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Inchiesta Why Not: chiesta archiviazione per Mastella

 

Inchiesta Why Not: chiesta l’archiviazione per Mastella, nessun reato. L’ex ministro “Ora chi mi ripaga?”

08 mar 08 Clemente Mastella esce di scena nell'inchiesta Why Not. La Procura generale di Catanzaro, infatti, ha chiesto l'archiviazione della posizione dell'ex Ministro della Giustizia, iscritto nel registro degli indagati dall'ex titolare dell'inchiesta, il pm Luigi De Magistris. ''Dopo questa richiesta di archiviazione - ha detto Mastella in una nota - mi chiedo chi mi ripaghera' del male che mi e' stato fatto. Dichiarai all'epoca, per fatti che mi erano del tutto estranei, la mia innocenza. Non ci fu verso perche' si era deciso che dovevo essere umiliato, lapidato, cacciato dalla scena politica e istituzionale''. All'ex ministro Boselli offre un posto da capolista al Senato in Campania, come indipendente: ''Le differenze tra noi -dice- sono grandi, ma i socialisti -dice- non possono accettare una impostazione giustizialista che vuole processi in piazza Mastella, secondo la Procura generale, non avrebbe svolto alcun ruolo nell'utilizzo illecito di finanziamenti pubblici oggetto dell'inchiesta che vede indagati anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e numerosi parlamentari ed esponenti politici. L'indagine fu avocata dalla Procura generale proprio dopo l'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati da parte di De Magistris. Un'iniziativa che fece scattare l'intervento della Procura generale, con la decisione di avocare l'indagine, per la presunta incompatibilita' di De Magistris, nei confronti del quale qualche settimana prima lo stesso Mastella aveva chiesto il trasferimento cautelare per presunte irregolarita' nella conduzione delle sue inchieste. Resta sospesa la posizione di Prodi, a carico del quale viene ipotizzato il reato di abuso d'ufficio. Nei suoi confronti, infatti, almeno per il momento, non e' stata formulata alcuna richiesta d'archiviazione. La richiesta al gip di archiviare la posizione di Mastella e' stata sottoscritta dal procuratore generale, Vincenzo Iannelli, e dai sostituti Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo. Una richiesta motivata in 19 fogli in cui, in sostanza, si sostiene che nei confronti di Mastella non e' emerso alcun reato. Un'affermazione che era stata gia' fatta, a suo tempo, dalla Procura della Repubblica di Roma, che in un primo tempo aveva deciso di non trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri e, successivamente, aveva restituito il fascicolo alla Procura generale di Catanzaro, non rilevando nulla a carico di Mastella. L'ipotesi accusatoria nei confronti di Mastella faceva riferimento ai suoi presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e personaggio attorno al quale ruota tutta l'inchiesta Why Not. Mastella, secondo quanto ha riferito uno dei testi sentiti da De Magistris, l'ex consigliere regionale della Calabria Pino Tursi Prato, sarebbe stato in rapporti con Saladino, ricevendo da lui anche un sostegno in occasione delle ultime elezioni politiche. Un'ipotesi che nelle indagini svolte dalla Procura generale non ha, pero', trovato riscontro. ''Nacque a Catanzaro con l'inchiesta Why Not il mio calvario giudiziario e politico -afferma Mastella- con una gran cassa mediatica sui giornali e soprattutto con trasmissioni televisive che attinsero a quelle vicende in modo costante e cattivo per farmi apparire davanti agli italiani per quello che non sono. Oggi viene chiesta l'archiviazione del procedimento nei miei confronti che salda il conto solo con la mia dignita', che rimane alta e ferma. Dichiarai all'epoca, per fatti che mi erano del tutto estranei, la mia innocenza. Cosi' come continuo a dichiararla per tutto quello che giudiziariamente da allora in poi mi sta toccando''.

Ora chi mi ripagherà? "Dopo questa richiesta di archiviazione, mi chiedo chi mi ripagherà del male che mi è stato fatto". Così l'ex Guardasigilli, Clemente Mastella, commenta la richiesta dell'archiviazione della sua posizione nell'inchiesta "Why not" a Catanzaro. "Nacque a Catanzaro con l'inchiesta 'Why Not' - afferma Mastella in una nota - il mio calvario giudiziario e politico, con una gran cassa mediatica sui giornali e soprattutto con trasmissioni televisive, che attinsero a quelle vicende in modo costante e cattivo per farmi apparire davanti agli italiani per quello che non sono". "Oggi viene chiesta l'archiviazione - ricorda Mastella - del procedimento nei miei confronti che salda il conto solo con la mia dignità che rimane alta e ferma. Dichiarai all'epoca, per fatti che mi erano del tutto estranei, la mia innocenza. Così come continuo a dichiararla per tutto quello che giudiziariamente da allora in poi mi sta toccando. Non ci fu verso perché si era deciso che dovevo essere umiliato, lapidato, cacciato dalla scena politica e istituzionale". "Dopo questa richiesta di archiviazione - prosegue la nota - mi chiedo chi mi ripagherà del male che mi è stato fatto. Un male costruito senza alcun riguardo per fatti che non c'erano. Nonostante tutto - conclude il leader dell'Udeur - voglio dichiarare che la giustizia comunque c'é e che in essa bisogna avere fiducia, e che ci sono in Italia tantissimi magistrati onesti e seri che svolgono le loro funzioni tra indicibili difficoltà".

Bisognava eliminarmi. ''Bisognava eliminarmi, questo si e' realizzato e a danno mio''. Lo afferma il leader dei Popolari-Udeur Clemente Mastella, nel corso di un'intervista a Sky Tg24 dopo che oggi la Procura generale di Catanzaro ha chiesto l'archiviazione della posizione dell'ex Ministro della Giustizia indagato nell'inchiesta Why Not sull'utilizzo di finanziamenti pubblici. ''Si e' puntato - prosegue - ad abbattere anche il governo attraverso me e si e' puntato ad abbattere me utilizzando tutti i sistemi piu' sofisticati dell'arte mediatica. Per settimane sono stati montati rispetto a me una serie di fatti che non esistevano''. ''Mi hanno accusato - aggiunge - calunniato e umiliato davanti agli italiani e tutto questo su una televisione pubblica pagata dagli italiani ed invece ero innocente come si e' visto da queste dichiarazioni dei magistrati''. ''Sono stato dipinto - conclude - come un politico dedito alle truffe, capo della camorra e della n'drangheta questa e' la cosa assurda che mi ha reso vittima di questo sistema''.

 

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