Dir.resp. Pippo Gatto

 

Processo Fortugno: Ritorto “Sono innocente”

31 ott 08 Per la prima volta da quando è stato arrestato Salvatore Ritorto, il presunto killer dell'omicidio di Francesco Fortugno, ha fatto delle dichiarazioni spontanee per affermare la sua innocenza. Ritorto, che è detenuto nel carcere di Tolmezzo (Udine), ha parlato in videoconferenza nel corso dell'udienza del processo, in corso dinanzi ai giudici della corte d'assise di Locri, ai presunti mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio di Francesco Fortugno. "Sono innocente - ha detto - e tutti lo sanno. Non ci sono prove contro di me. Domenico Novella, uno dei pentiti che mi accusano, si è inventato tutto per evitare il carcere duro. Non so su quali basi l'accusa avanzerà una richiesta di condanna nei miei confronti". Dopo le dichiarazioni spontanee di Ritorno, che è difeso dall'avvocato Rosario Scarfò, l'udienza prosegue con l'interrogatorio di alcuni testi.

Audino parlava con Cordì. Un colloquio avvenuto nel carcere di Parma tra Cosimo Cordì, esponente dell'omonima cosca, e Domenico Audino, è stato illustrato dal sovrintendente della polizia penitenziaria, Fausto Ciorba. "A marzo del 2006 - ha detto Ciorba - vidi Domenico Audino che, durante l'ora d'aria, parlava attraverso una finestra con Cosimo Cordì". Alle dichiarazioni di Ciorba, che è stato sentito dai giudici della Corte D'Assise di Locri nel processo per l'omicidio Fortugno, c'é stata la replica di Domenico Audino il quale, in videoconferenza dal carcere di Parma, ha fatto delle dichiarazioni spontanee affermando che "non ho mai parlato con Cordì. Non è possibile che ciò è avvenuto perché io ero detenuto in un luogo diverso da quello dove si trovava Cordì". L'avvocato Eugenio Minniti, difensori di Audino, ha chiesto ai giudici della corte d'assise di acquisire la planimetria del carcere di Parma e l'ubicazione dei luoghi in cui era detenuto il suo assistito e Cordì. Al termine della deposizione di Ciroba il processo è stato aggiornato al 5 novembre prossimo.

Ha deposto agente penitenziario. E' iniziata con l'audizione di un agente della polizia penitenziaria l'udienza in Corte d'assise a Locri del processo per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. L'agente Fausto Ciorba, all'epoca in servizio nel carcere di Parma, deve riferire su alcune intercettazioni ambientali fatte nei confronti di esponenti della criminalità locrese subito dopo il delitto Fortugno. Per l'assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale, sono imputati Salvatore Ritorto, Domenico Audino, Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio. Di associazione per delinquere di tipo mafioso, nello stesso procedimento, sono accusati, invece, Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali.