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A Reggio PG e PM a rischio azione disciplinare

 

Veleni in Procura a Reggio: PG e PM rischiano azione disciplinare

29 mag 08 Rischiano l'azione disciplinare il procuratore generale Giovanni Marletta e tre pm della procura di Reggio Calabria: Salvatore Boemi, Francesco Mollace (già destinatario di un'altra iniziativa del Pg della Cassazione) e Santi Cutroneo. La Prima Commissione del Csm, che dopo il ritrovamento di una microspia in una stanzetta utilizzata dal sostituto procuratore Nicola Gratteri e a seguito delle lettere del Corvo si era recata a Reggio per alcune audizioni, ha deciso di trasmettere gli atti che riguardano questi quattro magistrati al ministro della Giustizia Angelino Alfano e al procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli perché valutino se ci sia spazio per provvedimenti di loro competenza. Ma ha nello stesso tempo lascerà aperta la propria pratica per valutare la sussistenza di eventuali profili di incompatibilità ambientale. Per Boemi e Mollace la vicenda che il Csm segnala ai titolari dell'azione disciplinare è quella dell'iscrizione nel registro degli indagati del senatore Sergio De Gregorio, nonostante il dissenso degli altri due titolari dell'inchiesta e senza investire del problema il capo dell'ufficio. Per il Pg e Cutroneo l'episodio è invece l'avocazione dell'inchiesta su Alberto Sarra capogruppo di An al Consiglio regionale della Calabria. Per Cutroneo il Csm segnala anche altri episodi, come quello del ritrovamento di una microspia alla procura di Reggio, dopo una bonifica che lui stesso aveva disposto, senza avvertire nessuno dell'esito dell'operazione.

Su De Gregorio condotta discutibile. Hanno tenuto "discutibili profili di condotta" i pm di Reggio Calabria Salvatore Boemi e Francesco Mollace in occasione dell'iscrizione nel registro degli indagati del senatore Sergio De Gregorio, leader di Italiani nel mondo, per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo mette nero su bianco la Prima Commissione del Csm nella delibera con cui dispone la trasmissione degli atti ai titolari dell'azione disciplinare. Una decisione passata all'unanimità e che mercoledì prossimo approderà all'esame del plenum. A richiamare l'attenzione del Csm su quella inchiesta era stato l'allora reggente della procura Francesco Scuderi, lamentandosi tra l'altro di non essere stato informato dai colleghi e di aver appreso la notizia dell'indagine sul senatore dalla stampa. Boemi e Mollace disposero quel provvedimento nonostante la contrarietà degli altri due colleghi titolari dell'indagine, Giuseppe Lombardo e Domenico Galletta, che infatti non firmarono il provvedimento. E in questo modo si sono resi "autori- scrive la Commissione- di un sostanziale scavalcamentò dei doveri di gestione condivisa del procedimento penale delegato a più sostituti procuratori". Hanno insomma adottato quel provvedimento "con un atto di imperio" nonostante la "consapevolezza della esplicita opinione contraria degli altri due titolari del procedimento" e "senza investire del problema il procuratore della Repubblica". Per Mollace è gia in corso un'azione disciplinare per ritardi nella trattazione di procedimenti penali a lui assegnati.
Nell'informativa dei carabinieri sulla base della quale venne fondata l'iscrizione di Sergio De Gregorio e di altri per concorso esterno in associazione mafiosa, non c'era il nome del senatore leader di Italiani nel mondo, ''pero' De Gregorio e' stato infilato dentro''. Lo ha detto durante la sua audizione davanti alla Prima Commissione del Csm l'allora reggente della Procura di Reggio Francesco Scuderi. ''Io l'ho letta e la mia valutazione e' che per l'iscrizione di ben 44 persone a 416 bis non c'era assolutamente nulla'', ha raccontato a consiglieri, sottolineando l'anomalia di un'informativa in cui si parla di ''soggetti indagabili'': '''sono quarant'anni che faccio questo mestiere e non ho mai vista una scritta in questi termini'' . ''Ma la cosa piu' curiosa - ha aggiunto - e' che tra questi nomi non c'e' quello di De Gregorio; non c'e' e non poteva esserci perche' l'unica sua colpa e', leggendo, quella di essere venuto qui in campagna elettorale...''.

Pignatone “A CSM note dolenti”. Ha trovato un ''gruppo di magistrati molto validi'' il neo procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone. Ma questo non gli ha impedito di segnalare durante la sua audizione davanti alla Prima Commissione del Csm le ''note dolenti'' che riguardano l'ufficio; a cominciare dai ''rapporti di contrasto tra i due aggiunti Scuderi e Boemi e tra i due sostituti piu' anziani Cutroneo e Mollace. Il contenuto dell'audizione di Pignatone e' citato nella delibera approvata oggi dalla Prima Commissione. Il procuratore, riferendosi ai procedimenti De Gregorio e Sarra, ha definito un ''problema reale'' la ''duplicazione delle iscrizioni e dei procedimenti relativi agli stessi fatti e agli stessi indagati'', e ha detto che e' ''sua intenzione risolverlo alla radice''. Quanto alle fughe di notizie sulle inchieste Pignatone ha parlato di un ''annoso problema che da anni affligge gli uffici reggini''.

Boemi “Il corvo funzionale a Sarra”. E' stato l'unico alla procura di Reggio Calabria ad aver ricevuto e letto la lettera del Corvo, che ha poi strappato perche' gettava ''fango'' sui suoi colleghi. E si e' fatto una sua idea il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Salvatore Boemi, su quella lettera e sulla cimice ritrovata nell'ufficio del pm Gratteri. ''L'anonimo - ha raccontato nella sua audizione davanti alla Prima Commissione del Csm - e' funzionale a Sarra (ndr il capogruppo al Consiglio regionale di An in Calabria) e a far avocare le indagini'' che lo riguardavano e che ''infatti'' ''10 giorni dopo vennero avocate''. Sarra ''sa che potrebbe essere arrestato'', ha spiegato Boemi, e ''cerca di dimostrare la spaccatura interna per ottenere una definitiva avocazione della sua indagine''; ''scrive sette volte alla procura generale, dicendo 'la procura e' divisa, avocate''. E a questo obiettivo ''e' funzionale il Corvo che compare dopo''. ''Ma siccome il Corvo non bastava'', e' ''ancora funzionale la cimice nel momento in cui si inserisce nella stampa il dubbio che a controllare Gratteri siamo noi colleghi. Quando mai? perche' e' questa la cattiveria, dire no che c'e' la cimice , ma che la cimice e' interna''. Quattro i magistrati chiamati in causa dal Corvo e bollati come 'cattivi', secondo quanto riferito da Boemi al Csm : Scuderi, Gratteri, Colamonici e Andrigo.

CSM “Sull’avocazione Sarra PG non ha vigilato”. Ha tenuto un comportamento ''sintomatico di carenza nell'attivita' di vigilanza e controllo'' il procuratore generale di Reggio Calabria Giovanni Marletta, nella vicenda dell'avocazione dell'inchiesta sul capogruppo di An al Consiglio regionale della Calabria Alberto Sarra, condotta dalla locale Dda. Una vicenda che si e' conclusa con l'annullamento di quel provvedimento da parte della Cassazione. Lo scrive la Prima Commissione del Csm, che percio' richiama l'attenzione dei titolari dell'azione disciplinare. L'avocazione fu compiuta su delega del Pg da Santi Cutroneo, allora applicato in quell'ufficio, ma che proveniva dalla stessa procura di Reggio che aveva avviato l'indagine. Fu una ''palese incoerenza'' ''consentire e delegare l'avocazione di un procedimento della procura di Reggio Calabria a un sostituto applicato e proveniente dallo stesso Ufficio'', rimproverano i consigliere a Marletta; quanto invece a Cutroneo, ha adottato il provvedimento ''nonostante la situazione di sostanziale 'incompatibilita'''; di qui il ''possibile rilievo disciplinare'' della sua condotta. Per Cutroneo i rilievi non si fermano qua. Oltre che su questa vicenda e su quella della microspia (la mancata segnalazione della suo rinvenimento, avvenuto prima delle cimice trovata da Gratteri, ''lascia perplessi''),i consiglieri richiamano l'attenzione sulla mancata partecipazione a un'udienza ''giustificata con un concomitante impegno'', accertato poi come ''inesistente'' dal pm Salvatore Boemi.

Vera la notizia del pizzino a magistrato. E' ''vera'' la notizia del ritrovamento di un ''pizzino'' sequestrato al momento dell'arresto del boss Pasquale Condello e che riguarda una ''persona che porta la toga''. A dirlo e' stato il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone nel corso della sua audizione, avvenuta agli inizi del mese, davanti alla Prima Commissione del Csm. Tuttavia, ha spiegato allora il procuratore- secondo il sunto che ne fa il Csm- la notizia ''e' ancora oggetto di iniziale indagine, tesa all'identificazione'' della persona citata, ''non potendo essere certi che si tratti di un magistrato''.

 

 

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