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Gratteri "La mia vita blindata in Calabria"
Gratteri a Gorizia “La mia vita blindata in Calabria” 17 mag 08 ''Potevo andar a fare il magistrato altrove, ma ho scelto la landa desolata di Locri perche' ci sono nato, volevo fare qualcosa per la mia terra'': lo ha affermato oggi a Gorizia il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg. Gratteri, che e' uno dei magistrati piu' a rischio nella lotta alla 'ndrangheta, ha raccontato la sua ''vita blindata'' nell'ambito della manifestazione ''e'Storia'', assieme all'ex sindaco di Sinopoli (Reggio Calabria), Domenico Luppino. ''Dal 1989 - ha ricordato Gratteri - hanno cominciato a sparare contro casa mia e della mia fidanzata. Le telefonavano per dirle di non sposarmi, che avrebbe sposato un uomo morto. Poi e' stato un crescendo, preparazione di esplosivi e cosi' via. Queste cose - ha proseguito - mi accompagnano da anni e da anni non entro in un teatro, in un ristorante, ma ogni cosa nella vita ha un prezzo, costi quel che costi bisogna essere coerenti fino alla fine. Non avrebbe senso, per me, vivere da vigliacco. Bisogna andare avanti, 'addomesticare' la paura, capire che non ci sono alternative''. Gratteri ha affermato di non odiare le famiglie e gli esponenti della 'ndrangheta. ''Mi arrabbio - ha detto - ma non li vedo come nemici personali, cosi' come mi arrabbio con i parlamentari, con i legislatori che non ci danno strumenti normativi adeguati a combattere la 'ndrangheta''. Il magistrato, autore assieme a Antonio Nicaso del best seller ''Fratelli di Sangue'', ha parlato anche dei sistemi di riciclaggio della 'ndrangheta, ''che investe in Borsa, rileva attivita' commerciali per fare false fatturazioni, acquista immobili, come hanno visto anche i tedeschi'', e del ruolo delle donne. ''Le donne - ha detto - hanno un ruolo fondamentale nelle faide, ne sono il motore e il catalizzatore, quelle che caricano gli uomini per mandarli a uccidere, girano per il paese per indicare dove si trova il membro della 'ndrangheta da ammazzare''. Gratteri ha fatto riferimento poi al libro di Roberto Saviano ''Gomorra'' (''e' un po' 'romanzato''', ha detto) e al rischio che i boss nella fiction e nella letteratura ''possano finire per essere mitizzati, diventare 'personaggi', penso in particolare a gente come Provenzano''. A sua volta, Domenico Luppino ha spiegato che ''per colpire la 'ndrangheta, bisogna colpire la 'manovalanza' criminale, i piccoli criminali, che sono i piu' numerosi e ne formano la base. Io da sindaco e poi da imprenditore - ha aggiunto - ho subito innumerevoli intimidazioni e attentati e ora sono stanco. Lascero' la Calabria. Confindustria e Confagricoltura non hanno mai preso posizione, purtroppo, cosi' come del resto la politica''.
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