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In Calabria il più alto numero di comuni a rischio frane

 

In Calabria il più alto numero di comuni a rischio idrogeologico

27 nov 08 Sono 5.581, il 70% del totale, i comuni italiani a rischio idrogeologico: 1.700 sono a rischio frana, 1.285 sono a rischio di alluvione e 2.596 sono a rischio sia di frana che di alluvione. I dati emergono dall'indagine 'Ecosistema Rischio 2008' presentata oggi a Roma da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione civile. Dall'indagine emerge che sono la Calabria, l'Umbria e la Valle d'Aosta le regioni con la più alta percentuale di comuni classificati a rischio (il 100% del totale), subito seguite dalle Marche (99%) e dalla Toscana (98%). All'ultimo posto ci sono Sardegna (11%) e Puglia (19%), "anche se le frane e le alluvioni degli ultimi anni - si legge nel rapporto - hanno provocato vittime e notevoli danni anche in queste zone, come dimostrano gli eventi tragici che hanno colpito la provincia di Cagliari nel mese di ottobre"

Il 77% dei comuni costruisce su aree a rischio. Si costruisce ancora troppo lungo i fiumi e nelle aree a rischio frana. Il 77% dei comuni italiani a rischio idrogeologico ha abitazioni minacciate da frane e alluvioni; il 30% ha interi quartieri e il 56% vede sorgere in zone a rischio fabbricati industriali. E' quanto emerge dall'indagine 'Ecosistema Rischio 2008' presentata oggi a Roma da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione civile. Il 63% dei 1.244 comuni coinvolti nell'indagine è inoltre in ritardo nella prevenzione e rimane alta (24%) la percentuale delle amministrazioni che non fanno nulla per la sicurezza del territorio. Nel 42% dei comuni non viene ancora realizzata una manutenzione ordinaria delle sponde e solo il 5% svolge attività di delocalizzazione delle abitazioni presenti nelle aree più a rischio; il 4% lo fa per i fabbricati industriali. Dati confortanti arrivano invece per le attività svolte nell'organizzazione del sistema locale di protezione civile: oltre l'80% delle amministrazioni comunali possiede un piano d'emergenza da mettere in atto in caso di frana o alluvione e nel 57% dei casi i piani sono stati aggiornati negli ultimi due anni. Tra le attività svolte dai comuni per la prevenzione ci sono i vincoli per l'edificazione nelle aree a rischio, messi in atto da 1.098 comuni sui 1.244 intervistati, e opere per la messa in sicurezza (73%)

Più prevenzione nel centro nord. Si trovano al centro-nord, Valle D'Aosta in testa, i comuni italiani più meritori nella prevenzione di frane e alluvioni. Lo rivela l'indagine 'Ecosistema Rischio 2008', presentata oggi a Roma da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione civile. Al primo posto si colloca il comune di Vallerano (Viterbo); seguono Santa Croce sull'Arno (Pisa) e Finale Emilia (Modena). Fanalino di coda invece i due comuni di Ucria e Alì (Messina). Per quanto riguarda invece i capoluoghi di regione, le prime città classificate sono Roma, Torino, Firenze e Perugia. Maglia nera invece a L'Aquila, la quale, pur avendo strutture in aree a rischio, non ha avviato interventi di delocalizzazione. La percentuale più alta di comuni che svolgono un positivo lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico si ha in Valle d'Aosta (58%), seguita dalla Toscana (56%); all'ultimo posto la Sicilia, dove ben il 92% delle amministrazioni non svolge una positiva opera di mitigazione del rischio. In Umbria invece sono concentrati i comuni con il maggior numero di strutture in aree a rischio (100%).

 

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