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Sequestrato cantiere su 106: imprese contigue a cosche

 

La DDA di Reggio sequestra un cantiere sulla 106: i fornitori contigui alle cosche

31 mar 08 I cantieri allestiti per i lavori di costruzione del nuovo tratto della strada statale 106 a Marina di Gioiosa Ionica, nella Locride, del valore di 90 milioni di euro, sono stati sequestrati dai carabinieri del Gruppo Locri su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Sono anche stati emessi sette avvisi di garanzia nei confronti dei responsabili dei cantieri e delle ditte impegnate nei lavori tra i quali figura il presidente del consiglio di amministrazione della 'Gioiosa Scarl', un'associazione di imprese, di Riarlo (Caserta). I reati ipotizzati sono truffa ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture al fine di agevolare le cosche della 'ndrangheta operanti a Marina di Gioiosa Ionica e a Gioiosa Ionica. Il nuovo tratto in costruzione, della lunghezza di cinque chilometri, deve collegare la contrada Romano alla strada di grande comunicazione Ionio-Tirreno.

Fornitori contigui alle cosche. Uso di calcestruzzo non conforme al capitolato d'appalto con l'Anas e contiguita' di alcuni fornitori con noti esponenti della criminalita' organizzata della zona: e' quanto emerso dall'inchiesta condotta dai carabinieri del Gruppo Locri e coordinate dalla Dda di Reggio Calabria che stamani ha portato al sequestro del cantiere dei lavori a Marina di Gioiosa Ionica. L'impresa aggiudicatrice, la societa' consortile Gioiosa Scarl, costituita dalle societa' Demoter Spa di Messina, Fondazioni Speciali Spa di Noceto (Parma), ImmobilGi Federici Stirling di Roma e e Sicos, di Noceto (Parma), secondo quanto rilevato dai carabinieri, per utilizzare un calcestruzzo diverso per le opere, avrebbe messo in atto alcuni artifici tali da far sembrare regolari le forniture inducendo in errore l'Anas che avrebbe liquidato le spettanze per forniture non effettuate o effettuate in maniera diversa da quanto previsto. Inoltre, la contiguita' tra alcuni fornitori e elementi della 'ndrangheta avrebbe permesso alle cosche di trarre benefici e vantaggi. Oltre a sequestrare gli stabili ed i container degli uffici del campo base Gioiosa Scarl, situati in contrada Romano' di Marina di Gioiosa Jonica, i carabinieri hanno sequestrato l'intero cantiere, con tutte le opere realizzate e le apparecchiature utilizzate; campionature di calcestruzzo e relativi verbali di prelievo e delle prove di laboratorio; documentazione relativa all'appalto. Informazioni di garanzia sono state notificate a M.C., di 67 anni, presidente del Consiglio di amministrazione della Gioiosa, originario di Riardo (Caserta); N.P. (45), direttore di cantiere, di Pietramelara (Caserta); C.C (58), capo cantiere, di Palermo; G.C. (39), capo cantiere, di Pietra Melara (Caserta); L.G. (44), capo cantiere di Caserta. F.A. (24) socio di un impianto per la produzione di calcestruzzo, movimento terra e bitume; C.N. (64), amministratore unico di una ditta per la produzione di inerti, calcestruzzo, movimento terra. I reati ipotizzati nei loro confronti sono frode in appalti pubblici e truffa ai danni dello Stato con l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare le organizzazioni mafiose operanti nei comuni di Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. Le indagini sono partite dopo una serie di danneggiamenti subiti dalla Gioiosa Scarl alla quale sono stati incendiati otto container, una gru.

 

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