Dir.resp. Pippo Gatto

 

Processo Fortugno: Ritorto fu visto vicino casa sua dopo delitto, Novella, invece, era vicino Palazzo Nieddu

02 ott 08 Salvatore Ritorto, ritenuto il presunto autore dell'omicidio di Francesco Fortugno, dopo il delitto fu visto seduto all'esterno della sua abitazione a Locri. Il particolare è stato raccontato da Francesca Gallo, la fidanza del fratello di Salvatore Ritorto, sentita stamani nel corso del processo ai presunti mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio Fortugno. "Era il giorno del mio compleanno - ha detto Gallo - ed io ero con il mio fidanzato, Giuseppe Ritorto, a bordo della sua Renault Clio. Dopo le ore 17 abbiamo sentito il rumore delle sirene di una ambulanza e poi, passando nei pressi dell'abitazione di Salvatore, lo abbiamo visto seduto fuori. Ricordo anche che era vestito con abiti chiari". Francesca Gallo ha sostenuto anche che per tutto il giorno la Renault Clio fu utilizzata dal suo fidanzato. Al termine dell'interrogatorio il processo è stato aggiornato al 9 ottobre prossimo.

Novella vicino il luogo del delitto. Domenico Novella, uno dei pentiti che ha portato ad individuare gli autori dell'omicidio di Francesco Fortugno, era sul luogo del delitto. A confermare la circostanza è stato Leonzio Tedesco che il giorno del delitto, avvenuto nell'ottobre del 2005 nel seggio delle primarie dell'Unione a Locri, svolgeva le funzioni di rappresentante per conto dell'Udeur. Tedesco è stato sentito stamani dai giudici della Corte d'Assise di Locri dinanzi ai quali è in corso il processo per l'omicidio Fortugno. "Mi allontanai dal seggio - ha detto Tedesco - per andare al bar. Al mio rientro notai un gran trambusto e vidi l'arrivo di una ambulanza. Contestualmente ci fu Domenico Novella, che era a bordo della sua automobile, che mi si avvicinò e mi chiese cosa era successo". Per l'omicidio sono imputate otto persone, quattro delle quali accusate del delitto: Salvatore Ritorto, ritenuto l'esecutore materiale; Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, accusati di essere i mandanti, e Domenico Audino. Accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso sono: Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali.