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Imprenditore ucciso sulal ss208

 

L’imprenditore ucciso stava presentando offerta per i lavori sulla A3: indagini difficili.

27 mar 08 Antonio Longo, l'imprenditore ucciso ieri a colpi di fucile mentre era alla guida della sua auto, era diretto all'aeroporto di Lamezia Terme dove avrebbe dovuto ritirare, da un collaboratore, una fidejussione che gli sarebbe servita per partecipare ad una gara di appalto per dei lavori di rifacimento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria in un tratto a Sala Consilina (Salerno). L'azienda dell'imprenditore, in questo periodo, era impegnata in numerosi lavori tra i quali l'ultimazione di una palazzina per conto della Sorical, la societa' mista pubblico-privata che in Calabria gestisce il settore delle acque, alcuni lavori di realizzazione della Trasversale delle Serre, il rifacimento del lungomare di Montepaone. Per avere un quadro esatto, gli investigatori hanno acquisito tutta la documentazione relativa agli appalti della societa', la Tecnovese, e stanno adesso analizzando il materiale. Oggi, intanto, gli investigatori hanno compiuto un nuovo sopralluogo sulla statale 280 dove e' stato compiuto il delitto, ma senza trovare tracce. Al loro vaglio c'e' anche una macchia di vernice trovata sull'auto della vittima. L'obiettivo e' cercare di capire se si tratti di un vecchio incidente o se pure l'auto di Longo possa avere urtato quella degli assassini raschiando un po' di vernice.

Sentite persone legate all’azienda. In Questura a Ravenna sono state sentite alcune persone legate alla Tecnovese Spa, la ditta di edilizia e genio civile con sede a San Zaccaria (frazione della citta' romagnola) della quale dal novembre scorso Antonio Longo era procuratore generale. Tra queste, anche Francesca Foschi, amministratore unico della societa'. A quanto si e' appreso, non sarebbero emersi particolari circostanze legate all'omicidio dell'uomo.

Indagini non facili. Sono indirizzate in maniera decisa verso l'attività professionale della vittima le indagini per fare luce sull'omicidio dell'imprenditore Antonio Longo, di 50 anni, ucciso ieri mattina mentre a bordo della sua auto percorreva la statale tra Catanzaro e Lamezia. Longo era un imprenditore affermato che aveva appalti nel settore dei lavori pubblici ed è stato ucciso con modalità tipicamente mafiose. Due elementi che inducono gli investigatori a pensare che sia negli interessi della vittima la chiave di lettura del delitto. Non è escluso che l'imprenditore, con i suoi lavori, possa avere "disturbato" qualcuno. I lavori per la Trasversale delle Serre, per esempio, si svolgono in un territorio ad alta densità mafiosa. Le indagini, comunque, al momento, continuano ad essere dirette dalla Procura ordinaria di Lamezia Terme, in attesa di delineare meglio i contorni del delitto, e sono condotte dalla squadra mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme. La soluzione del caso, comunque, ha spiegato un investigatore, "non è affatto facile, anzi è complicata". Gli inquirenti, al momento, hanno una certezza: ad agire sulla statale 280 sono stati dei professionisti. Tendere un agguato ad un uomo mentre sta guidando, di giorno, su una superstrada sempre molto trafficata, é la convinzione degli investigatori, richiede "capacità" criminali notevoli. I sicari probabilmente seguivano già da alcuni chilometri la loro vittima e per entrare in azione hanno atteso un tratto in rettilineo, per avere la certezza di non avere altre macchine dietro, seguito da una curva che induce a rallentare la velocità e distante poche centinaia di metri da uno svincolo, per poter fuggire subito su strade secondarie. Dopo il delitto sono scattate le battute nella zona alla ricerca del mezzo usato dagli assassini, ma al momento non è stato trovato ancora niente. Gli investigatori, intanto, proseguono nelle audizioni di parenti, amici e persone legate a Longo per questioni di affari, alla ricerca di un elemento utile alle indagini. L'imprenditore, quando è stato ucciso, si stava recando all'aeroporto per recarsi a Roma, dove aveva alcune riunioni di affari e dove vivono i suoi due figli che studiano all'Università. Con sé aveva anche una somma di denaro, ma a questo particolare gli investigatori non sembrano attribuire grande importanza, vista l'attività che svolgeva la vittima.

Eseguita l’autopsia, acquisite le carte degli appalti. Si è svolta nel pomeriggio, a Catanzaro, l'autopsia sul corpo di Antonio Longo, l'imprenditore ucciso ieri in un agguato compiuto a Maida. L'incarico è stato affidato dalla Procura di Lamezia Terme, che coordina le indagini, al prof. Pietrantonio Ricci, ordinario di medicina legale dell'Università di Catanzaro e direttore dell'istituto di medicina legale. Dai primi rilievi sul corpo effettuati sul luogo del delitto, Longo sarebbe stato raggiunto alla testa ed al collo da due colpi di fucile caricato a pallettoni. Sul fronte investigativo, intanto, la polizia ha acquisito tutto il carteggio relativo agli appalti ottenuti dall'impresa di Longo, la Tecnovese, e a quelli in fase di definizione, oltre ai tabulati telefonici del cellulare della vittima. Gli investigatori, poi, continuano nelle audizioni di conoscenti e collaboratori di Longo e, nei prossimi giorni sentiranno anche tutti coloro che erano in rapporti di affari con la vittima. Longo, con le sue imprese, lavorava non solo in Calabria, ma anche in altre regioni ed in particolare in Emilia Romagna, tanto che aveva aperto delle succursali sia a Ravenna che a Cesena. La pista seguita resta quella dell'attività professionale. Longo è stato descritto agli investigatori come un imprenditore che stava crescendo e questo, è l'ipotesi, potrebbe avere dato fastidio a qualcuno.

 

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