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Patto tra Confindustria Calabria e Sicilia contro mafie

 

Patto tra Confindustria Calabria e Sicilia contro la criminalità

07 mar 08 "Il tappo è saltato. E' avvenuta sostanzialmente una cosa che può sembrare semplice ma che ha cambiato il quadro siciliano: l'idea che la lotta alla mafia non può essere delegata solo allo Stato, ma deve comportare una assunzione di responsabilità da parte della società meridionale. In questo caso, del mondo imprenditoriale". Lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lobello, nel corso di un convegno a Reggio Calabria. L'iniziativa è stata organizzata per stringere un patto tra Confindustria Sicilia e Calabria per l'assunzione di iniziative comuni contro la criminalità organizzata. "Lo sviluppo di tutto il Mezzogiorno - ha aggiunto Lobello - passa attraverso una radicale ridefinizione del rapporto con la criminalità organizzata. Occorre mobilitare la nostra responsabilità autonoma affiancandola agli apparati dello Stato, nei confronti dei quali bisogna avere fiducia. Occorre debellare quelle zone di indifferenza verso i fenomeni criminali e mafiosi che per troppo tempo hanno caratterizzato una parte dell'imprenditoria meridionale. Se si vuole coerentemente combattere la mafia in Sicilia ed in Calabria bisogna essere rigorosamente intolleranti verso chi non rispetta le regole della legalità, a partire dalle nostre organizzazioni. Pagare il pizzo, la tangente, lo abbiamo spiegato ultimamente a tanti nostri colleghi siciliani, non è un atto neutro e non rappresenta un piccolo costo per l'azienda. In realtà è un atto che ha ricadute sul tessuto pubblico e collettivo molto pesanti perché rafforza il 'prestigio' e l'economia mafiosa". "Il principio della responsabilità - ha aggiunto il presidente di Confindustria Sicilia - comporta anche scelte dolorose ma purtroppo ineludibili. Noi comunque continueremo a fare gli imprenditori perché non siamo professionisti dell'antimafia, ma è chiaro che tutto quello che nell'economia e nella società è legale e normale è già un risultato forte nella lotta al crimine organizzato, alle mafie". "Noi - ha detto ancora Lobello - siamo all'inizio di un percorso. Non abbiamo sconfitto la mafia siciliana. Ma si tratta di una strada che sta già maturando buoni frutti, che vogliamo intensificare e su cui oggi stiamo discutendo con i colleghi calabresi". Per il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, "il convegno di oggi ha posto al centro della discussione l'esperienza dei colleghi siciliani. La 'ndrangheta, per certi versi, e' organizzazione ancora più temibile di Cosa nostra, ma non possiamo per questo recedere dinanzi ad una criminalità che controlla ampie fette del territorio in maniera asfissiante. Ecco perché siamo d'accordo che ci si trovi dinanzi ad un forte mutamento culturale nei confronti del fenomeno mafioso e criminale. Non possiamo lasciare all'economia criminale il condizionamento di strategici comparti produttivi e vogliamo che il Mezzogiorno diventi veramente una straordinaria opportunità per l'Italia e l'Europa". "Con i colleghi siciliani - ha concluso De Rose - abbiamo anche parlato di sviluppo e di iniziative comuni soprattutto nel comparto turistico ed agroindustriale. Siamo agli inizi, ma sono convinto che dalla Sicilia e dalla Calabria inizierà un nuovo e virtuoso percorso per tutto il Mezzogiorno"

Villecco “Contro le mafie lotta comune”. "Esprimo il mio plauso all'intesa tra gli industriali siciliani e calabresi per studiare iniziative di contrasto alla criminalità organizzata. E' la conferma che insieme si può fare di più". Lo afferma, in una dichiarazione, la senatrice Rosa Villecco Calipari, responsabile Mezzogiorno del Partito Democratico. "Sono felice di sapere - prosegue Villecco Calipari - che anche Confidustria Calabria, sulla strada già tracciata dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, riconosca un percorso comune di lotta alla criminalità organizzata. Allo sforzo del mondo dell'imprenditoria calabrese si deve unire quello della politica che ha un compito preciso e non più rinviabile, che è quello dell'etica e della responsabilità". "In Calabria e nel Mezzogiorno - sostiene ancora la senatrice del Pd - c'é bisogno di impegno per accogliere questa sfida e per attuare una modernizzazione reale che sia volano di crescita economica e sociale per il sud e per tutto il Paese".

 

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