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Processo Fortugno

 

Processo Fortugno: Il calciatore ucciso incontrò il fratello di Fortugno. Probabile collegamento tra i due omicidi

05 mar 08 E' cominciata con la deposizione di un sottufficiale dei carabinieri, Giuseppe Lucà, in servizio al Comando provinciale di Reggio Calabria, l'udienza del processo per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. Lucà è uno dei testi citati dalla pubblica accusa. Il sottufficiale ha illustrato il monitoraggio che è stato effettuato il giorno dell'omicidio di Fortugno delle telefonate fatte con cellulari ed apparecchi fissi nella zona di Locri. Il monitoraggio è stato fatto nella mattinata e nel pomeriggio fino all'omicidio di Fortugno. Nel corso dell'udienza saranno sentiti anche altri testi citati dalla pubblica accusa. Imputati dell'assassinio di Fortugno sono Domenico Audino, Salvatore Ritorto, che sarebbe stato l'esecutore materiale dell'omicidio, ed Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, accusati di essere stati i mandanti. Altri quattro imputati, Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali, rispondono di associazione per delinquere di tipo mafioso.

Un collegamento tra gli omicidi Fortugno e Cotroneo. Potrebbe esserci un collegamento tra l'omicidio di Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005, e quello del calciatore del Locri Vincenzo Cotroneo, avvenuto il 19 marzo del 2006. E' quanto scrive il quotidiano Calabria Ora. L'ipotesi del collegamento trae origine da un incontro che Cotroneo, poco prima di essere ucciso, aveva avuto, insieme ai genitori, con Domenico Fortugno, fratello di Francesco. A riferire dell'incontro, in una dichiarazione fatta ai magistrati dopo l'omicidio del figlio, è stato il padre di Vincenzo Cotroneo, Rocco. Secondo quanto ha riferito Rocco Cotroneo, Domenico Fortugno si recò a casa di Vincenzo Cotroneo per informare il giovane ed i suoi familiari che la cognata, Maria Grazia Laganà, moglie di Francesco Fortugno, si sarebbe candidata alle elezioni politiche. Nell'articolo del quotidiano si sottolinea anche il fatto che Vincenzo Cotroneo, il giorno dopo il suo omicidio, avrebbe dovuto essere sentito dai magistrati della Dda di Reggio Calabria che indagavano sull'omicidio di Fortugno in merito al danneggiamento ai danni di un circolo ricreativo di sua proprietà, avvenuto a Locri il 19 marzo del 2005. Testimonianza motivata dal fatto che per compiere l'intimidazione, secondo quanto è emerso dalle indagini, fu utilizzata la stessa pistola con la quale fu ucciso Francesco Fortugno.

Ritorto lamenta maltrattamenti in carcere. "Le guardie carcerarie attuano nei miei confronti maltrattamenti di natura psicologica". E' quanto ha detto Salvatore Ritorto, accusato dell'esecuzione materiale dell'omicidio di Francesco Fortugno, collegato in videoconferenza col processo in corso a Locri in Corte d'assise. Ritorto è detenuto nel carcere di Tolmezzo (Udine). "Il personale penitenziario - ha aggiunto Ritorto - mi disturba mentre dormo. Mi svegliano per un nonnulla. Contro di me vengono attuati comportamenti scorretti". Ritorto ha anche riferito di avere chiesto sin dal 21 gennaio scorso di incontrare il procuratore per denunciare i maltrattamenti che afferma di subire. Il difensore di Ritorto, Rosario Scarfò, ha detto che scriverà, per chiedere chiarimenti su quanto riferito dal suo assistito, al giudice di sorveglinza di Trieste ed al direttore del carcere di Tolmezzo.

I parenti del calciatore “Il fratello ci chiese voti”. Domenico Fortugno, fratello di Francesco Fortugno, il 18 marzo del 2006, incontrò Vincenzo Cotroneo, il calciatore del Locri ucciso il giorno dopo a Bianco, per chiedere voti per la moglie di Fortugno, Maria Grazia Laganà, candidata alle elezioni politiche. A riferirlo, nel corso dell'udienza di oggi del processo per l'omicidio di Fortugno, sono stati Giuseppe ed Angelo Cotroneo, padre e fratello di Vincenzo Cotroneo. All'incontro parteciparono anche Giuseppe ed Angelo Cotroneo. Questi ultimi hanno così confermato, a proposito dell'incontro con Domenico Fortugno, le dichiarazioni che avevano reso subito dopo l'omicidio di Vincenzo Cotroneo.

Il calciatore ucciso non fu sentito sull’omicidio Fortugno. Vincenzo Cotroneo, il calciatore ucciso a Bianco il 19 marzo del 2006, non era stato convocato dai carabinieri a Reggio Calabria per essere sentito in relazione alle indagini sull'omicidio di Francesco Fortugno. E' quanto hanno riferito il padre ed il fratello del calciatore, Giuseppe ed Angelo Cotroneo, sentiti come testi oggi nel processo per l'omicidio di Fortugno. "Da quello che mi risulta - - ha detto Angelo Cotroneo rispondendo alle domande dei pm Mario Andrigo e Marco Colamonici - Vincenzo doveva essere sentito dai carabinieri solo per questioni amministrative in relazione alla decisione di chiudere il negozio di abbigliamento sportivo che aveva aperto alcuni anni prima. La sua convocazione non aveva nulla a che vedere con l'omicidio di Fortugno". Nel corso dell'udienza l'avvocato Menotti Ferrari, difensore di Alessandro e Giuseppe Marcianò, accusati di essere stati i mandanti dell'omicidio di Fortugno, ha posto domande a Giuseppe Cotroneo sull'attività di commercio di abbigliamento sportivo svolta da Vincenzo Cotroneo e su una possibile concorrenza con Giuseppe Marcianò, che svolgeva anch'egli un'attività di commercio all'ingrosso di abbigliamento sportivo. "Tra Vincenzo e Marcianò - ha detto Giuseppe Cotroneo - non c'era alcuna concorrenza perché mio figlio lavorava nel commercio al dettaglio". Il processo è stato aggiornato poi a lunedì prossimo, 10 marzo.

 

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