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Indagini omicidio Fortugno

 

Indagini omicidio Fortugno. Fatta esplodere la bomba trovata nell’ospedale di Siderno, poteva provocare una strage

09 mag 08 Poteva provocare una strage l'ordigno inesploso trovato nell'ospedale di Siderno nel dicembre del 2006. A collocarlo, secondo l'accusa, fu l'ex poliziotto Francesco Chiefari, poi arrestato ed attualmente processato con l'accusa di strage e di associazione a delinquere dal gup di Reggio Calabria Daniele Cappuccio. A stabilire la potenzialità dell'ordigno è stato l'esperimento condotto oggi dai periti incaricati dal Tribunale sul greto del torrente Scaccioti, nell'immediata periferia nord della città. Secondo quanto si è appreso, l'innesco era perfettamente funzionante e l'ordigno, che conteneva circa 200 grammi di tritolo, aveva le potenzialità pari a quattro mine antiuomo. Chiefari è accusato anche di avere collocato, alcuni giorni prima della scoperta dell'ordigno nell'ospedale di Siderno, un'altra bomba nell'ospedale di Locri accompagnata da una lettera di minacce nei confronti di Maria Grazia Laganà e Domenico Fortugno, moglie e fratello di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005.

Il perito chiarisce sulle frasi in dialetto delle intercettazioni. Il prof. Luciano Romito, docente di fonetica sperimentale e direttore del Laboratorio di fonetica dell'Università della Calabria, in una dichiarazione, ha chiarito i termini della sua deposizione, svoltasi mercoledì scorso, come perito d'ufficio della Dda di Reggio Calabria, nel processo per l'omicidio di Francesco Fortugno, in corso a Locri in Corte d'assise. Romito ha riferito che la frase contenuta nell'intercettazione della telefonata tra due degli imputati, Domenico Audino e Domenico Novella, "si presta a diverse interpretazioni. In ogni caso, la traduzione che è stata riportata dalla stampa non corrisponde alla realtà". Il perito ha anche riferito di non avere sostenuto, nel corso della sua audizione, che la telefonata sia stata disturbata dalla presenza di altre persone.

 

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