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Omissioni nell'inchiesta sulla morte di Federica

 

Omissioni nell’inchiesta sulla morte di Federica Monteleone. Inchiesta a Salerno

04 mar 08 Passa alla Procura della Repubblica di Salerno, competente a indagare sui magistrati del distretto di Corte d'Appello di Catanzaro, l'inchiesta sulla morte di Federica Monteleone, la sedicenne di Vibo Valentia entrata in coma mentre veniva sottoposta ad un intervento di appendicite e morta dopo una settima di coma all'ospedale di Cosenza. La decisione, come rivela un quotidiano, è stata presa dal sostituto procuratore di Vibo Valentia Fabrizio Garofalo "che avrebbe riscontrato delle presunte omissioni da parte di un magistrato nella fase iniziale delle indagini". In base a quanto scrive il giornale "nello svolgimento delle prime indagini qualcuno avrebbe operato, volontariamente o involontariamente, questo è tutto da accertare per favorire i vertici dell'azienda sanitaria provinciale". A determinare la decisione sarebbe stato il deposito della perizia medico legale del prof. Pietrantonio Ricci che avrebbe svelato ulteriori particolari sulle cause che hanno determinato il decesso della sedicenne. "Al centro della nuova inchiesta - scrive Gazzetta del Sud - c'é un magistrato, forse la persona che ha coordinato le indagini prima che il fascicolo fosse assegnato al sostituto Garofalo". Attualmente sono otto le persone indagate nell'inchiesta per concorso in omicidio colposo.

Tra i primi ad indagare il Procuratore di Vibo. Le prime indagini sulla morte di Federica Monteleone, la sedicenne entrata in coma mentre stava subendo un intervento di appendicite nell'ospedale di Vibo Valentia e morta dopo una settimana a Cosenza, vennero condotte dal sostituto procuratore Fabrizio Garofalo (lo stesso che ha trasmesso le carte dell'inchiesta alla Procura della Repubblica di Salerno) e dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Alfredo Laudonio. Garofalo ha chiamato in causa la Procura della Repubblica della città campana, competente sulla Corte d'appello di Catanzaro, riscontrando le "presunte omissioni da parte di un magistrato nella fase iniziale delle indagini". In particolare, Garofalo e Laudonio, il 25 gennaio, un giorno prima del decesso di Federica, condussero l'interrogatorio nei confronti del medico anestesista Francesco Costa, nei confronti del quale venne emesso un avviso di garanzia (analogo provvedimento venne inviato ad un infermiere tecnico di anestesia, Mario Silvestri) per lesioni colpose.

 

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