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Veleni nella Procura di Reggio

 

Veleni nella Procura di Reggio finalizzate a bloccare inchieste politiche. Microspia, inchiesta non facile

02 mag 08 Un tentativo di destabilizzare la Procura di Reggio Calabria al fine di bloccarne l'attività, ma, soprattutto, le inchieste più delicate, quelle che coinvolgono la politica, e che sono riprese, dopo un lungo periodo di stasi di circa quattro anni, da circa un anno. Ci sarebbe questo tentativo, secondo autorevoli fonti investigative, dietro ai veleni scoppiati nelle ultime settimane nel palazzo di giustizia reggino dopo le lettere del "corvo" e la microspia trovata in un ufficio utilizzato dal pm Nicola Gratteri. Vicende alle quali si è aggiunta anche la fuga di notizie su un pizzino trovato nel rifugio di Pasquale Condello, il boss "supremo" della 'ndrangheta arrestato il 18 febbraio scorso dopo 18 anni di latitanza, e che sarebbe stato indirizzato ad un magistrato. Gia' nei giorni scorsi, in un'intervista alla 'Stampa', il sostituto procuratore nazionale antimafia Alberto Cisterna, reggino e che a Reggio ha lavorato a lungo, aveva sostenuto di "non avere mai visto la 'ndrangheta fare intercettazioni. Spesso ha infiltrati nelle istituzioni, talpe dentro le strutture investigative e negli uffici giudiziari, che, nel tempo, hanno garantito un flusso di informazioni riservate alle cosche. Piu' volte, a partire dagli anni '90, si sono verificate fughe di notizie importanti a favore delle cosche, con decine di mafiosi scomparsi alla vigilia dell'esecuzione di ordinanze di custodia cautelare". Dietro ai veleni e ai sospetti nella Procura reggina, dunque, potrebbe esserci un apparato più complesso che potrebbe lavorare anche conto terzi. Il che, evidenziano le stesse fonti, renderebbe ancora più grave la vicenda.

Procura Catamzaro: Indagine microspia non facile. E' ritenuta non facile, negli ambienti giudiziari di Catanzaro, l'indagine sulla microspia trovata in un ufficio della Procura di Reggio Calabria, abitualmente utilizzato dal sostituto procuratore Nicola Gratteri. Gli atti giunti due giorni fa alla procura del capoluogo calabrese riguardano, al momento, solamente il ritrovamento della microspia e non ci sono documenti relativi alle lettere anonime firmate da 'Il Corvo' contro alcuni magistrati reggini né quelli relativi ad un presunto 'pizzino' trovato nel rifugio di Pasquale Condello, il boss della 'ndrangheta arrestato dopo 18 anni di latitanza, e che sarebbe stato indirizzato ad un magistrato. L'attività investigativa, che prenderà il via ora con le attività che saranno disposte dalla Procura di Catanzaro, si profila particolarmente complessa. Il fascicolo con i primi accertamenti compiuti dai carabinieri del Ros è all'attenzione del procuratore facente funzioni di Catanzaro, Salvatore Murone. Sull'assegnazione del fascicolo in Procura viene mantenuto il massimo riserbo. E non si esclude che possano esserci attività istruttorie immediate che saranno compiute negli uffici della Dda di Reggio Calabria nelle prossime ore.

Martedì sit in pro Gratteri. "Intendiamo significare ancora una volta al Consiglio Superiore della Magistratura che i magistrati calabresi non sono soli". E' quanto affermano, in una nota, un gruppo spontaneo di associazioni e movimenti della società civile e singoli cittadini che martedì 6 maggio prossimo si sono dati appuntamento dinanzi alla Procura di Reggio Calabria per esprimere solidarietà al pm Nicola Gratteri ed a tutti i magistrati antimafia reggini in occasione dell'arrivo del Csm. "Si inizia con le microspie - continua la nota - e si rischia di finire con le autobomba, come è stato per i magistrati antimafia siciliani. Le istituzioni debbono perciò attivarsi e vigilare attentamente su queste analogie per evitare che la storia si ripeta". La nota si chiude con un appello rivolto "a tutti i cittadini calabresi, ai professionisti, ai giovani, ai disoccupati, agli operatori dell'informazione, agli imprenditori, agli uomini ed alle donne dele Istituzioni, affinché martedì facciano sentire tutti a Reggio la propria vicinanza al pm Nicola Gratteri". Il sit-in 'pro Gratteri' di martedì prossimo avrà inizio alle ore 9.00 per chiudersi intorno alle 12.30 al Cedir di Reggio Calabria nei presi degli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia.

Per il CIDS servizi deviati al lavoro. "Lo Stato sembra essersi arreso e ad emettere sentenze è la criminalità, preoccupante quanto avviene in organi delicatissimi come la Procura di Reggio Calabria dove può esserci tradimento di servitori dello Stato e allarmante il ruolo in Calabria dei servizi segreti o deviati": così oggi in una conferenza stampa a Reggio del Comitato Interprovinciale per il Diritto alla sicurezza (Cids). Il Cids era rappresentato dal Presidente del Comitato, Demetrio Costantino, dai componenti On. Enzo Pisano già Presidente della Commissione Regionale Antimafia , dall'Avv. Pino Morabito e dal Consigliere comunale Antonino Zimbalatti. Costantino, introducendo la discussione, ha definito terrificante il susseguirsi , nel corso di circa un mese di 11 omicidi, 15 persone ferite e centinaia di attentati e intimidazioni. Sui servizi Costantino ha ricordato che su di essi si è discusso quando vi è stato l'attentato a Palazzo S.Giorgio, sul ruolo dell'ex poliziotto Chiefari, sul suicidio di Bruno Piccolo e sulle audizioni alla Commissione Parlamentare Antimafia dove il Vice Capo della Dna Macrì ha espresso "l'impressione" che i servizi avrebbero potuto influire su alcune inchieste. "La realtà è che la ndrangheta - è stato detto - tratta con parte del sistema politico corrotto calabrese e nazionale per acquisire risorse fondamentalmente sui settori sanità e grande distribuzione.E tutto ciò passa nell'indifferenza di un ceto dominante, politicante mediocre e per una parte colluso . Perciò deve alzarsi alta e forte la protesta, chiedere misure incisive per dire basta al massacro, impedire interferenze, consentire alle forze dell'ordine e della magistratura di operare per far rispettare l'ordine pubblico".

 

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