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Latitante catturato in clinica a Cosenza

In clinica per al liposuzione il latitante catturato a Cosenza

07 nov 08 E' stato tradito dalla cura per il proprio corpo Domenico Magnoli, di 27 anni, inseguito da oltre un anno da un mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura francese per traffico internazionale di droga. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza lo hanno sorpreso in una clinica privata della città dopo che si era sottoposto ad un intervento di liposuzione alle gambe. Magnoli, di origini calabresi, ma nato in Francia, è legato alla cosca Molé di Gioia Tauro, una volta alleata storica dei Piromalli. La madre, infatti, appartiene alla famiglia Stanganelli, da sempre alleata dei Molé. E per conto delle cosche della Piana di Gioia Tauro, secondo l'accusa, trattava affari con i narcos colombiani. Un affare che coinvolgeva, praticamente, tutta la famiglia Magnoli. Un suo zio, Ippolito Magnoli, considerato un broker del narcotraffico, è stato arrestato nel luglio scorso dai carabinieri del Ros di Genova e dalla polizia spagnola. L'uomo era riuscito a sfuggire all'arresto l'anno prima in Francia, quando furono bloccati due suoi fratelli, e si era spostato in Spagna dove, però, è stato raggiunto. Domenico Magnoli era ricercato dal febbraio del 2007 quando, a bordo di una moto, riuscì a sfuggire all'arresto nel corso di un'operazione della polizia francese che portò al sequestro di oltre 30 chili di cocaina. In quell'occasione, secondo la polizia, l'uomo aveva con sé una valigetta contenente il denaro necessario a pagare la transazione. Dalla Francia Magnoli è rientrato in Italia e ieri mattina si è presentato alla clinica privata "La Madonnina", nel centro di Cosenza, proprio all'uscita dell'autostrada Salerno-Reggio, per ricoverarsi e sottoporsi, il pomeriggio stesso, ad una liposuzione alle gambe. All'accettazione ha presentato dei documenti alterati modificando il nome (Dominique) e la data di nascita. Espedienti che però non gli hanno evitato l'arresto. Accertato che Magnoli era nella clinica, i carabinieri sono entrati nella struttura chi vestito da medico, chi da infermiere. Altri hanno cominciato a girare per i corridoi con confezioni di cioccolatini in mano per mischiarsi ai parenti in visita. E' stato un carabiniere con un fascio di fiori in mano ad entrare nella camera giusta. Dopo essersi reso conto che il degente davanti a lui era proprio Magnoli, il militare ha estratto l'arma e l'ha riposta solo dopo avere accertato che il latitante era disarmato. Magnoli ha anche temuto per la sua vita, vedendo entrare degli uomini nella sua stanza, ma quando i carabinieri si sono qualificati, si è tranquillizzato. I carabinieri stanno adesso indagando per individuare chi ha favorito la latitanza di Magnoli, rimasto in clinica, piantonato, in attesa di essere trasferito in carcere.

Ieri il rivovero. Si era fatto ricoverare ieri mattina Domenico Magnoli, il latitante arrestato ieri sera in una clinica privata di Cosenza. L'uomo, già in giornata si era sottoposto ad un intervento di liposuzione alle gambe ed in serata è stato bloccato dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza. Magnoli, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, era ricercato dalla magistratura francese dal febbraio dello scorso anno quando la polizia di quel Paese interruppe uno scambio droga-denaro in un paese del sud della Francia arrestando alcune persone e sequestrando oltre 30 chili di cocaina. In quella occasione, secondo l'accusa, Domenico Magnoli avrebbe avuto la valigetta con il denaro necessario a pagare la droga, ma riuscì a fuggire a bordo di una moto. Magnoli è ancora ricoverato nella clinica privata "La Madonnina" dove è stato sorpreso, piantonato dalla polizia penitenziaria. Appena le sue condizioni lo permetteranno, forse già oggi, sarà trasferito in carcere e messo a disposizione della magistratura francese.

L’arresto con finti medici e finti parenti. E' entrato nella sua stanza con un fascio di fiori in mano per non dare nell'occhio e avuta la conferma di chi si trovava davanti lo ha arrestato: così un carabiniere ha fatto finire la latitanza di Domenico Magnoli, bloccato ieri sera in una clinica privata di Cosenza nel corso di un'operazione condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale. Inizialmente Magnoli si è spaventato pensando che gli uomini entrati nella sua camera fossero lì per ucciderlo. Quando poi i militari, che erano travestiti da medici e infermieri, si sono qualificati, Magnoli si è tranquillizzato. L'uomo non era armato e all'arrivo dei carabinieri era da solo. Al momento l'unica pendenza che aveva Magnoli era con la giustizia francese. A suo carico, infatti, in Italia non sono stati emessi provvedimenti restrittivi. Domenico Magnoli, per potersi ricoverare, aveva alterato i propri documenti modificando il nome di battesimo e la data di nascita, presentandosi come Dominique. Gli investigatori stanno adesso indagando sulle modalità del ricovero. Ai carabinieri del Ros sono giunte le congratulazioni della polizia francese.

La clinica al centro della città. Ottanta posti letto, dieci a pagamento, con reparti di chirurgia, ostetricia e ginecologia e medicina: questa le cifre essenziali della clinica La Madonnina di Cosenza dove è stato arrestato Domenico Magnoli, il latitante ricercato da oltre un anno su mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura francese per traffico internazionale di stupefacenti. La clinica, di proprietà della famiglia Cariati, si trova nel centro di Cosenza, all'uscita dell'autostrada Salerno-Reggio calabria, dunque facilmente raggiungibile, ed è da decenni utilizzata, soprattutto il reparto di ostetricia, dalla borghesia di Cosenza.

 

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