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![]() Esodo di Pasqua tra neve e pioggia
Week end di Pasqua tra pioggia e neve a centro sud. Traffico intenso. I riti tradizionali 21 mar 08 Piogge e temporali sulle regioni centrali e meridionali, neve sull'Appennino centrale oltre gli ottocento metri, venti molto forti lungo le coste tirreniche: la perturbazione proveniente dal mare del nord che già in questi giorni ha portato piogge e un generale abbassamento delle temperature non lascerà l'Italia nelle prossime ore e, anzi, andrà intensificandosi nei giorni di Pasqua. Il Dipartimento della Protezione Civile ha dunque emesso un un ulteriore allerta meteo, che di fatto prolunga l'avviso di avverse condizioni meteo emesso ieri. A partire dalla serata di oggi e per le prossime 24-36 ore, dunque almeno fino al pomeriggio del giorno di pasqua, gli esperti del Dipartimento prevedono precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale di forte intensità, sul centro sud accompagnate in alcuni casi da forti raffiche di vento. Sull'Appennino si potranno verificare nevicate sopra gli 800/1000 metri. Il Dipartimento invita tutti coloro che in queste ore si metteranno in viaggio - diversi milioni di italiani trascorreranno il fine settimana pasquale lontano dalle città - ad informarsi sulle condizioni meteo prima di partire e di utilizzare la massima prudenza alla guida. La Protezione Civile seguirà l'evolversi della situazione in stretto contatto con le strutture locali e pubblicherà sul proprio sito (www.protezionecivile.it) i bollettini di vigilanza meteorologica. Traffico intenso. Si intensifica
il traffico sulle autostrade per le vacanze di Pasqua. La circolazione,
prevede Autostrade per l'Italia, rimarrà sostenuta fino in
tarda serata. Questi i tratti più critici sulla rete del gruppo. I riti tradizionali. E' qualcosa di più di una semplice processione religiosa, e qualcosa di diverso di una rappresentazione solo teatrale, la chiamano Affruntata e si svolge il giorno di Pasqua a Cinquefrondi, piccolo centro di quasi ottomila anime, sulle prime pendici dell'Aspromonte, 80 km da Reggio Calabria. Qui la comunità si ritrova per festeggiare la Resurrezione; lungo la via principale del paese, le statue di San Giovanni, della Madonna e del Risorto vengono portate a spalla da robusti giovanotti. La storia è quella di San Giovanni che cerca Maria per dirle che suo Figlio è risuscitato, e dell'incontro fra i due, favorito dall'apostolo preferito di Gesù. L'Affruntata, l'incontro, avviene al termine di una lunga serie di andirivieni per il paese (chiamate mbasciate). San Giovanni, una vecchia e pesante statua, di modesta fattura artistica ma di solida tenuta, viene portato a spalla da decenni dai componenti della famiglia Gallo. E' una tradizione lontanissima, sempre rinverdita. E i vecchi del clan lasciano spazio ai giovani, in un gioco di avvicendamenti generazionali che coinvolge anche le donne. San Giovanni va in giro per il paese, prima a passo normale, poi l'andatura accelera e infine i portatori corrono in mezzo alla folla, ondeggiando pericolosamente, paurosamente e faticosamente sotto il peso del santo. Ed ecco: appare la Madonna, con un viso dolce come si conviene alla Madre di Dio, ma con lunghi e foltissimi capelli biondi, avvolta nel nero del lutto. Maria non sa ancora della risurrezione. Dall'altro capo della strada appare Gesù, portato a spalla da 8 uomini per volta che si alternano continuamente con altri portatori. E' una statua alta, Cristo è con la mano benedicente, accenna un sorriso. Le statue di Maria e del Cristo avanzano l'una verso l'altra, in mezzo san Giovanni, che continua a correre avanti e indietro (nel tentativo di farli incontrare), fin quasi a roteare su sé stesso quando non c'è più spazio. A quel punto l'incontro avviene, l'Affruntata si realizza. Scoppia un battimani generale, dalle spalle di Maria cade il segno del lutto, e la Madonna piccola e biondissima, vestita di rosa con un mantello azzurro, fende la folla in tripudio. Volano le colombe della pace. La banda intona le note trionfali del Mosè di Rossini. Il parroco dà la benedizione, e poi tutti in processione ad accompagnare le statue nelle rispettive chiese. E' una festa che nel tempo ha oltrepassato la sua dimensione strettamente religiosa, ed è divenuta un simbolo dell'identità locale. Qui a Cinquefrondi l'Affruntata si è sempre tenuta, a memoria d'uomo, anche in tempo di guerra, con le carestie, con il terremoto e con il maltempo. L'Affruntata è il culmine della settimana santa cinquefrondese ma la tradizione vuole anche il giovedì santo per preparare i sepolcri nelle chiese e il venerdì con la processione dei misteri, fino al calvario il sacerdote tiene una predica. Quando il celebrante rievoca il momento della morte di Gesù, la folla improvvisamente ammutolisce e comincia la deposizione. Le donne, le mamme soprattutto, si avvicinano alla statua dell'Addolorata, quasi a manifestare fisicamente la propria solidarietà a Maria. Venerdì santo, nel pomeriggio c'è il rito dell'Agonia, che non è una Messa e nemmeno un insieme di preghiere. E' semplicemente il ricordo collettivo, dentro la chiesa del Carmine, delle ultime ore che hanno preceduto la morte di Gesù. Il sacerdote commenta le parole del Vangelo e il coro intona canti originali, per la maggior parte scritti e musicati da artisti locali. Sull'altare ci sono sette candele accese davanti a tre grandi crocifissi. Ne viene spenta una dopo ogni lettura. Quando anche l'ultima candela è stata spenta, Cristo è spirato. I fedeli si inginocchiano, molti non trattengono le lacrime, e due novelli Nicodemo e Giuseppe di Arimatea provvedono alla deposizione della grande statua del Cristo che viene posta su un grande lenzuolo bianco davanti all'altare. Comincia una lunga interminabile fila di persone che si avvicina per baciare le ferite del Cristo, fedeli e curiosi e turisti, anziani e bambini, giovani e donne. La liturgia quaresimale è nel vivo. La fine della vita terrena di Cristo è stata ormai celebrata. Ci si appresta a rinnovare il pianto e il dolore di Maria. S'è fatto tardi, è l'ora della via crucis e dell'Addolorata. Le persone si radunano davanti alla Chiesa. La piccola statua di Maria, vestita di nero, con i lunghi capelli nascosti e con un vistoso pugnale conficcato nel petto, percorre tutto il paese, anche le stradine più strette, accompagnata dalla folla muta; chi non è alla processione, vi partecipa silenzioso da balconi e finestre. I più vicini alla Madonna accompagnano il mesto corteo recitando il rosario. E' un funerale vero e proprio. La banda suona musiche tristi. Il venerdì santo è il giorno più brutto dell'anno. Ma poi arriverà la Pasqua.
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