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Tentato omicidio a Petilia: fermati due del clan Comberiati. PM Bruni “situazione esplosiva nel crotonese”

30 mar 08 Due persone sono state sottoposte a fermo dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone nell'ambito delle indagini sul tentato omicidio di Giuseppe Liotti, di 61 anni, ferito in un agguato ieri mattina a Petilia Policastro, nel crotonese. Si tratta di Salvatore e Pietro Comberiati, di 42 e 28 anni, rispettivamente fratello e figlio di Vincenzo Comberiati, considerato dagli investigatori il capo dell'omonima cosca di Petilia, attualmente detenuto. A sparare contro Liotti, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, sono state due persone con il volto coperto da caschi da motociclista. I due hanno esploso numerosi colpi di pistola calibro 9 uno dei quali ha ferito Liotti al torace mentre si trovava a bordo della sua moto ape. L'uomo si trova ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale di Crotone. L'accusa per Salvatore e Pietro Comberiati è di tentato omicidio. Il fermo dei due è stato disposto dalla Procura di Crotone.

PM Bruni “Situazione esplosiva in tutto il crotonese”. In tutta la provincia di Crotone la situazione ''e' esplosiva''. A dirlo e' stato il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, applicato alla Dda di Catanzaro, dopo i tre omicidi commessi la settimana scorsa tra Papanice di Crotone e Isola Capo Rizzuto, ed il ferimento di ieri a Petilia Policastro. Tra l'altro, ha aggiunto il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, nel crotonese la situazione ''e' resa ancora piu' pericolosa per l'estrema frammentazione delle organizzazioni criminali''. Non ha caso, ha sottolineato Bruni, ''ci sono imprenditori vessati perche' devono pagare a due o tre consorterie diverse''. ''Pero' - ha aggiunto il magistrato - non si devono chiedere atti di eroismo agli imprenditori. Tutti devono fare il proprio dovere. Nel momento in cui cio' avverra' anche gli imprenditori faranno il loro''. I due magistrati hanno parlato con i giornalisti, stamani, per illustrare i dettagli dell'operazione che ha portato al fermo di due persone per il tentato omicidio di ieri a Petilia Policastro. Un episodio che non e' collegato ai tre delitti. Il comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Crotone, il maggiore Luigi Di Santo, dal canto suo, ha sottolineato come il controllo del territorio, intensificato negli ultimi giorni, sia fondamentale perche' stando sul territorio, quando succede qualcosa, l'intervento e' immediato e puo' produrre risultati come nel caso di Petilia, dove i due presunti autori del ferimento sono stati individuati dai militari di una pattuglia.

Uccisi 4 mesi fa i fratelli di uno dei fermati. Nel dicembre dello scorso anno, a Petilia Policastro, furono uccisi i fratelli Luigi e Francesco Comberiati, di 24 e 29 anni, figli del capo cosca Vincenzo, e fratelli e nipoti delle due persone sottoposte a fermo oggi con l'accusa di tentato omicidio per il ferimento di Giuseppe Liotti, avvenuto ieri. Tra i due episodi, in ogni caso, hanno riferito gli investigatori non ci sono legami. Anche perche' l'autore del duplice delitto dei fratelli Comberiati era stato individuato dagli investigatori, ma fu ucciso prima che potesse essere arrestato. Luigi e Francesco Comberiati furono uccisi il 2 dicembre scorso. Francesco era al posto di guida del suo fuoristrada, parcheggiato in una via del centro, nei pressi di un bar. Luigi, invece, si trovava su un'altra auto, ferma accanto a quella del fratello. Francesco fu ucciso in auto, mentre Luigi riusci' a scendere dalla vettura e, percorsi una cinquantina di metri, ad entrare in un ristorante tentando di rifugiarsi nella cucina. Il killer, pero', non gli dette scampo uccidendolo con alcuni colpi alla testa, incurante di alcuni clienti e dei dipendenti del ristorante. A sparare, accertarono le indagini, fu Francesco Bruno, di 29 anni, anche lui legato alla cosca Comberiati, probabilmente dopo un litigio con uno dei fratelli. Gli investigatori risalirono subito a lui perche', agendo a volto scoperto, era stato riconosciuto. Quando le forze dell'ordine andarono ad arrestarlo, pero', l'uomo era gia' fuggito. Bruno, pero', non riusci' a sfuggire alla vendetta. Il 15 dicembre fu ucciso con una fucilata alla testa ed il suo corpo abbandonato in una zona periferica di Petilia con le mani ed i piedi legati.

Fratello del ferito scomparso dal 2002. Il tentato omicidio di Giuseppe Liotti, l'uomo ferito ieri mattina in un agguato a Petilia Policastro e per il quale sono state sottoposte a fermo due persone, potrebbe essere maturato nell'ambito di contrasti interni alla criminalità della zona. E' quanto si è appreso sino ad ora in ambienti investigativi. Un fratello di Giuseppe Liotti, Pasquale, considerato un elemento di spicco della criminalità di Petilia, è scomparso dal 2002. Formalmente è latitante, visto che è ricercato per scontare una condanna a 18 anni di reclusione per vari reati, ma gli investigatori ritengono che possa essere stato vittima della lupara bianca. Prima di scomparire era ritenuto un alleato dei Combariati. Giuseppe Liotti, già noto alle forze dell'ordine e sorvegliato speciale, era stato arrestato dai carabinieri nell'ottobre del 2006 perché trovato in possesso di una pistola calibro 9 con la matricola cancellata che portava alla cintura e di due caricatori con 14 cartucce dello stesso calibro. In ogni caso, per gli investigatori, l'uomo ferito ieri avrebbe avuto una posizione defilata rispetto alla criminalità di Petilia.

I fermati intercettati dai CC. E' stata una pattuglia dei carabinieri, impegnata nei servizi di controllo del territorio dopo i tre delitti di Papanice di Crotone e Isola Capo Rizzuto, ad imbattersi negli autori dell'agguato compiuto a Petilia Policastro, poi identificati in Salvatore e Pietro Comberiati, di 42 e 28 anni, zio e nipote, sottoposti a fermo stamani. Lo hanno riferito magistrati ed investigatori incontrando i giornalisti. I due fermati, rispettivamente fratello e figlio di Vincenzo Comberiati, considerato dagli investigatori il capo dell'omonima cosca di Petilia, attualmente detenuto, secondo l'accusa sono le due persone che ieri, in tarda mattinata, a bordo di uno scooter e con in testa un casco di quelli che lasciano scoperto il viso, hanno sparato contro Giuseppe Liotti, di 61 anni, gia' noto alle forze dell'ordine e sorvegliato speciale di ps. I due, secondo l'accusa, in un primo momento hanno affiancato la moto ape su cui viaggiava Liotti ed hanno sparato due colpi senza ferire l'uomo. Quindi hanno superato il mezzo ed hanno sparato contro il parabrezza ferendo Liotti al torace. Subito dopo il fatto, una pattuglia dei carabinieri che era nelle vicinanze per controlli disposti nell'ambito dell'intensificazione della vigilanza dopo gli omicidi di Crotone, ha intercettato le due persone sullo scooter che si allontanavano. I due sono stati subito rintracciati e portati in caserma. Quindi la Procura ha disposto il fermo per tentato omicidio. Il movente del ferimento, secondo gli investigatori sarebbe da ricercare in vecchie acredini tra le famiglie Liotti e Comberiati risalenti alla fine degli anni '90 quando il fratello di Giuseppe Liotti, Pasquale, era considerato il reggente della cosca di Petilia Policastro. Dopo l'arresto di Pasquale Liotti, avvenuto nel 2000, e la successiva scomparsa, nel 2002, lo scettro del comando, secondo gli investigatori, e' passato nelle mani di Vincenzo Comberiati che sta adesso scontando una condanna a 16 anni di reclusione.

 

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