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Agguato sulla ss280: ucciso un imprenditore

 

Imprenditore ucciso sulla ss2870: la vittima parte lesa in un processo per racket. Preoccupazione di Confindustria Calabria.

26 mar 08 Un delitto eclatante nelle modalita', ucciso a fucilate sparate mentre stava guidando la sua auto su una superstrada alle 10 del mattino, e di difficile lettura: si presenta cosi' l'analisi dell'omicidio compiuto stamani tra Catanzaro e Lamezia Terme dell’imprenditore Antonio Longo, di 50 anni. Qualcuno parla di un delitto di ''altissima mafia''. Longo, incensurato e definito un imprenditore pulito, era parte lesa in un processo contro il racket in corso a Cosenza. Era assai noto in Calabria, con molte amicizie, trasversali, nelle istituzioni, nella politica (un cognato, tra l'altro, e' attualmente candidato del Pd alle Provinciali di Catanzaro e consigliere comunale a Soverato), nel mondo delle professioni e degli affari, con lavori importanti e di grande rilievo. Su tutti un pezzo della trasversale delle Serre, una grande strada di collegamento tra il Tirreno e lo Jonio che attraversa le province di Catanzaro e Vibo. Una strada che aspetta di essere ultimata da 30 anni e su cui Longo - che era nato a S.Ilario sullo Jonio, nella locride, ma risiedeva con la moglie ed i due figli a Soverato (Catanzaro) - e le ditte a lui collegate avevano alacremente avviato i lavori al punto da partecipare, cinque mesi fa, alla cerimonia per l'abbattimento dell'ultimo diaframma di una galleria, la piu' lunga dell'arteria, che la sua impresa, la Tecnovese, aveva concorso a realizzare. Oltre a questo Longo aveva ottenuto degli appalti anche dalla Sorical, la societa' che in Calabria si occupa della gestione delle acque. Inoltre aveva uno studio di consulenza a Satriano al quale si rivolgevano grandi imprese impegnate in lavori in Calabria. E sugli affari della vittima sembrano concentrarsi le attenzioni degli investigatori che al momento hanno solo un dato da cui partire: le modalita' dell'agguato, tipicamente mafiose. Gli assassini hanno agito di mattina, usando un fucile caricato a pallettoni e sparando da un mezzo in corsa su una superstrada sempre molto trafficata e con il rischio di essere visti. Tanto che sul luogo del delitto, pochi secondo dopo che era avvenuto, sono transitati tre finanzieri che, pero', hanno potuto vedere solo l'auto di Longo procedere ondeggiando e sempre piu' lentamente fino a fermarsi contro la barriera di protezione centrale. Gli inquirenti, comunque, non si sbilanciano. Per ora indaga infatti la Procura competente per territorio, quella di Lamezia Terme, e la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aspetta di capire gli sviluppi. La vita professionale di Longo, visto che e' scartata la pista privata, in queste ore viene passata al setaccio dagli uomini della squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme che con il pm titolare dell'inchiesta, Elio Romano, stanno sentendo familiari, amici, conoscenti, soci nelle sue attivita' imprenditoriali e tutti coloro che erano in rapporti di affari con lui. Un lavoro che potrebbe andare avanti per giorni. E' in questi interrogatori che gli investigatori sperano di trovare un elemento, una traccia, che consenta loro di indirizzare le indagini verso una pista precisa e risolvere il caso dell'omicidio dell'imprenditore sul quale sembrano avere pochi dubbi, invece, gli industriali calabresi. ''E' questo - si e' chiesto il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose - il tributo che gli imprenditori devono pagare per aver scelto di stare dalla parte della legalita' e della denuncia?''.

La vittima parte lesa in processo per racket a Cosenza. Antonio Longo, l'imprenditore ucciso stamattina a Maida, era parte lesa in un processo per racket a Cosenza. E' quanto si e' appreso in ambienti investigativi. Il particolare viene preso in considerazione dalla Polizia per risalire al movente dell'assassinio di Longo, riguardo al quale, comunque, le indagini non hanno ancora imboccato una pista precisa. Particolare importanza viene attribuita, in questo senso, all'attivita' di imprenditore svolta da Longo. Un'ipotesi che viene esaminata, tra l'altro, e' che Longo, aggiudicandosi un appalto per la realizzazione della trasversale delle Serre, abbia potuto ''disturbare'' gli interessi di altri imprenditori vicini alla 'ndrangheta.

Finanzieri hanno visto l’auto sbandare. Solo per una manciata di secondi gli autori dell'agguato all'imprenditore Antonio Longo non sono stati intercettati da tre finanzieri. I militari, infatti, sono passati sul luogo del delitto, avvenuto lungo la statale 280 nei pressi dello svincolo per Vena di Maida, pochi secondi dopo che l'assassinato aveva sparato i due colpi di fucile. I finanzieri, infatti, sopraggiungendo a bordo della loro auto, hanno visto l'Audi dell'imprenditore procedere ondeggiando e sempre piu' lentamente fino a fermarsi contro la barriera di protezione centrale. Pensando ad un incidente, i tre militari hanno subito chiamato la polizia stradale, quindi si sono avvicinati per prestare i primi soccorsi. E' stato allora che hanno visto il corpo di Longo ed hanno capito quello che era accaduto. I finanzieri hanno avuto poi il merito di segnalare alle auto in arrivo la presenza nel mezzo della strada ed in un tratto in curva della vettura di Longo evitando cosi' il rischio di uno scontro a catena.

Non aveva subito minacce o intimidazioni. Non aveva mai subito minacce o intimidazioni Antonio Longo, l'imprenditore ucciso stamani in un agguato. A riferirlo e' stato un socio di Longo sentito oggi dagli investigatori. Da quanto emerso dai primi interrogatori di parenti, amici e soci della vittima, e' emerso anche che l'azienda di Longo, la Tecnovese, ogni volta che era chiamata a subappaltare i lavori ottenuti si rivolgeva ad imprese del luogo in cui operava. L'azienda, in passato, ha anche fatto dei lavori nella zona di Ravenna e per questo motivo una sede della societa' e' rimasta nella citta' emiliana. L'impresa, secondo quanto si e' appreso, aveva numerosi contatti con altre imprese e gli investigatori intendono ora ascoltare tutti coloro che hanno avuto rapporti d'affari con l'imprenditore ucciso. Un lavoro che potrebbe durare giorni.

Aveva attività anche a Ravenna. Dalla visura camerale di Ravenna risulta che Antonio Longo dal 7 novembre scorso era procuratore generale per la Tecnovese Spa, impresa edile specializzata in opere di genio civile con sede legale nella frazione di San Zaccaria. Nonostante cio', Longo non era un impreditore molto conosciuto nella citta' romagnola dove era solito trattenersi solo per motivi strettamente professionali. Sempre in Romagna il 50enne calabrese era anche socio accomandante della Nuova Sigma Sas di Cesenatico (Forli'-Cesena) dal dicembre 2001, amministratore unico della Immobiliare Nobel Srl di Cesena dal maggio 2005 e amministratore della Perla Srl di Cesenatico dal giugno 2005.

Preoccupazione di Confindustria Calabria. ''E mentre in questa campagna elettorale viene enfatizzato tutto e il contrario di tutto, in Calabria si continua a morire di mafia. Siamo passati dagli attentati dinamitardi alle esecuzioni: e' questo il tributo che gli imprenditori devono pagare per aver scelto di stare dalla parte della legalita' e della denuncia?''. A sostenerlo e' stato il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, dopo l'omicidio dell'imprenditore Antonio Longo. ''E' ora di smetterla con i processi mediatici - hanno aggiunto, in una nota, i presidenti delle Associazioni territoriali di Confindustria - spesso molto spettacolari ma, quasi sempre, poco concludenti: cosi' non e' piu' possibile andare avanti. Abbiamo bisogno di grande coesione ed unita' per affrontare e contrastare un problema cosi' drammatico come la 'ndrangheta''. ''Alla magistratura ed alle forze dell'ordine - prosegue Confindustria Calabria - continuiamo ad esprimere tutta la nostra fiducia cosi' come contemporaneamente offriamo tutta la nostra collaborazione. E' tempo pero' di passare dagli impegni e dalle parole ai fatti concreti, per far si' che le imprese possano sentirsi sicure e supportate da uno Stato cui compete garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Aldila' del dovuto e necessario approfondimento sulle cause che hanno determinato l'efferato omicidio, se questo, come appare, puo' essere riconducibile al mondo degli appalti, allora e' del tutto evidente la sovraesposizione degli imprenditori rispetto a fenomeni criminali o ad una cultura dell'illegalita' di cui sono vittime e che intendono contrastare''. Per Confindustria Calabria ''sembra di vivere una fase in cui in Calabria non si riesce a trovare la giusta ed equilibrata coesione per far uscire dalle secche una regione che, lentamente ma inesorabilmente, rischia di andare alla deriva. Ed allora i processi fatti sulla stampa ad imprenditori seri, servono a creare confusione e a delegittimare aziende importanti che offrono opportunita', in una regione affamata di lavoro, a migliaia di persone''. ''Quando le circostanze lo richiedono le indagini facciano il loro corso - concludono i rappresentanti degli industriali calabresi - ma si faccia anche in modo di non criminalizzare una intera classe imprenditoriale che in Calabria esprime moltissime eccellenze. Presentarsi bene in Europa sui nuovi programmi comunitari significa, non soltanto e giustamente, mettere in atto sistemi di controllo efficaci sulle ingenti risorse che arriveranno, ma anche accreditare in termini concreti e diversi dal passato una regione che non appaia solo quella della 'ndrangheta e del malaffare, ma che sia la voce dei cittadini e degli imprenditori onesti''.

Interrogati familiari e amici. Andranno avanti per tutta la notte gli interrogatori di familiari e amici di Antonio Longo, l'imprenditore ucciso stamani in un agguato sulla statale 280, nel catanzarese. Il magistrato che al momento coordina le indagini, il pm della Procura ordinaria di Lamezia Terme, Elio Romano, e gli uomini della squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme, sperano da questi interrogatori di avere uno spunto per indirizzare le indagini in una precisa direzione. Allo stato, infatti, nessuna ipotesi viene esclusa. Longo era un imprenditore pulito, senza precedenti penali o frequentazioni con ambienti malavitosi. Aveva amicizie nel mondo della politica, dell'imprenditoria e degli affari. Il suo, al momento, resta un delitto difficilmente spiegabile. E' per questo che gli investigatori non escludono alcuna ipotesi e stanno indagando sull'attivita' professionale di Longo e sulla sua vita privata. Il corpo dell'imprenditore, intanto, e' stato rimosso dal luogo del delitto e la statale 280 in direzione Lamezia e' stata riaperta al traffico.

Aveva realizzato la galleria della trasversale delle Serre. Antonio Longo, l'imprenditore ucciso stamani in un agguato nel catanzarese, oltre ad essere socio di un'impresa edile, aveva uno studio di consulenze alle quali si rivolgevano grandi imprese impegnate in lavori in Calabria. Il 29 novembre scorso aveva partecipato ad una cerimonia in occasione dell'abbattimento dell'ultimo diaframma della galleria naturale Novalba - Cardinale, un tratto della Trasversale delle Serre che costituisce la galleria piu' lunga (circa 500 metri) di questa importante arteria. La Tecnovese Spa, di cui Longo era responsabile, infatti, aveva concorso alla realizzazione della galleria insieme alla Societa' internazionale gallerie Spa di Napoli. Per il completamento dei quattro lotti della trasversale, la statale 182, il 6 febbraio scorso, si erano incontrati il ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, e l'assessore al Bilancio della Regione Calabria, Vincenzo Spaziante. Al termine era stato deciso un finanziamento di 138 milioni di euro dei fondi Pon e Fas rientranti nel quadro strategico nazionale 2007-2013.

Aveva appuntamento in aeroporto a Lamezia. Aveva un appuntamento con qualcuno all'aeroporto di Lamezia Terme, Antonio Longo, l'imprenditore ucciso stamani in un agguato sulla statale 280 a Maida, nel catanzarese. A riferirlo sono stati alcuni familiari agli investigatori. E' stato Longo, sposato e padre di due figli, stamani, uscendo di casa, a dire ai familiari che aveva un appuntamento all'aeroporto, senza pero' dire con chi. Nella vettura sulla quale viaggiava, i poliziotti hanno trovato una valigetta con dei documenti definiti di non particolare rilevanza per le indagini ed una mazzetta di giornali. L'agguato e' stato compiuto intorno alle 10, ma nonostante la statale 280 sia una strada particolarmente trafficata, al delitto non avrebbe assistito nessuno. Sono stati tre finanzieri liberi dal servizio, pensando ad un incidente, ad avvertire la polizia stradale della presenza di un'auto ferma contro la barriera di protezione centrale.

 

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