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Strage Duisburg, i boss volevano la pace
Strage di Duisburg, i boss volevano la pace. Intercettazioni “Bregantini deve andare via”. Il presule smentisce 10 mag 08 I boss della 'ndrangheta della fascia ionica reggina in più occasioni sono intervenuti per tentare un'opera di pacificazione tra le famiglie Norta-Strangio e Pelle Vottari ed interrompere così la faida di San Luca, culminata con la strage di Duisburg del Ferragosto dello scorso anno. Eloquenti, al riguardo, sono alcune intercettazioni agli atti delle inchieste che ad agosto dello scorso anno ed ieri hanno portato all'arresto di numerosi esponenti dei due clan. Francesco Barbaro, ritenuto il capo indiscusso dell'omonima cosca di Platì, detenuto nel carcere di Carinola, parlando con il genero Giuseppe Pelle (arrestato nel corso dell'operazione di ieri), lo esorta, quale esponente dei "Gambazza" a tessere un'opera di pacificazione coinvolgendo altri capimafia della zona di San Luca. Dopo avere parlato della strage del Natale 2006 nella quale fu uccisa Maria Strangio, moglie del boss Giovanni Luca Nirta, Barbaro, tra l'altro, afferma: "Ormai, là è morta la femmina, qua è morto l'uomo. Parlate con Ciccio Mammoliti gli dici che hai parlato con tuo suocero e ha detto di vedere di chiudere altrimenti alla fine arrestano tutti, da una parte e dall'altra". Ciccio Mammoliti, conosciuto come "fischiante", é ritenuto il capo dell'omonima cosca. Pelle, rispondendo al suocero, afferma: ''Glielo dico, glielo dico. Vado e glielo dico questo fatto". Barbaro: "Diteglielo a Ciccio". Pelle: "Glielo dico a nome vostro". Barbaro: "Diteglielo che ho detto io di vedere che si riuniscano fra di loro e la chiudono". Pelle: "Volete che gli dico che avete parlato anche con 'Micu'?". Barbaro: "Si, con 'Mico' abbiamo parlato pure allora di queste cose, perché abbiamo detto che queste cose quà sono stati ragazzi a farli". Barbaro quindi prosegue: "Si deve mettere Ciccio Mammoliti, li in mezzo, 'Micu' 'Micu Strangio'. Parlate pure con 'Micu Barbari'.Gli dite pure che ve l'ho detto io. Che Mico è bravo. Quello ha parenti là, parenti qua. Abbiamo la scusa! Gli dite che abbiamo parlato con mio suocero della vicenda, e mi ha detto di dirti che tra te e 'Ciccio Mammoliti' di chiuderla e di chiuderla bene.. e poi chi manca vi voltate tutti contro, tutti contro quelli che manca, di quello che .. perché è buono per una parte e per l'altra. Pure per il paese. Parlate con questi due.. con Mico e con Ciccio Pelle. Li chiamate, li salutate e gli dite che abbiamo parlato con mio padre .. di vedere presto prima .. prima che questo combina qualcosa! Voi gli dite di chiuderla e di chiuderla buona fra voi altri, e poi chi manca se la rompe qualcuno chi è andato a romperla tutti contro, ci voltiamo tutti contro .. gli voltiamo tutto il paese contro.. Glielo dite pure questo fatto al compare 'Ntoni'". Bregantini deve andare via. ''Deve cadere la Madonna e pure il vescovo Bregantini perché chi fa le cattive azioni va sempre avanti". A parlare, secondo il contenuto degli atti dell'operazione condotta ieri dai carabinieri contro appartenenti alle cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari di San Luca, è Domenico Pelle, una delle persone arrestate nell'estate scorsa. L'invettiva è stata registrata in carcere, grazie alle microspie piazzate nelle celle occupate dalle persone arrestate nella precedente operazione contro le cosche di San Luca e condotta alla fine di agosto 2007, dopo la strage di Duisburg. Secondo gli investigatori, Pelle si riferisce alla nomina, giunta alla fine del 2007, di mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri per 13 anni, ad arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano. Bregantini smentisce. ''La 'ndrangheta non ha avuto alcuna influenza sul mio arrivo in Molise, sarebbe gravissimo attribuire alle cosche un potere di pressione sulla Chiesa che non hanno mai avuto e non avranno mai''. Così monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano in merito alle dichiarazioni di Domenico Pelle, una delle persone arrestate la scorsa estate per la strage di Duisburg (Germania). Monsignor Bregantini ha spiegato, dunque, che una frase riportata in questo modo in un contesto che non ha alcuna data di riferimento è nulla e la magistratura farebbe bene a contestualizzarla.
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