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Strage Duisburg, arrestate moglie e sorella del boss

 

Strage di Duisburg, blitz dei cc che arrestano nove persone. Tra di loro moglie e sorella del Boss Vottari

09 mag 08 Ci sono anche Maria Pelle ed Antonella Vottari, moglie e sorella del boss Francesco Vottari, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta, tra le persone arrestate dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Zaleuco scattata questa notte sulla faida di San Luca. Le due donne, secondo l'accusa, sarebbero state inserite organicamente nella cosca, partecipando alle attività criminali del gruppo. Francesco Vottari era già stato arrestato nello scorso mese di ottobre dai carabinieri. Tra le persone destinatarie delle dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria, ci sono, inoltre, Francesco Barbaro, detto 'u castanu', già detenuto, e Giuseppe Pelle, soprannominato "saccu iancu", reggente dell'omonima cosca per conto di Antonio Pelle, detto 'gambazza', inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi del Ministero dell'Interno. L'indagine s'inserisce nel filone investigativo seguito alla strage di Duisburg, ma a nessuno degli arrestati, secondo quanto hanno riferito i carabinieri, viene contestata la partecipazione all'agguato accaduto nel giorno di Ferragosto dello scorso anno in cui vennero uccisi sei presunti appartenenti alla cosca Pelle-Vottari.

La conferenza stampa. Dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui nove eseguite, sono il frutto dell'operazione "Zaleuco", coordinata dalla procura distrettuale antimafia ed eseguita dai carabinieri. Il gip Adriana Costabile ha infatti notificato l'ordinanza a Francesco Barbaro, 81 anni, "u castanu", già detenuto; Liana Benas, 68 ani, di Codroipo; Gianfranco Cocilovo, 69 anni, imprenditore, di Roma; Giovanni Marrapodi, 31 anni, odontotecnico, di Locri; Domenico Mammoliti, 26 anni, di Locri; Paolo Nirta, 31 anni, di San Luca; Giuseppe Pelle, 48 anni, di San Luca, sorvegliato speciale; Maria Pelle, 31 anni, sorella di Giuseppe, di San Luca; Antonio Romano, 19 anni, di San Luca , e Antonella Vottari, 33 anni. A tutti gli arrestati è stato contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di avere organizzato transnazionalmente organizzazioni di tipo mafioso. "Più che un'operazione a se stante - ha detto il col Leonardo Alestra, comandante provinciale dell'Arma - l'inchiesta prende le mosse dall'omicidio di Maria Strangio, e si snoda nel corso del tempo fino ad oggi". Tra i destinatari dell'ordinanza della custodia cautelare in carcere, Maria Pelle, figlia di Antonio `Ntoni gambazzà, ed Antonella Vottari, poste agli arresti domiciliari. Gli inquirenti assegnano loro un ruolo fondamentale sotto il profilo logistico, come lo spostamento di latitanti o quello di "staffette", di messaggere tra gli affiliati alla cosca di origine. Tra gli arrestati, anche Francesco "Ciccio" Barbaro, uno dei patriarchi della ndrangheta di Platì e consuocero di Antonio Pelle. Gli inquirenti lo intercettarono nel corso di un colloquio in carcere poco prima della strage di Duisburg con il genero Giuseppe Pelle al quale comunicava le proprie direttive per giungere presto al "cessate il fuoco" tra gli opposti gruppi impegnati nella faida sanluchese. La richiesta cautelare é stata sottoscritta dai pubblici ministeri Salvatore Boemi, Nicola Gratteri, Adriana Fimiani e Federico Perrone Capano. All'incontro con la stampa ha partecipato il procuratore capo, Giuseppe Pignatone, che ha posto in evidenza "l'aggravante previsto dalla legge 146 del 2006", cioé l'applicazione della norma antimafia anche per i reati commessi fuori dai confini d'Italia.

Le ordinanze erano dieci. Sono nove, rispetto alle dieci emesse dal gip distrettuale di Reggio Calabria, le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Zeleuco nell'ambito delle indagini sulla faida di San Luca. Oltre a quelli nei confronti di Maria Pelle ed Antonella Vottari, moglie e sorella del boss Francesco Vottari, i provvedimenti eseguiti riguardano Francesco Barbaro, di 81 anni, già detenuto nel carcere di Carinola (Caserta); Gianfranco Cocilovo (69), originario di Bologna; Giovanni Marrapodi (31), odontotecnico, di San Luca; Domenico Mammoliti (26), di Benestare; Giuseppe Pelle (48), di San Luca, sorvegliato speciale con obbligo di dimora, ed Antonio Romano (19), di San Luca.
Una nona persona è stata arrestata in Friuli Venezia Giulia . SI tratta di Liana Benas, 68 anni, destinataria di uno dei 10 ordini di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione della Dda calabrese. La donna - secondo quanto appreso da fonti investigative - è stata bloccata dai Carabinieri nei pressi del casello autostradale di Udine Sud, mentre stava rientrando alla propria abitazione, a Codroipo (Udine). L'unica ordinanza di custodia cautelare non eseguita è quella emessa contro Paolo Nirta, presunto affiliato alla cosca Nirta-Strangio, Nirta, al momento, risulta irreperibile. Paolo Nirta e' il cognato di Maria Strangio, la donna uccisa nell'agguato a San Luca del giorno di Natale del 2006 il cui obiettivo era il marito della donna, Giovanni Luca Nirta. Nello stesso agguato furono ferite altre tre persone, tra cui un bambino.

L’operazione partita all’alba. E' partita all’alba l'operazione dei carabinieri per l'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Reggio Calabria contro esponenti delle cosche della 'ndrangheta Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. I due gruppi criminali contro i quali si è svolta l'operazione, denominata Zaleuco ed eseguita dai carabinieri del Gruppo di Locri, sono coinvolti nella faida di San Luca culminata, il giorno di Ferragosto dello scorso anno, nella strage di Duisburg, in Germania, nella quale furono uccisi sei esponenti della cosca Pelle-Vottari. Gli arresti, eseguiti, oltre che a San Luca, a Bovalino e Benestare, sempre nella Locride, ed a Bologna ed Udine, rappresentano il frutto di indagini condotte dai carabinieri sugli omicidi accaduti nell'ambito della faida, iniziata nel 1991. Alle dieci persone coinvolte nell'operazione viene contestata l'appartenenza ad un associazione per delinquere di tipo mafioso che avrebbe svolto la sua attività sia a San Luca ed in altri centri della Locride, che in Germania, ed in particolare a Duisburg e Kaarst. Il gruppo criminale che è stato sgominato aveva come finalità il traffico di armi e di esplosivi e l'acquisizione ed il controllo di attività economiche. I riscontri investigativi acquisiti nel corso delle indagini, secondo quanto riferito dai carabinieri, hanno consentito di attribuire all'organizzazione che è stata sgominata la configurazione di gruppo criminale organizzato a livello transnazionale. Le indagini, che hanno portato all'operazione, hanno consentito una ricostruzione minuziosa di antefatti e dinamiche susseguenti alla strage di Duisburg ed all'acquisizione di nuovi riscontri sulle vicende criminali, al centro della faida e sul ruolo svolto in tale contesto da appartenenti e fiancheggiatori dei gruppi in lotta. Gli arresti rappresentano il seguito dell'operazione Fehida che il 30 agosto dello scorso anno aveva portato alla cattura di 29 persone appartenenti alle cosche di San Luca accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidi e traffico di armi. Nel corso dell'operazione sono state anche eseguite una serie di perquisizioni nelle abitazioni di alcuni indagati

 

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