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La Procura dei veleni

 

Procura dei veleni a Reggio: Il PG Marletta smentisce una seconda microspia

12 mag 08 "E' assolutamente destituita di ogni fondamento la notizia della scoperta di una microspia nella stanza del sostituto procuratore generale Francesco Neri". Così il procuratore generale di Reggio Calabria, Giovanni Marletta, ha smentito la notizia, pubblicata oggi dal Corriere della Sera, nella quale si afferma che è stata trovata una nuova cimice nel palazzo di giustizia di Reggio Calabria. "Abbiamo fatto dei controlli - afferma Marletta - una bonifica degli uffici, dopo quello che è accaduto in procura, ma non è emersa nessuna microspia. Non mi spiego come si può falsare una notizia di questo tipo creata sul nulla". "Allo stato - ha detto, dal canto suo, all'ANSA il magistrato Francesco Neri - non so nulla. Anche io ho letto la notizia sul giornale e l'ho sentita alla radio e sto andando in ufficio a verificare. So - ha aggiunto Neri - che la scorsa settimana è stata effettuata una bonifica degli uffici, ma al momento non ne conosco l'esito". Francesco Neri ha confermato di non essere stato informato di alcun ritrovamento di microspie nel suo ufficio. "Del ritrovamento - ha detto - non sappiamo niente. Aspettiamo". Il magistrato ha confermato che negli uffici della Procura generale di Reggio Calabria, che si trovano in pieno centro, in un palazzo diverso da quello della Procura ordinaria e della Dda, sono state effettuate due bonifiche, l'ultima delle quali la settimana scorsa, disposte dal procuratore generale dopo la scoperta di una cimice in una stanza adibita ad archivio del pm Nicola Gratteri. Bonifiche effettuate dai carabinieri del Ros. "E' tutto in mano alle forze investigative - ha detto Neri - ma noi non sappiamo niente". Nelle prossime ore il procuratore Marletta e lo stesso Neri dovrebbero fare una segnalazione alla Procura di Catanzaro, competente ad indagare su fatti che riguardano magistrati del distretto di Reggio e già titolare dell'inchiesta sulla microspia trovata nella stanza di Gratteri, per capire i contorni della vicenda.

Procuratore Neri incaricato delle rogatorie per strage Duisburg. Il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria Francesco Neri, è il magistrato che si occupa delle rogatorie internazionali per la strage compiuta a Duisburg a Ferragosto dello scorso anno, quando furono uccise sei persone nell'ambito della faida di San Luca. Dal suo ufficio, dunque, passano gran parte degli atti dell'inchiesta che riguarda due consorterie mafiose tra le più attive nel panorama della 'ndrangheta, i Nirta-Strangio ed i Pelle-Vottari, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti milionari all'estero, soprattutto in Germania e nel Nord Europa. Negli anni scorsi, in qualità di sostituto procuratore presso la Pretura, è stato titolare di una delicata inchiesta sul traffico di rifiuti radioattivi trasportati da navi, alcune delle quali affondate in acque internazionali al largo delle coste calabresi. Nel corso di questa indagine si è anche imbattuto nel caso dell'omicidio della giornalista Rai, Ilaria Alpi, assassinata in Somalia assieme al cineoperatore Milan Hrovatin. Neri, infatti, nel gennaio 2005, davanti alla Commissione d'inchiesta che indagava sulla morte della giornalista, affermò che un certificato di morte che attestava il decesso di Ilaria Alpi era stato trovato durante una perquisizione, ordinata dalla procura reggina, nell'ambito di una inchiesta sul traffico di rifiuti tra Italia e il corno d'Africa. Una circostanza che, secondo quanto dichiarò all'epoca uno dei componenti della Commissione, Enzo Fragalà, di An, non trovò conferma. Nel maggio dello scorso anno, un attentato ai danni di Neri fu sventato dalle forze dell'ordine grazie alle rivelazioni di un collaboratore di giustizia della camorra napoletana che lo aveva appreso nel circuito carcerario. Alcuni mesi prima, sconosciuti fecero trovare nell'atrio dell'abitazione del magistrato una lettera contenente frasi intimidatorie e due proiettili per pistola cal. 9.

Procuratore Grasso: ci vorrebbe l’ufficio igiene. Grasso"Forse ci vorrebbe un intervento dell'Ufficio di igiene per tutte queste cimici". Così Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia, ironicamente ha risposto ai giornalisti in relazione a quanto pubblicato dal "Corriere della Sera" sulla presunta presenza di un altro apparecchio di intercettazione nell'ufficio del sostituto procuratore generale Francesco Neri. Grasso, inoltre, sulle diversità di vedute emerse all'interno della Procura distrettuale di Reggio Calabria, ha detto che "per la materia trattata, penso che le tensioni e la dialettica siano delle cose normali. Il problema è di ricondurre tutto nei termini della dialettica costruttiva di un ufficio. Proprio la presenza di un Procuratore come Pignatone, che ha tanta esperienza anche a Palermo, potrà sicuramente condurre sui giusti binari la dialettica dell'Ufficio, con serenità, produttività ed impegno". Piero Grasso ha anche anticipato che oggi terrà una riunione in Procura, "un incontro con tutti i magistrati", per tracciare le attività di lavoro dell'Ufficio.

Procura Catanzaro “Nessuna microspia in ufficio PG”. Nessuna microspia e' stata trovata in uffici della Procura generale di Reggio Calabria. La smentita arriva dalla Procura di Catanzaro che già sta indagando sulla microspia trovata in una stanza adibita ad archivio del magistrato della Procura ordinaria reggina, Nicola Gratteri. Si tratta della seconda smentita della giornata, dopo quella stamattina del Procuratore Generale di Reggio.

Il Procuratore Grasso incontra il PM di Reggio. Una riunione ''proficua'' e, per taluni aspetti, foriera ''di rinnovato spirito unitario di impegno nella lotta alla criminalita' organizzata e non'' di Reggio Calabria. E' questo, da quanto si e' appreso, l'esito del confronto che il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha avuto oggi la Procura della Repubblica di Reggio Calabria. All'incontro, tenutosi nel pomeriggio, hanno partecipato tutti i magistrati in organico alla Dda ed Procura ordinaria, guidati dal procuratore Giuseppe Pignatone. Nel corso dell'incontro, secondo quanto riferito da alcune fonti, sarebbero state superate quelle che erano apparse, quanto meno come incomprensioni tra i magistrati della Procura reggina, in relazione alle quali c'era stata la visita a Reggio della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura guidata dal presidente Antonio Patrono.

 

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