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Processo per la morte di Federica Monteleone
Morte Federica Monteleone, no del Gup al trasferimento del processo. Regione e Tdm parti civili 07 nov 08 Il gup di Vibo Valentia ha rigettato l'istanza che era stata presentata da uno dei difensori degli indagati con cui era stato chiesto il trasferimento a Cosenza del processo per la morte della sedicenne Federica Monteleone. Secondo il gup, il reato di omicidio colposo è stato commesso a Vibo Valentia, dove fu eseguito l'intervento di appendicite sulla giovane, anche se la ragazza è morta nell'ospedale di Cosenza. Il gup ha rigettato inoltre l'istanza presentata dall'avvocato Marafioti per la nullità della perizia sull'impianto elettrico della sala operatoria. Gli indagati sono Francesco Costa, anestesista; Francesco Talarico, ex direttore generale dell'Azienda sanitaria; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario dell'azienda; Piero Schirripa direttore sanitario dell'ospedale; Roberto De Vincentis all'epoca direttore dei servizi tecnici; Nicola Gradia, responsabile di settore dei servizi tecnici; Antonino Stuppia, titolare dell'impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria; Antonio Bruni, ex consulente incaricato di seguire i lavori, e Matteo Cautadella, medico. Regione e Tdm ammessi come parti civili.
E' stata ammessa la costituzione di parte civile della Regione Calabria
e del Tribunale per i diritti del malato nel processo per la morte
di Federica Monteleone. La ragazza di 16 anni morì nel gennaio
del 2007 dopo una settimana di coma sopravvenuto dopo un black out
in una sala operatoria dell'ospedale di Vibo Valentia mentre veniva
sottoposta ad un intervento di appendicite. La decisione sulla costituzione
di parte civile è stata presa dal gup, Gabriella Lupoli, nel
corso dell'udienza preliminare nei confronti delle nove persone per
le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per la morte
di Federica Monteleone. Nel corso della precedente udienza erano stati
ammessi come parte civile i genitori della ragazza. Uno dei difensori,
Giovanni Marafioti, ha chiesto la nullità della perizia tecnica
disposta dal Procura sull'impianto elettrico della sala operatoria
in cui fu effettuato l'intervento. Frase aprocrifa in cartella clinica. L'avvocato Giuseppe Altieri, difensore di Francesco Costa, l'anestesista dell'ospedale di Vibo Valentia per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per la morte di Federica Monteleone insieme ad altre otto persone, ha depositato al gup una perizia calligrafica. La perizia riguarda la frase contenuta nella cartella clinica di ricovero di Federica Monteleone nell'ospedale di Cosenza, dove la sedicenne morì dopo essere entrata in coma nel nosocomio di Vibo, in cui si afferma che la ragazza non presentava ustioni. Una frase che, secondo Altieri, non sarebbe stata scritta dalla stessa persona che ha redatto la cartella. Nella perizia che è stata presentata dalla famiglia di Federica Monteleone si contesta la tesi del consulente tecnico d'ufficio della Procura, prof.Ricci, in cui si è sostenuto che nel corso dell'intervento di appendicite c'é stato passaggio di energia elettrica, con conseguente ustione, sul corpo della ragazza. Secondo l'avv. Altieri, la frase aggiunta nella cartella clinica a proposito della mancanza di ustioni sul corpo di Federica non ha alcun valore perché non si capisce chi l'ha scritta.
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