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Veleni nella Procura di Reggio, arriva il CSM
Microspie e veleni in Procura a Reggio: Tutto pronto per l’audizione del CSM 05 mag 08 I magistrati della Procura della Repubblica di Reggio Calabria stanno preparando appunti e memorie da illustrare domani ai componenti della Prima Commissione, presieduta dal consigliere Antonio Patrono, che arrivera' in Calabria in seguito all'apertura di un fascicolo da parte del Csm. I consiglieri arrivano a Reggio per accertare "anche a tutela dei magistrati dell'Ufficio di Reggio Calabria" le opportune e adeguate indagini in seguito al rinvenimento di una microspia in uno degli uffici della Procura e al contenuto di alcune lettere anonime firmate dal "corvo". La Commissione sentirà il procuratore generale Giovanni Marletta, il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, e tutti i magistrati informati sui fatti, fra cui Salvatore Boemi e Nicola Gratteri. Sopralluogo del PM di Catanzaro, Murone, nella Procura di Reggio. Il procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone, ha effettuato un sopralluogo nell'ufficio in cui è stata trovata nelle scorse settimane la microspia con la quale sarebbe stato controllato il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Murone è titolare dell' indagine che la Procura di Catanzaro ha aperto per competenza in seguito a questi fatti. Murone ha già sentito a sommarie informazioni il procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, e il pm Gratteri, quest'ultimo come 'persona offesa'. L'interrogatorio di Gratteri è durato poco meno di un'ora e si è svolto in un ufficio attiguo a quello del procuratore Pignatone, che è stato in precedenza già sentito come teste. E' stato lo stesso procuratore, pochi giorni dopo il suo insediamento a Reggio, a ordinare ai Carabinieri del Ros la bonifica degli uffici dei Pm, in seguito alla quale è stata scoperta la microspia. Murone è rimasto poi nella Procura di Reggio, dove si sta intrattenendo con alcuni magistrati reggini. Al lavoro i magistrati di Catanzaro. Il procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone, ha sentito negli uffici della procura di Reggio Calabria il capo dei pm reggini, Giuseppe Pignatone. L'interrogatorio si svolge nell'ambito dell'indagine che la procura di Catanzaro ha avviato nelle scorse settimane in seguito alla scoperta di una microspia negli uffici della procura diretta da Pignatone. La cimice è stata trovata durante una bonifica disposta da Pignatone in una stanza utilizzata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Nicola Gratteri. Pignatone viene sentito a sommarie informazioni e risulta testimone nel procedimento. Nel pomeriggio, Murone ha ascoltato anche la parte offesa, Nicola Gratteri. Quest'ultimo da anni è impegnato a coordinare indagini sulla 'ndrangheta ed e' titolare di inchieste sul traffico internazionale di stupefacenti. Corbelli “Gratteri lasciato solo”. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo il sit-in attuato lunedì scorso davanti al Tribunale di Reggio, a favore del pm Nicola Gratteri, dopo il ritrovamento di una microspia nel suo ufficio, sottolinea, in una nota, "la mancata solidarietà dei politici e delle istituzioni al pm antimafia reggino". "Gratteri, dopo il gravissimo episodio della microspia - sostiene Corbelli - è stato lasciato solo. Non c'é stata in questi giorni, tranne rarissime eccezioni, alcuna solidarietà da parte dei politici, dei parlamentari e delle diverse istituzioni. In altre occasioni per altre vicende, per casi molto meno importanti e minacce assai meno gravi, i politici e la società civile si sono subiti mobilitati scendendo in piazza. Per Gratteri solo Diritti Civili lunedì scorso è andato a manifestare davanti al Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Domani è in programma a Reggio un altro sit-in di alcune Associazioni. Ben vengano queste iniziative. Il mio appello è all'intera Calabria, in particolare ai giovani, agli studenti, che invito alla mobilitazione contro la `ndrangheta e a favore dei magistrati coraggiosi come il sostituto procuratore Gratteri, che rischiano al vita per combattere la mafia e difendere la legalità". Secondo Corbelli, "la Calabria deve reagire e non può più restare silente e immobile di fronte a questi gravissimi attacchi alle istituzioni. Gratteri è un giudice simbolo e da oltre 20 anni vive blindato per combattere la potente e sanguinaria 'ndrangheta. Oggi rischia la vita. La microspia scoperta nel suo ufficio e' un campanello d'allarme, un segnale inquietante e allarmante che c'é qualcuno che, dopo averlo spiato, lo vorrebbe eliminare. Gratteri è diventato un magistrato scomodo, un ostacolo da eliminare. Bisogna per questo assolutamente evitare di lasciarlo, e farlo sentire, solo e isolato. Deve avvertire intorno a sé la presenza delle istituzioni e della Calabria. Purtroppo oggi intorno a Gratteri c'é solo il silenzio e la mancata solidarietà di politici, parlamentari e Istituzioni. C'é invece, di contro, il Corvo. e le sue lettere anonime. Esattamente come avvenne a Palermo ai tempi di Falcone".
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