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Arrestato il consigliere regionale Franco La Rupa

 

La Rupa arrestato per voto di scambio, era socio in affari del boss Gentile. PM Spagnuolo (DDA) “Condizionata società legale”

19 mar 08 Socio in affari del boss della 'ndrangheta di Amantea Tommaso Gentile, dal quale avrebbe ricevuto sostegno elettorale in occasione della consultazione regionale del 2005. E' l'accusa in base alla quale è stato arrestato il consigliere regionale della Calabria Franco La Rupa, di 49 anni, ex Udeur, attualmente sospeso dal partito. La Rupa, posto agli arresti domiciliari, è coinvolto nell'inchiesta Nepetia della Dda di Catanzaro che il 20 dicembre scorso aveva già portato al fermo di 39 persone tra cui lo stesso Tommaso Gentile, accusato di avere condizionato le attività del Comune di Amantea all'epoca in cui sindaco del centro del cosentino era proprio Franco La Rupa. Insieme a La Rupa sono finite agli arresti domiciliari altre tre persone: un sottufficiale dei carabinieri, Armando Mendicino, di 46 anni, un appuntato della Guardia di finanza, Domenico De Luca (42), ed il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune di Amantea, Concetta Schettini (54), accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Mendicino e De Luca avrebbero agevolato le attività della cosca Gentile, fornendo al capo della cosca informazioni su indagini che lo riguardavano. Concetta Schettini é coinvolta nell'inchiesta, invece, perché avrebbe favorito la concessione della gestione del porto di Amantea ad una società collegata a Gentile. La Rupa è già coinvolto in un'altra inchiesta della Dda di Catanzaro in cui si ipotizza un sostegno elettorale in suo favore, sempre nel 2005, da parte della cosca Forastefano di Cassano allo Jonio. Anche per quest'inchiesta la Dda aveva chiesto l'arresto di La Rupa, ma la richiesta era stata rigettata dal gip con una decisione successivamente confermata dal Tribunale per riesame. Secondo il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, l'arresto di La Rupa "getta ulteriori ombre sul Consiglio Regionale della Calabria. Ancora una volta emerge un sistema di relazioni trasversale tra la politica, la pubblica amministrazione e gli interessi mafiosi sul territorio". Marco Minniti ha detto che "é importante che le indagini vadano avanti e che ci sia un forte controllo di legalità in Calabria", mentre il presidente della Regione, Agazio Loiero, ribadendo che "l'interesse principale è quello del controllo del territorio", si è augurato che "La Rupa possa risultare del tutto estraneo alle accuse".

Socio in affari con il boss Gentile. Franco La Rupa, il consigliere regionale della Calabria arrestato con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso, secondo la Dda sarebbe stato socio in affari di Tommaso Gentile, capo dell'omonima cosca di Amantea, il centro del cosentino di cui lo stesso La Rupa è stato a lungo sindaco. In particolare, La Rupa nel 2005, all'epoca in cui era primo cittadino di Amantea, si sarebbe accordato con Gentile per partecipare alla costituzione della società di navigazione Nepetia, armatrice della motonave Benedetta II utilizzata per l'effettuazione di crociere tra Amantea e le Isole Eolie. La Rupa, attraverso un suo prestanome, Venturino Sposaro, avrebbe versato 83 mila euro per la costituzione della società Nepetia. Giunti però nel giugno del 2005, quando avrebbe dovuto rispettare l'impegno a versare ulteriori 150 mila euro, come ulteriore acconto sul prezzo di acquisto della motonave, La Rupa si sarebbe però tirato indietro. La Rupa era già indagato nell'inchiesta Nepetia all'epoca in cui, nel dicembre dello scorso anno, la Dda di Catanzaro dispose il fermo di 39 persone tra cui il presunto boss Tommaso Gentile, capo dell'omonima cosca. In quell'occasione la Dda di Catanzaro dispose il sequestro del porto di Amantea, dato in gestione ad una società vicina alla cosca Gentile, e della motonave Benedetta II.

PM Spagnuolo (DDA) “Condizionata società legale”: "I provvedimenti emessi oggi dal gip distrettuale sono un ulteriore significativa verifica dell'operazione Nepetia per la quale la Dda aveva già adottato 39 provvedimenti di fermo confermati dall'autorità giudiziaria competente". Lo afferma, in una dichiarazione, il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo. "In quest'operazione - aggiunge Spagnuolo - la 'ndrangheta mostra il suo nuovo volto, capace com'é non solo di condizionare la società legale e di infiltrarsi nelle istituzioni, ma addirittura di proporsi come soggetto erogatore di servizi per come già la Dda di Catanzaro aveva evidenziato alla Commissione parlamentare antimafia. Continuiamo a lavorare con il consueto impegno nell'azione di contrasto al crimine organizzato".

Loiero “Auspico risulti l’estraneità di La Rupa”. "Il mio augurio, e non è una formula di rito, è che La Rupa possa risultare alla fine del tutto estraneo alle accuse che gli vengono mosse". Lo ha detto il presidente della Regione, Agazio Loiero, commentando con i giornalisti la notizia dell'arresto del consigliere regionale Franco La Rupa nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro. "Non ho avuto modo di leggere le carte - ha aggiunto Loiero - e quello che posso dire è che l'interesse principale rimane legato al controllo del territorio, che rimane una delle priorità. Non mi sembra che alla luce delle carte che nessuno ha potuto vedere si possa aggiungere altro. Saro pronto ad affrontare il tema quando le avremo potuto visionare".

Minniti “Le indagini vadano in fondo”. ''La nostra posizione è chiarissima: vedremo le carte. Penso tuttavia sia importante che le indagini vadano avanti e che ci sia un forte controllo di legalità in Calabria". Lo ha detto Marco Minniti, segretario regionale del PD commentando l'arresto del consigliere regionale Franco La Rupa nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro con l'accusa di accusato di avere ottenuto sostegno elettorale dalla cosca di Amantea (Cosenza) in occasione delle consultazioni regionali del 2005. "Mi pare che il quadro che è venuto fuori - ha aggiunto Minniti - tenuto conto che queste cose vanno confermate, delinei una presunta complicità un po' più ampia dal momento che sono stati interessati anche degli esponenti delle forze dell'ordine. Su questo terreno più si va a fondo, meglio è". "L'interesse della Calabria in senso lato e delle istituzioni calabresi - ha detto ancora Minniti - è che si vada fino in fondo e che non ci sia nessuna zona d'ombra. Le indagini devono avere il loro corso e noi siamo attenti ai principi di legalità, come è giusto, ma anche ai principi delle garanzie individuali e collettive"

Mancini (PS) “Le candidature 2005 pessimo servizio di Minniti”. ''Ricordo male o le liste del centrosinistra per le regionali del 2005 furono esaminate al microscopio dall'onorevole Minniti, che si arrogo' anche il diritto di escludere chi non riteneva moralmente degno?''. E' quanto si chiede, in una dichiarazione, il deputato Giacomo Mancini, del Partito Socialista, commentando l'arresto del consigliere regionale della Calabria Franco La Rupa. ''Dopo i fatti di oggi - aggiunge Mancini- i calabresi hanno l'ennesima conferma che Minniti fece forse un buon lavoro per il suo partito, ma certamente un pessimo servizio alla Calabria''.

Napoli (AN) “Gravi coperture da esponenti politici”. ''Plaudo, con vivo compiacimento, al lavoro del procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, e dei sostituti Domenico Fiordalisi e Raffaella Sforza, che questa mattina ha portato agli arresti del consigliere regionale Franco La Rupa e di altre tre persone". Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato di An Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Gli arresti in questione, che coronano l'operazione Nepetia - prosegue l'on.Napoli - evidenziano l'alleanza esistente, anche nel Tirreno cosentino, tra la locale cosca Gentile e parte del mondo politico. Appare davvero grave, inammissibile e decisamente da contrastare, la copertura che alcuni personaggi politici osano prestare per gli illeciti affari dei malavitosi e per consentire agli stessi il dominio del territorio. Proprio nella giornata di ieri avevo richiamato i rapporti che in Calabria si instaurano, in particolare durante le campagne elettorali, tra mondi politico e mafioso. Inoltre, pur riconoscendo il valido lavoro investigativo di tutte le Forze dell'ordine calabresi, non si può sottacere la gravità dell'arresto di un sottufficiale dei carabinieri e di un appuntato della Guardia di finanza, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, a dimostrazione della capacità della 'ndrangheta di infiltrarsi ed avere 'supportò anche nel settore investigativo, intralciando decisamente la bontà del lavoro degli inquirenti". Secondo la parlamentare di An, infine, "l'arresto della dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Amantea, pone, poi, la necessità di un'urgente rivisitazione della legge sullo scioglimento dei Consigli comunali, in particolare, laddove non si fa alcun riferimento alle collusioni tra dirigenti amministrativi e criminalità organizzata"

 

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