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Mega truffa alla UE

 

Mega truffa da 40 milioni di euro ai danni di UE e Stato scoperta dalla Finanza a Corigliano. Su 18 aziende ne nasce solo una

06 mar 08 Una truffa da 40 milioni di euro con 32 indagati. La più grande truffa mai scoperta in Calabria, secondo la Guardia di Finanza, che per tutta la giornata ha perquisito le sedi e gli stabilimenti delle aziende dell'area industriale di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, facenti capo al consorzio Pro.Cal., composto da 18 societa' di imprenditori italiani, tedeschi, svizzeri, slavi e rumeni. Questo consorzio ha sottoscritto un contratto di programma con il ministero delle Attivita' Produttive per conto dei consociati, ottenendo l'ammissione per un contributo di 40 milioni di euro al fine di realizzare un distretto industriale nell'area di Corigliano con aziende di produzione di elevato spessore tecnologico. Gli investimenti sarebbero dovuti entrare a regime gia' nel 2006 e impiegare 500 unita' lavorative. Ma l'impegno assunto non e' stato mantenuto, destando i sospetti della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini su delega del sostituto procuratore Francesco Giuseppe Cozzolino, della Procura di Cosenza. L'ipotesi dell'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e della Ue. Nel corso dell'operazione è stata sequestrata documentazione bancaria, amministrativa, contabile ed extra-contabile nelle sedi amministrative e legali del consorzio ProCal, delle societa' ad esso consorziate e negli studi di consulenza ed i domicili degli indagati. Le attivita' di indagine sono state compiute anche nel ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, e nella banca concessionaria Interbanca di Milano.

Su 18 industrie ne nasce una sola. Su 18 industrie che avrebbero dovuto essere realizzate, ha avviato l'attività produttiva soltanto una. E' quanto ha riferito la Guardia di finanza in merito all'inchiesta della Procura di Cosenza sul consorzio di imprese Procal che ha portato all'esecuzione di 30 perquisizioni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, dei 40 milioni di finanziamenti comunitari richiesti dal consorzio ne era stata erogata soltanto una parte. Nell'inchiesta sono indagate, complessivamente, 32 persone tra imprenditori, amministratori del consorzio e consulenti legali e commerciali. Il reato ipotizzato è l'associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. I finanziamenti sarebbero stati ottenuti, secondo la Guardia di finanza, attestando falsamente lo stato di avanzamento del programma d'investimento, che prevedeva un impegno finanziario per settanta milioni di euro e l'assunzione di 500 persone. Le perquisizioni eseguite dalla Guardia di finanza hanno portato al sequestro di una consistente documentazione bancaria e contabile ritenuta utile per lo sviluppo delle indagini.

 

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