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Operazione contro il clan Piromalli, arrestati sindaci

 

Operazione di polizia contro il clan Piromalli: arresttai i sindaci di Gioia e Rosarno

13 ott 08 Il sindaco ed il vicesindaco di Gioia Tauro in carica al momento dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, avvenuto nell'aprile scorso, ed il sindaco di Rosarno, sono stati arrestati dalla polizia nell'ambito dell'operazione condotta stamani contro i vertici della cosca Piromalli di Gioia Tauro, la più potente della 'ndrangheta. Si tratta di Giorgio Dal Torrione, Rosario Schiavone e Carlo Martelli. I tre amministratori sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'operazione sono stati anche arrestati Gioacchino Piromalli e suo nipote omonimo, entrambi considerati ai vertici della cosca. L'operazione della polizia è in corso dalle prime ore di oggi ed ha per obiettivo l'arresto di esponenti di vertice della cosca Piromalli di Gioia Tauro, una delle più potenti della 'ndrangheta. Gli arresti, secondo quanto si e' appreso, sono in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale. Nel corso dell'operazione, la polizia sta eseguendo anche numerose perquisizioni.

I sindaci hanno dato lavoro ai nipoti dei boss. I tre amministratori di Gioia Tauro e Rosarno arrestati stamani dalla polizia per concorso esterno in associazione mafiosa erano indagati da alcuni mesi perche' accusati di avere dato la loro disponibilità a far lavorare per i rispettivi Comuni l'avvocato Gioacchino Piromalli, di 39 anni, anche lui arrestato stamani, dopo una condanna per associazione mafiosa, favorendo così il suo reinserimento. In realtà, secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, gli amministratori avrebbero concorso al perseguimento delle finalità della 'ndrina dei Piromalli. Nell'inchiesta è indagato anche il sindaco di San Ferdinando, ma nei suoi confronti non risulta sia stato emesso alcun provvedimento. Era stato lo stesso Gioacchino Piromalli, nipote omonimo dell'altro arrestato di oggi ritenuto uno degli elementi di vertice della cosca, a chiedere al Tribunale di sorveglianza di poter far fronte al giudizio del Tribunale di Palmi, che lo aveva condannato a un risarcimento civile di 10 milioni di euro nei confronti dei tre Comuni, lavorando, vista la sua non disponibilità economica, per conto degli Enti. Lo stesso Piromalli aveva fatto richiesta ai tre Enti e i sindaci avevano in qualche maniera dato la loro disponibilità. Secondo quanto si è appreso, alla base dell'arresto, eseguito dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Gioia Tauro, vi sarebbero, però, anche altri motivi.

Il Consiglio comunale di Gioia sciolto ad aprile per mafia. Il Consiglio comunale di Gioia Tauro e' stato sciolto dal Governo il 22 aprile scorso perché "sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata". La commissione di accesso per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività del Comune era stata insediata dal Prefetto di Reggio Calabria nel dicembre 2007. Dopo una prima fase di lavoro e una proroga di altri 60 giorni, la Commissione ha depositato alla fine di marzo, in Prefettura, la propria relazione che è stata poi inoltrata al ministro dell'Interno. Da qui, poi, la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Gioia Tauro. Il sindaco in carica all'epoca, Giorgio Dal Torrione, dell'Udc, era stato eletto, a capo di una coalizione di centrodestra, dopo il ballottaggio svoltosi nel maggio 2006. Dopo la notifica degli avvisi di garanzia per quella inchiesta, avvenuta alla fine del gennaio scorso, il sindaco di Gioia Tauro Giorgio Dal Torrione azzero' la giunta comunale in carica provvedendo a nominare assessori esterni. Fu allora che il suo vice sindaco, Rosario Schiavone, uscì dall'esecutivo. Pochi mesi dopo, ad aprile, il Consiglio dei ministri decise lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose al termine di una verifica avviata nel dicembre del 2007

Il Consiglio comunale di Gioia sciolto ad aprile per mafia. Il Consiglio comunale di Gioia Tauro e' stato sciolto dal Governo il 22 aprile scorso perché "sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata". La commissione di accesso per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività del Comune era stata insediata dal Prefetto di Reggio Calabria nel dicembre 2007. Dopo una prima fase di lavoro e una proroga di altri 60 giorni, la Commissione ha depositato alla fine di marzo, in Prefettura, la propria relazione che è stata poi inoltrata al ministro dell'Interno. Da qui, poi, la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Gioia Tauro. Il sindaco in carica all'epoca, Giorgio Dal Torrione, dell'Udc, era stato eletto, a capo di una coalizione di centrodestra, dopo il ballottaggio svoltosi nel maggio 2006.

A luglio l’operazione che decapitò la cosca. Gli arresti eseguiti stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria e da personale del Commissariato di Gioia Tauro, rappresentano una prosecuzione dell'operazione "Cento anni di storia" che ha decapitato i vertici della cosca Piromalli, con l'esecuzione di 18 fermi. Proseguendo le indagini ed ampliando i filoni riguardanti i rapporti con la pubblica amministrazione, i pm della Dda reggina Salvatore Boemi, Roberto di Palma, Roberto Pennisi e Maria Luisa Miranda sono giunti alla richiesta avanzata al gip dell'emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Gioacchino Piromalli, di 64 anni, del nipote omonimo (39), del sindaco di Gioia Tauro in carica prima dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, Giorgio Dal Torrione (62), dell'ex vice sindaco Rosario Schiavone (32) e del sindaco di Rosarno, Carlo Martelli (68).

Nessuna perquisizione a Sindaco S. Ferdinando. Nessuna perquisizione e' stata eseguita a casa del sindaco di San Ferdinando, Francesco Barbieri, nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto dei sindaci di Gioia Tauro e Rosarno. Lo ha riferito lo stesso Barbieri escludendo anche che perquisizioni siano state fatte al Comune. Barbieri, all'inizio dell'anno, era stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Dda di Reggio Calabria, insieme ai sindaci di Gioia Tauro e Rosarno per concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbero cercato di favorire l'inserimento nei rispettivi comuni di Gioacchino Piromalli, nipote di uno dei boss della cosca. Nei confronti di Barbieri, comunque, non sono stati emessi provvedimenti, mentre stamani sono stati arrestati i sindaci di Gioia Tauro e Rosarno, Giorgio Dal Torrione e Carlo Martelli e l'ex vicesindaco di Gioia Tauro Rosario Schiavone.

 

 

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