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A Papanice è faida: agguato con morto

Faida di Crotone, supervertice delle polizie calabresi. Minniti “Risposte forti”. Loiero “Regione pronta a sostenere lo Stato”. Arrestato in Emilia proprietario pistola rinvenuta

26 mar 08 ''La risposta dello Stato sara' molto forte''. Il ''messaggio'' lanciato dal viceministro all'Interno, Marco Minniti, dopo gli omicidi accaduti a Papanice di Crotone di Luca Megna, figlio del boss Domenico, e di Giuseppe Cavallo, ha il sapore della sfida che lo Stato lancia alle cosche per reprimere la guerra che si e' aperta. Minniti ha partecipato alla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Crotone convocato dal prefetto, Melchiorre Fallica. Alla riunione ha partecipato anche il vicecapo della Polizia, Nicola Cavaliere, che stamattina ha anche presieduto una riunione con i cinque questori della Calabria, dirigenti dei Nuclei anticrimine della Calabria e altri funzionari. La riunione, nel corso della quale e' stata esaminata la situazione della criminalita' in tutta la Calabria, e' stata convocata su indicazione del capo della polizia, Antonio Manganelli. Nel corso della riunione presieduta da Cavaliere e' stato sottolineato come ci sia ''massima attenzione nei confronti della situazione della criminalita' a Crotone dopo la guerra di mafia provocata dagli ultimi omicidi. Un'attenzione che sara' concretizzata con un particolare impegno da parte della Polizia sia in termini di controllo del territorio, sia con un forte impegno sul piano investigativo''. Il viceminsitro Minniti, proprio per sottolineare la tempestivita' della risposta dello Stato per quanto sta accadendo a Crotone, ha riferito che ''sono gia' operativi 60 tra poliziotti e carabinieri in piu' che dal primo aprile diventeranno cento. L'obiettivo e' di rispondere adeguatamente, con il controllo del territorio, alla sfida di quelli che sparano per strada. Ci sono stati dei passi importanti sul terreno delle indagini. Siamo non dico fiduciosi ma abbiamo dei segnali che possono preludere a sviluppi significativi''. Lo Stato, dunque, a Crotone c'e' e fara' sentire concretamente la sua presenza. Quello stesso Stato cui si e' rivolto anche il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, nel corso della seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale. ''Lo Stato - ha detto Vallone - non ci lasci soli perche' domani quando si tornera' alla cosiddetta 'normalita'', i nostri giovani troveranno il consueto scenario fatto di insicurezza, di mancanza di lavoro, di futuro incerto''. Alla riunione del Comitato ha partecipato anche il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che ha espresso la disponibilita' della Regione a contribuire finanziariamente per rafforzare il sistema di sicurezza nel territorio crotonese. Intanto le indagini sugli omicidi hanno portato all'arresto a Reggio Emilia del proprietario di una delle pistole utilizzate sabato scorso per uccidere Luca Megna. L'arrestato, Carmelo Tranche', di 34 anni, titolare dell'arma abbandonata sul luogo dell'omicidio, e' accusato di detenzione e porto abusivi di arma e munizioni, ma gli investigatori stanno verificando sui possibili rapporti con le cosche del Crotonese.

Minniti “Forti risposte dallo Stato”: ''La risposta dello Stato per quanto e' avvenuto a Crotone sara' molto forte. Gia' sono operativi 60 tra poliziotti e carabinieri in piu' che dal primo aprile diventeranno cento. L'obiettivo e' di rispondere adeguatamente, con il controllo del territorio, alla sfida di quelli che sparano per strada''. Lo ha detto il viceministro dell'Interno, Marco Minniti, a conclusione della riunione a Crotone del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. ''Non sottovalutiamo quello che e' avvenuto - ha aggiunto Minniti - che e' molto grave. Una guerra tra cosche che e' probabilmente il frutto di grandi affari economici. Solitamente le cosche fanno la pace quando vedono grandi interessi e magari entrano in guerra quando vedono gli affari sfumare. L'azione dello Stato in questo momento dev'essere orientata in una duplice direzione: la prima e' quella delle indagini, quindi scoprire gli esecutori materiali e i mandanti di questi omicidi. Ci sono stati dei passi importanti sul terreno delle indagini, siamo non dico fiduciosi ma abbiamo dei segnali importanti che possono preludere a sviluppi significativi. Su Crotone c'era gia' una importante attivita' investigativa che durava da tempo e l'auspicio e' che possa portare rapidamente anche degli esiti che siano visibili. L'altra direzione e' il controllo del territorio e l'attivita' di prevenzione. Il nostro compito e' di rispondere con fermezza e grande durezza alla sfida che e' stata posta''. Oltre al vice ministro Minniti e al vice capo della Polizia, Nicola Cavaliere, al vertice a Crotone in prefettura ha partecipato il direttore della Direzione anticrimine centrale, Francesco Gratteri. Erano anche presenti il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Emilio Ledonne; i procuratori della Dda di catanzaro Salvatore Murone e Mario Spagnuolo; il procuratore di Crotone, Franco Tricoli; il comandante del Ros dei carabinieri Giampaolo Ganzer; il comandante regionale dei carabinieri, generale Marcello Mazzuca, e il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Riccardo Piccinni.
La mafia non ha ne onore ne codice. ''Questa e' la mafia: uccide donne e bambini perche' la mafia non ne' onore ne' codice d'onore'': queste le parole conclusive dell'intervento del viceministro all'interno Marco Minniti il quale, dopo il vertice in Prefettura, ha partecipato, sempre a Crotone, al Consiglio comunale e provinciale congiunto straordinario che ha votato un documento. Minniti ha tra l'altro detto che ''la mafia e' una nemica della Calabria. La battaglia e' possibile vincerla se ognuno fara' la propria parte''. Sui rischi delle infiltrazioni mafiose nella vita pubblica, Minniti ha detto che ''bisogna rescindere i rapporti tra politica e 'ndrangheta. La mafia vota e fa votare, ma quando la mafia ti vota ti prende il cuore. Se hai dato la tua liberta', non puoi piu' servire la comunita'''. Minniti parlando della vicenda di Papanice ha detto che '' e' un episodio drammatico. La guerra tra le cosche e' preoccupante e pericolosa quando si spara perche' bisogna fonteggiarla presidiando il territorio, ma e' pericolosa anche quando non si spara. Vuol dire che e' stato trovato un equilibrio per il controllo del territorio e sono i grandi affari su cui si raggiunge la tregua tra le cosche''.

Vertice delle polizie calabresi. Si è svolto in questura, a Crotone, un vertice della polizia di Stato, presieduto dal vice capo Nicola Cavaliere, per fare il punto dopo gli agguati mortali di sabto e di ieri nella frazione Papanice, in cui sono state uccise due persone, ferite due donne ed una bambina di 5 anni. Al vertice hanno partecipato anche il dirigente del dipartimento centrale antricrimine, Francesco Gratteri, il dirigente del servizio criminalita' organizzata dello Sco, Grassi, i questori delle cinque province calabresi, D'Amato (Crotone), Salerno (Cosenza), Giuffre' (Reggio Calabria), Federico (Catanzaro) e Nicastro (Vibo Valentia), i dirigenti delle squadre mobili, Cortese, Ratta', Ciccimarra, Lento e Morabito, ed i dirigenti del compartimento della polizia postale di Reggio Calabria, della Polfer e della polizia stradale della Calabria, ed inoltre i dirigenti dei tre reparti prevenzione crimine Calabria di Cosenza, Siderno e Rosarno.

Loiero “La Regione pronta a sostenere lo Stato”: Destinare risorse dall'accordo di programma quadro "legalita' e sicurezza" per sostenere gli interventi dello Stato: e' la proposta che il governatore della Calabria Agazio Loiero avanzera' questo pomeriggio al vertice che si sta tenendo nella sede della Prefettura di Crotone, presieduta dal vice ministro all'Interno Marco Minniti, per fare il punto dopo i delitti di mafia avvenuti nei giorni scorsi. I contenuti della proposta sono stati illustrati da Loiero prima della riunione. "Come Regione non siamo una regione ricchissima pero' saremmo pronti a prendere un po' di risorse dal nostro Apq 'legalita' e sicurezza' per aiutare lo sforzo dello Stato. Noi sappiamo perfettamente che la sicurezza e' in capo allo Stato e siamo felici che sia cosi', pero' siamo altrettanto convinti che gli enti locali, se lo Stato non ha tante risorse e comunque non ha le risorse di cui invece dispone la criminalita' organizzata, hanno il dovere di venire incontro alle esigenze dello Stato; perche' la sicurezza dei cittadini in questo territorio ma anche in altri ci tocca proprio sul piano personale e istituzionale". Concretamente, ha proseguito Loiero, "possiamo mettere da subito a disposizione somme che possiamo prendere da questo Apq legalita' e sicurezza per tentare di infrastrutturare quello che e' infrastrutturabile. Per esempio telecamere, infrastrutture nel senso piu' ampio del termine. Non possiamo dare soldi cosi' a pioggia - ha precisato il governatore calabrese - ma possiamo aiutare rispetto al capitolo delle infrastrutture e possiamo farlo con una partecipazione forte: telecamere, macchine della polizia, macchine piu' efficientio di quante ne vediamo circolare sul territorio che spesso non ci appaiono efficientissime. Su questo possiamo dare risposte". "Siamo molto allarmati per quello che succede in genere in Calabria ma soprattutto per quello che sta succedendo in questi giorni a Crotone". Cosi' il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha poi commentato le vicende di criminalita' che stanno sconvolgendo il territorio crotonese. "Il fatto che siano coinvolte famiglie, bambini, e' una cosa che ci terrorizza, perche' in Calabria abbiamo visto di tutto e non vogliamo piu' rivedere queste scene". Proprio questa mattina, tuttavia, nel catanzarese e' avvenuto un nuovo omicidio di mafia. In proposito Loiero ha commentato che "se qui c'e' una criminalita' cosi' forte, cosi' invasiva, poi queste cose capitano. Io vorrei che i leader che vengono qua, a cominciare da Berlusconi e da Veltroni - ha aggiunto il governatore della Calabria - si rendessero conto che qui davvero e' diventata una terra di confine". In definitiva, e' stata la conclusione di Loiero, "ci dobbiamo chiedere se questo territorio deve starci nell'unita' del paese, in un contesto unitario o dobbiamo immaginarci per il nostro futuro un destino minore".

Arrestato in Emilia il titolare dell’arma ritrova sul luogo del delitto. La polizia ha arrestato a Reggio Emilia il proprietario dell'arma ritrovata sul luogo dell'agguato costato la vita a Luca Megna, nel crotonese. Si tratta di Carmelo Tranchè, 34 anni di Isola Capo Rizzuto (Crotone). L'uomo e' stato arrestato con l'accusa di porto abusivo di arma e detenzione di sostanza stupefacente, ma e' anche stato denunciato per il concorso nell'omicidio di Megna e del duplice tentativo di omicidio della moglie e della figlia. Davanti agli inquirenti l'uomo, che e' incensurato, non ha fornito spiegazioni sul perche' l'arma sia stata ritrovata sul luogo del delitto. Nella casa non sono state ritrovate, invece, altre armi che l'uomo avrebbe dovuto regolarmente detenere per uso sportivo, di qui l'accusa di porto abusivo delle armi. Trovata anche sostanza che ha reagito al narcotest come cocaina. Nell'abitazione di Tranchè a Reggio Emilia non sono stati trovati, in particolare, i 16 fucili che l'uomo ha il permesso di detenere per uso sportivo. Gli investigatori stanno adesso tentando di accertare se i fucili siano finiti in mano ad esponenti della criminalita'. L'arresto di Tranchè. e' stato fatto dal personale della Squadra mobile di Crotone in collaborazione con quella di Reggio Emilia. A Tranchè. gli investigatori sono giunti attraverso il numero di matricola della pistola abbandonata sul luogo in cui e' stato compiuto l'agguato in cui e' stato ucciso Luca Megna. Sulla pistola saranno effettuati adesso gli esami balistici per accertare se e' stata utilizzata per uccidere Luca Megna. Tranchè, che e' originario di Isola Capo Rizzuto, vive da alcuni anni a Reggio Emilia. L'accusa per la quale Trache' e' stato arrestato e' detenzione e porto abusivi di arma e munizioni e non vengono formulate nei suoi confronti accuse relative all'organizzazione ed all'esecuzione dell'assassinio di Megna. Gli investigatori stanno adesso approfondendo le indagini per verificare eventuali rapporti di Tranche' con cosche mafiose di Crotone.

All’alba i funerali blindati di Megna. Si svolgeranno domani all'alba i funerali ''blindati'' di Luca Megna, ucciso sabato scorso nella frazione Papanice di Crotone. Il questore di Crotone, Gaetano D'Amato, ha disposto che, per motivi di ordine pubblico, i funerali di Megna si svolgano senza corteo funebre. La salma di Megna sara' trasferita direttamente dall'obitorio dell'ospedale di Crotone nel cimitero.

Il documento dei consigli comunale e provinciale. I consigli comunale e provinciale di Crotone, a conclusione della seduta congiunta ed aperta convocata dopo gli omicidi accaduti nella frazione Papanice, ha approvato un documento. ''Su iniziativa del Sindaco di Crotone, Peppino Vallone, e del Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale - si afferma nel documento - in accordo con il Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza, si sono oggi riuniti il Consiglio comunale e il Consiglio provinciale di Crotone a seguito della recrudescenza criminale che sta interessando la Frazione Papanice. Alla manifestazione sono intervenuti il Vice Ministro dell'Interno, on. Marco Minniti; i parlamentari Dorina Bianchi e Nicodemo Oliverio; l'Arcivescovo di Crotone e Santa Severina, Mons. Domenico Graziani; il prefetto di Crotone, Melchiorre Fallica; il rappresentante della Camera di Commercio di Crotone, i rappresentanti delle forze dell'ordine; i sindaci della provincia ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, imprenditoriali, sociali e culturali della citta' e della provincia. I partecipanti, dopo avere espresso la piu' viva preoccupazione per gli atti di criminalita' verificatisi nel territorio che hanno generato grande apprensione nella popolazione, hanno fermamente condannato gli episodi delinquenziali che hanno raggiunto ormai livelli allarmanti. La gravita' della situazione attuale prepara solo il peggio se le forze di progresso politico, economico e sociale non sapranno aprire le strade alla fermezza dell'intervento dello Stato, accompagnata dalle buone idee di riforme per il rilancio del territorio''. ''In primo luogo - si sostiene nel documento - occorre assicurare la difesa della democrazia contro ogni micidiale, cinico e calcolato attacco della criminalita', ribadendo che tanto piu' agisce e puo' agire l'espressione diretta della sovranita' popolare, tanto piu' si irrobustiscono e si rafforzano le Istituzioni. Di fronte a queste sfide vi e' la necessita' di assicurare ai cittadini, assieme ad una rigorosa presa di coscienza, anche l'attivazione di una politica adeguata ed affidabile in grado di affrontare le grandi questioni accadute nel nostro territorio drammaticamente e destinate, altrimenti, ad acuirsi nei prossimi decenni: lotta senza quartiere ad ogni tipo di criminalita', grande attenzione alle vecchie ed alle nuove poverta', risposte risolutive alla disperazione che oramai attanaglia e soffoca la popolazione. Le forze politiche, sociali, imprenditoriali, sindacali e culturali devono dare vita ad un'ulteriore strategia e a una rinnovata e rafforzata alleanza, assicurando, ognuno per la propria parte, la massima collaborazione non solo per interpretare il presente ma soprattutto per progettare un diverso futuro svincolato dall'inseguimento affannoso dei problemi e delle emergenze. La lista delle questioni non risolte nel sud e' lunga. La Calabria e' in forte credito nei confronti del Paese Italia. Il crotonese, in particolare, lo e' ancora di piu' perche' piu' di ogni altra realta' regionale ha pagato costi elevatissimi sull'altare della globalizzazione tecno-economica. Basta con una Calabria che si eleva agli onori della cronaca nera. Occorrono segnali di un cambiamento di rotta che puntino a sviluppare uno sforzo crescente che recuperi anche il senso del dovere di solidarieta' umana gia' molto presente nella nostra regione e che e' certamente diffuso quasi in tutta la nazione''. ''Le statistiche sono impressionanti. I problemi della disoccupazione - prosegue il documento - non sono solo giovanili, di tutte le forme di degrado connesse con la condizione di sopravvivenza, diventano per questo territorio una profonda linea discriminante in termini di civilta' e di progresso. Da solo il Sud non c'e' la puo' fare. Gli eventi criminosi di questi giorni mostrano che l'attivita' mafiosa e' sempre in condizioni di colpire. Tutto cio' che e' avvenuto ed avviene pero' non preclude la ferma convinzione che il fenomeno delinquenziale poteva e puo' essere definitivamente debellato, e questo lo chiediamo e lo vogliamo tutti con forza. Servono anche gli incarichi speciali, cosi' come servono e sono urgenti, tutte le misure legislative ed amministrative per far progredire ancora di piu' un'opera di riforma, di riorganizzazione ed efficienza, di potenziamento dei mezzi e di qualificazione degli uomini di cui hanno bisogno tutte le forze dell'ordine. Vi e' la necessita' di porre all'attenzione efficienza ed accelerazione alle procedure ed alle decisioni nel complesso degli investimenti da destinare al Mezzogiorno ed in particolare alla Calabria nella prioritaria lotta contro la disoccupazione ed in particolare nei settori dell'agricoltura, turismo, energia, industria e trasporti. Senza un ritorno alla programmazione non si predispongono intese adeguate verso le incognite che l'avvenire ci prepara. Non si costruisce anche in Calabria quella che comunemente viene definita societa' post-industriale''. ''Si prende atto della disponibilita' del Presidente della Giunta Regionale, Agazio Loiero, di estendere al territorio della Provincia di Crotone il Patto per la Sicurezza gia' convenuto per le realta' territoriali di Lamezia, Gioia Tauro e Locri, di concerto con il Ministero dell'Interno. Prima di ogni cosa ordine pubblico, i problemi dei disoccupati, dei poveri per reddito e per condizione sociale, degli emarginati, delle donne e dei giovani che non hanno visto allargarsi il ventaglio delle possibilita' e delle opportunita' di lavoro e di affermazione. Si rende necessaria ed indispensabile un'ulteriore assunzione di responsabilita' da parte di tutti per portare avanti decisioni con convinzione e con larga adesione, pensando di assolvere in questo particolare momento ad un dovere verso la vita democratica, ad un dovere verso un'intera popolazione''.

Gratteri “La lotta alla mafia non è una caccia alla volpe”. ''Bisogna capire che la lotta alla mafia non e' la caccia alla volpe all'inglese''. Cosi' il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri ha commentato la faida di Papanice. ''Una delle caratteristiche della faida - ha detto Gratteri rispondendo ad una domanda sulle similitudini tra la strage di Ferragosto a Duisburg e quella di Pasqua a Crotone - e' acuire il dolore. Crotone rappresenta una delle tante faide che hanno insanguinato e insanguinano la Calabria''. ''Ci si accorge dell'esistenza della 'ndrangheta - ha detto ancora Gratteri - soltanto quando ci sono morti e soprattutto quando ci vanno di mezzo donne e bambini. Ci si muove sempre seguendo la politica delle emergenze''. E sul coinvolgimento dei bambini, Gratteri ha aggiunto: ''c'e' sicuramente un ulteriore imbarbarimento della violenza e della ferocia della ndrangheta''.

Sindaco di Crotone “Lo Stato non ci lasci soli”. ''Lo Stato non ci lasci soli perche' domani quando si tornera' alla cosiddetta 'normalita'', i nostri giovani troveranno il consueto scenario fatto di insicurezza, di mancanza di lavoro, di futuro incerto''. Lo ha detto il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, nel corso della riunione aperta e congiunta dei consigli comunali e provinciale convocata dopo i due omicidi nella frazione Papanice. Alla riunione, insieme al presidente della Provincia, Sergio Iritale, hanno partecipato il viceministro all'Interno, Marco Minniti, e l'arcivescovo di Crotone, mons.Domenico Graziani. ''Facendo fuoco anche su dei bambini - ha aggiunto Vallone - e' stato violato ogni codice, ma non voglio usare il termine 'onore'. Questi assassini, se hanno messo in campo questi estremi comportamenti, non sanno cos'e' l'onore. Papanice non e' un ghetto. E sarebbe pericolosissimo, rischioso, legare il problema solo a questa frazione del nostro territorio. A Papanice vivono oltre tremila persone, persone oneste, perbene che lavorano la vita con il sudore della propria fronte. Questo e' un problema che riguarda non solo Papanice, ma l'intera provincia di Crotone, l'intera Calabria. Ecco dunque l'importanza della volonta' di dire un no forte, tutti insieme, contro la violenza mafiosa''. Vallone si e' rivolto anche ai ''ragazzi di Crotone'', invitandoli a non andare via. Ma allo Stato, al contempo, chiedo di non pretendere dai giovani di combattere da soli una battaglia senza armi. Naturalmente la presenza fisica dello Stato sara', comunque, fondamentale ed un risposta, immediata, e' una qualificata e nutrita rappresentanza delle forze di polizia. Le risposte che chiediamo sono due: una immediata che risponda alla eccezionalita' del momento e l'altra e' quella di mettere in campo strumenti ordinari per affrontare ed incidere realmente sul futuro e sullo sviluppo di questa comunita'''

I sottosegreatrio Meduri dal Sindaco di Crotone. Il Sottosegretario alle infrastrutture, Luigi Meduri, ha incontrato stamattina il Sindaco di Crotone, Peppino Vallone, e la giunta comunale. L'incontro, svoltosi nella sala giunta della casa comunale, e' stato l'occasione per fare il punto sui finanziamenti che il Ministero delle Infrastrutture ha previsto per la citta' di Crotone. In particolare il sottosegretario ha sottolineato le misure adottate dal Ministero relative al porto di Crotone che prevedono un finanziamento di quattrocentomila euro per il molo e le banchine, cinque milioni per la diga foranea e 925 mila euro per il completamento degli alloggi della Capitaneria di Porto. Il Sindaco ha posto l'accento sulla importanza strategica della messa in sicurezza del molo e delle banchine che contribuisce a sostenere le politiche di rilancio del porto che il Comune ha messo al centro del suo programma.

Sindacati “Mobilitarsi contro la mattanza”. Una grande manifestazione per la legalita' e lo sviluppo da tenersi a Crotone e l'invito ai lavoratori della provincia ad attuare un quarto d'ora di fermo da ogni attivita' lavorativa venerdi' 28 marzo dalle 11.45 alle 12. E' la prima risposta dei sindacati calabresi all'escalation criminale delle ultime ore nella citta' di Crotone. ''Due morti e tre feriti, fra cui un'innocente bambina di cinque anni che lotta fra la vita e la morte - e' quanto si afferma in un documento congiunto di Cgil, Cisl e Uil - feriscono le coscienze e mortificano l'orgoglio di noi tutti''. A sottoscrivere il testo sono i segretari generali della Calabria di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Luigi Sbarra e Roberto Castagna e i segretari generali provinciali di Crotone, Antonio Spataro, Pino De Tursi e Mimmo Tomaino. ''Siamo di fronte ad una bestiale mattanza - e' scritto nel documento - che non risparmia neanche le vite di persone indifese e sicuramente ignare di episodi tragici e tremendi che si svolgono nel circuito della loro vita. E' giunto il momento di porre un freno alla presenza inquietante di una criminalita' organizzata che sfida con tracotanza e con arroganza lo Stato e le Istituzioni democratiche. Anche la politica locale, regionale e nazionale deve fare la sua parte''. ''Siamo davvero stanchi - prosegue il documento - di assistere a ragionamenti che da una parte tendono alla sottovalutazione delle innumerevoli problematiche che devastano il territorio ed il tessuto economico e sociale, e dall'altra al compiacimento se non all'esaltazione di presunti obiettivi raggiunti''

La Gerbera Gialla promuove un itinerario da Crotone a San Luca. Partira' da Crotone il 18 aprile per raggiungere in maggio San Luca (Reggio Calabria), l'annuale percorso della Gerbera Gialla contro la criminalita' promossa dal coordinamento nazionale antimafia Riferimenti. ''La decisione - e' scritto in un comunicato di Riferimenti - e' stata assunta dal consiglio direttivo dell'associazione a seguito della recrudescenza criminale che ha interessato in questi ultimi giorni il crotonese. Dedichiamo a Crotone l'apertura della 'Gerbera Gialla' indicendo in citta' una giornata di mobilitazione il 18 aprile e chiamando a raccolta le scuole di ogni ordine e grado del territorio ,le associazioni,la Chiesa, affinche' nessuno resti passivo davanti al dilagare di tanta violenza''. ''Da 15 anni - e' spiegato nella nota - la Gerbera Gialla attraversa varie regioni italiane e unisce in un ponte simbolico i giovani di tutta l'Italia in una collettiva volonta' di rinascita. Il percorso della Gerbera Gialla 2008 interessera' soprattutto Calabria, Sicilia e Campania per concludersi il 27 maggio a Firenze. L'itinerario e' dedicato a territori particolarmente a rischio criminalita' nel ricordo delle innumerevoli stragi di primavera''.

La bimba sempre in coma. Versa sempre in condizioni gravi, in coma farmacologico, la bambina di cinque anni ferita alla testa a Crotone nell'agguato in cui e' stato ucciso il padre Luca Megna di 37 anni. Le condizioni della piccola vengono comunque definite stazionarie dai sanitari della Rianimazione dell'Ospedale ''Pugliese'' di Catanzaro. Al capezzale della piccola c'e' sempre la madre che e' rimasta ferita lievemente nell'agguato di sabato.

Pochi bimbi nella scuola di Papanice. Soltanto una trentina di bambini sono andati a scuola stamattina a Papanice, la frazione di Crotone in cui sabato scorso e ieri sono stati uccisi Luca Megna, figlio del boss Domenico, attualmente detenuto, e Giuseppe Cavallo, legato al gruppo Russelli, rivale dei Megna. Nell'agguato di sabato scorso contro Megna e' stata ferita in modo grave anche la figlia cinque anni dell'uomo, ricoverata in stato di coma nell'ospedale di Catanzaro. Nella frazione Papanice c'e' un clima di paura. La gente teme che dopo i due omicidi nell'ambito dello scontro tra i Megna ed i Russelli possano esserci nuovi agguati. Per le strade della frazione c'e' poca gente e la vita degli abitanti e' condizionata per quanto sta accadendo. Alcune persone, parlando con i giornalisti, hanno detto di avere paura e che la situazione dell'ordine pubblico a Papanice e' ''fortemente preoccupante''.Si attende una risposta dalle forze di polizia, che sono state potenziate, con l'invio di personale da altre Questure, proprio per rafforzare l'attivita' investigativa che possa consentire di identificare i responsabili dei due omicidi.

 

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