Dir.resp. Pippo Gatto

 

Maxi truffa alla UE per la produzione dell’olio: 21 arresti tra Calabria e Puglia

05 mar 08 Olive inesistenti, olio mai prodotto ma venduto prima all'ingrosso e poi al dettaglio. Andava dal produttore fino al venditore ambulante la rete di una maxitruffa all'Agea per gli aiuti comunitari da 6,5 milioni di euro, che aveva come centro operativo la provincia di Bari e in particolare Andria ma che coinvolgeva anche le province di Lecce, Brindisi e Cosenza. L'inchiesta condotta da militari della Guardia di finanza del Comando provinciale di Bari e coordinata dalla Procura di Trani ha portato all'arresto di 21 persone (altre due sono ricercate), quattro delle quali sono in carcere, le altre ai domiciliari. Tutti gli arrestati sono operatori del settore oleario: produttori, frantoiani, distributori all'ingrosso e venditori al dettaglio. Complessivamente avrebbero emesso false fatture per 39 milioni di euro nell'ambito della campagna olearia 2004-2005. Nell'organizzazione, secondo gli investigatori, vi sarebbe Filippo Patruno, di 53 anni, di Andria, commerciante di olio all'ingrosso. Complessivamente sono indagate a vario titolo 90 persone fisiche e una persona giuridica. I finanzieri hanno scoperto il coinvolgimento nella truffa di numerose aziende agricole che operavano nelle varie province, che hanno presentato all'Agea di Roma domande di contributi corredate da attestati di molitura oggettivamente falsi che venivano rilasciati da frantoi compiacenti. Negli attestati erano indicati quantitativi di olive molite totalmente inesistenti o in gran lunga superiori a quelli reali. In questo modo gli operatori economici riuscivano a portare in contabilita' ingenti quantitativi di olio di oliva inesistenti, di cui documentavano a loro volta la falsa vendita a un'azienda all'ingrosso che aveva sede ad Andria e in altre citta'. Questa, a sua volta, emetteva fattura di vendita ai commercianti ambulanti, i quali anche loro documentavano lo scarico definitivo del prodotto con l'emissione di falsi scontrini fiscali. Il ricavato dei contributi ottenuti veniva poi distribuito ai vari livelli. L'inchiesta e' stata coordinata dal sostituto procuratore Ettore Cardinali. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip Roberto Olivieri del Castillo. In gran parte le persone arrestate hanno precedenti specifici: le accuse nei loro confronti sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche, al falso, all'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Tra gli arrestati figura (ai domiciliari), Raffaele Fitto, di 57 anni, di Maglie (Lecce), grossista oleario e zio dell'omonimo ex presidente della Regione Puglia. Nell'operazione la Guardia di Finanza ha compiuto il sequestro preventivo di 23 frantoi, tre aziende commerciali, nove immobili, 85 terreni agricoli e 60 conti correnti bancari.

Arresti e indagati a Rossano. Nell'ambito dell'inchiesta svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari e che ha portato alla luce una presunta maxi truffa nel settore degli aiuti comunitari alla produzione dell'olio d'oliva, due persone sono state poste agli arresti domiciliari a Rossano Calabro. Ai due imprenditori, Giuseppe Antonio Rugna, di 41 anni e Natale Le Rose, di 51, entrambi di Rossano, sono stati anche sequestrati due frantoi, 9 conto correnti bancari e 14 terreni agricoli. Fra le 91 persone indagate nell'inchiesta figurano anche altri imprenditori della Sibaritide di cui non sono state ancora fornite le generalità. La Guardia di Finanza di Bari è stata coadiuvata nell'operazione dal Comando di Compagnia di Rossano.

Ministro De Castro “I controlli garantiscono sicurezza”. "La costante attività di tutti gli organi preposti ai controlli in campo agroalimentare garantisce la sicurezza di cittadini ed operatori onesti". Lo ha detto il Ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, commentando l'operazione Golden Oil della Guardia di finanza in Puglia e Calabria che ha portato alla luce una presunta maxitruffa nel settore degli aiuti comunitari alla produzione dell'olio d'oliva. "Il mio plauso - aggiunge De Castro - va a chi si impegna costantemente, ogni giorno, per la legalità e la trasparenza. Siamo ancora più sensibili quando le attività illegali coinvolgono produzioni così caratterizzanti e testimoni di un intero territorio e delle sue tradizioni come l'olio d'oliva. Proprio operazioni come questa dimostrano quanto attenti e solerti siano le attività ispettive. L'Unione Europea mette a disposizione preziosi aiuti: truffare in questo ambito costituisce un danno all'intera immagine Italia. La solerzia della Guardia di finanza in questo caso tutela anche questo imprescindibile rapporto". "Quanto a noi - conclude il ministro De Castro - da sempre perseguiamo la strada dell'onesto rapporto tra prodotto e consumatore, attraverso il monitoraggio di un'intera filiera. Penso ad esempio alla centralità dell'etichettatura, che nel caso dell'olio, ma non solo, abbiamo resa obbligatoria superando il quadro normativo europeo: un'arma potentissima alla quale non rinunceremo"