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Arrestato il giovane che uccise la fidanzata

 

Arrestato il giovane rimesso in libertà che uccise la fidanzata. Per i legali la ragazza fu testimone scomoda

04 mag 08 Con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, all'estorsione e danneggiamenti, al porto e detenzione illegale di armi da sparo, i carabinieri della compagnia di Soverato, in collaborazione con quelle di Cantu' e Legnano, hanno arrestato all'alba di oggi Luigi Campise, 25 anni, reo confesso dell'omicidio della fidanzata Barbara Bellorofonte, 17 anni, avvenuto a Montepaone (Catanzaro) a marzo dello scorso anno. Assieme a Campise i carabinieri hanno arrestato altre quattro persone, coinvolte nella stessa societa' a delinquere. Nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio della Bellorofonte, Campise era stato scarcerato nelle scorse settimane dopo un anno di detenzione, per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Le ordinanze di custodia cautelare per Campise e per gli altri quattro arrestati sono state emesse dal gip del tribunale di Catanzaro, Adriana Pezzo, in accoglimento della richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Gerardo Dominijanni. Le altre persone arrestate sono Alfonso Carioti, 34 anni; Raffaele Todaro, 45; Vincenzo Todaro, 26 e Francesco Di Mauro 40 anni. Le indagini che hanno portato al blitz di stamane, che ha impegnato circa 70 carabinieri e unita' cinofile antidroga, hanno preso spunto dall'esplosione di un ordigno davanti al bar Pit Stop di Soverato. Dall'attivita' investigativa e' emerso che Campise e gli altri quattro arrestati sarebbero gli autori delle intimidazioni ai danni dell'esercizio commerciale e delle richieste estorsive ai danni del titolare del locale.

Per i legali la ragazza uccisa perché testimone scomoda. L'omicidio di Barbara Bellorofonte, uccisa nel marzo dell'anno scorso, dal fidanzato Luigi Campise, di 25 anni, arrestato stamani dai carabinieri, assieme ad altre quattro persone per associazione a delinquere, potrebbe essere maturato perche' la ragazza era una ''testimone scomoda''. A rilanciare la tesi e' l'avv. Enzo De Caro, legale della famiglia Bellorofonte. ''Si tratta di una tesi originaria seguita dagli investigatori - spiega De Caro - ma della quale non si fece piu' nulla. All'epoca non c'era nemmeno un quadro delle frequentazioni di Campise. A questo punto l'ipotesi diventa piu' verosimile e potrebbe essere rilanciata tenuto conto dell'arricchimento della personalita' di Campise alla luce delle ultime novita'''.

Il padre “Adesso spero si riveda tutto”. ''Cosa ho pensato? Ho pensato che quello che e' accaduto conferma tutto cio' che abbiamo sempre sostenuto''. Non trattiene l'emozione Giuseppe Bellorofonte il padre di Barbara, la ragazza uccisa nel marzo dello scorso anno a Montepaone (Catanzaro) da Luigi Campise, di 25 anni, reo confesso, scarcerato dopo un anno di detenzione per decorrenza dei termini di custodia cautelare e arrestato stamani per associazione a delinquere. Giuseppe Bellorofonte e' a Roma da qualche ora per partecipare ad uno spazio dedicato ai temi della giustizia all'interno della trasmissione di Raiuno ''Domenica In''. ''Sono contento - aggiunge Bellorofonte - speriamo che adesso si riveda un po' tutto quello che e' successo. Quello che e' accaduto nelle ultime settimane e' stato uno scandalo come confermano le notizie delle ultime ore. Adesso non rimane che sperare che la giustizia faccia il suo corso e lo faccia veramente come deve farlo. Non e' possibile, non e' davvero possibile che una ragazza giovanissima possa morire cosi'''

A giudizio il prossimo 3 giugno. E' previsto per il 3 giugno con il rito abbreviato, davanti al Gup di Catanzaro, il giudizio di Luigi Campise, di 25 anni, reo confesso dell'omicidio della fidanzata, la diciassettenne Barbara Bellorofonte, avvenuto a Montepaone nel marzo dello scorso anno. Il giovane, arrestato stamani dai carabinieri insieme ad altre quattro persone, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro su una presunta associazione a delinquere, era stato scarcerato nelle scorse settimane, dopo un anno di detenzione, per decorrenza dei termini di custodia cautelare. La scarcerazione di Campise aveva scatenato la reazione dei genitori della ragazza, Giuseppe Bellorofonte e Lucia Cosentino che avevano parlato di ''vero e proprio scandalo''. L'uccisione di Barbara Bellorofonte, nel marzo dello scorso anno, era avvenuta dopo che Campise e la vittima si erano incontrati a Montepaone, nel Catanzarese, per chiarire alcune vicende legate alla loro storia d'amore. La discussione era degenerata e Campise aveva sparato quattro colpi di pistola contro la ragazza. Il giovane si era successivamente costituito ai carabinieri. Barbara Bellorofonte era deceduta dopo venti giorni di ricovero nel reparto Rianimazione dell'ospedale di Catanzaro.

 

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