone. La testimonianza dell'ex operaio è contenuta nel decreto di perquisizioni emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, nell'ambito dell'inchiesta sull'utilizzo delle scorie tossiche per produrre il conglomerato idraulico catalizzato che a sua volta era usato per realizzare rilevati e sottofondi di opere pubbliche. "Sicuramente - prosegue l'ex operaio - nello stabilimento della Pertusola ci sono anche zone dove si trovano quantità di amianto che non sono state eliminate". Nel decreto di perquisizione è raccolta anche la testimonianza di un ulteriore operaio il quale racconta che "vidi utilizzare il conglomerato idraulico per realizzare il sottofondo sul quale poi venne poggiata la rete idrica dell'acquedotto di Crotone".

Gli inquirenti cercano documenti. I documenti di produzione, di vendita e di scarico del conglomerato idraulico catalizzato, realizzato con scorie tossiche, sono stati acquisiti nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura di Crotone. Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti delle sette persone indagate, di sei aziende, tra cui una di Parma, e di due ingegneri. Le persone indagate sono il legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud; quelli di tre imprese edili, due di Crotone e una di Parma, e tre funzionari dell'ex Presidio multizonale di prevenzione dell'ex Azienda sanitaria di Catanzaro. Nei loro confronti le ipotesi di accusa sono a vario titolo disastro ambientale, aver realizzato discariche abusive, avvelenamento di acque, turbativa d'asta e frode in pubblica fornitura. Nel decreto di perquisizione, composto da 119 pagine, il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, sono riportate le dichiarazioni di una decina di testimoni, la gran parte dei quali ex operai dello stabilimento Pertusola Sud di Crotone.

Bianchi “Situazione grave e allarmante”. "Se le accuse dovessero essere confermate la situazione delineata è grave ed allarmante". Lo afferma in una nota la senatrice del Pd, Dorina Bianchi, circa l'inchiesta della Procura di Crotone sui rifiuti. "Le notizie sulle nuove perquisizioni - aggiunge - non fanno che confermare quanto siano gravi le ipotesi di reato che gravano sui 7 indagati dell'inchiesta della Procura della Repubblica denominata 'Black Mountains'". "Se i rifiuti - prosegue Bianchi - sono stati utilizzati anche per realizzare le condotte idriche della città di Crotone e l'Aeroporto di Reggio Calabria il danno si allargherebbe non solo a tutto il territorio cittadino e alla sua provincia ma anche ad altri siti sparsi nel territorio regionale". "E' necessario - conclude - fare chiarezza e immediatamente su quanto è accaduto individuare i responsabili e chiedere il risarcimento per disastro ambientale ed indagare gli effetti che tali crimini hanno recato alla salute della cittadinanza"

 

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