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Avvocato calabrese in galera 10 giorni in frontiera USA
Avvocato calabrese fermato alla frontiera USA, in galera per 10 giorni senza motivo “Non andrò mai più in America” 14 mag 08 Kafka a Washington: un giovane avvocato
italiano venuto negli Usa per amore e' rimasto impigliato nelle maglie
dell'immigrazione e ha passato dieci giorni in galera dopo esser stato
fermato allo sbarco all'aeroporto Dulles alle porte della capitale.
''Non tornero' mai piu' negli Usa'', ha detto Domenico Salerno, 35
anni, laureato in legge a Roma, che venerdi' sera ha potuto imbarcarsi
con la fidanzata Caitlin Cooper su un volo di rientro in Italia: ''Ora
ho paura. Li' uno rischia di finire in galera per nulla'', ha detto
il giovane che vive a Guardavalle, 5.000 abitanti sullo Ionio in provincia
di Catanzaro, dove abita sua madre. L'odissea immigrazione di Domenico
Salerno e' scattata martedi' 29 aprile al varco di controllo degli
arrivi di Dulles. ''Come tante volte in passato presento il passaporto.
Mi fermano per chiarimenti. Chiedo di parlare con l'ambasciata dove
mi consigliano di tornare in Italia. Accetto di farlo. L'agente non
ne vuole sapere. Mi dice, 'vai in prigione'''. Caitlin intanto aspettava
il fidanzato nel salone degli arrivi. Lui aveva con se' i biglietti
per un viaggio nel West: Utah, Las Vegas, California, Grand Canyon.
Il fatto che Domenico parlasse male inglese ha complicato la situazione,
aggravata dal fatto che il giovane negli ultimi due anni aveva visitato
sei volte gli Stati Uniti da turista ma per due mesi alla volta: gli
agenti hanno sospettato che volesse cercare lavoro. ''E' stato sfortunato.
Ha trovato un funzionario ligio alle regole, e oltretutto quel giorno
a Dulles non c'era l'interprete italiano'', hanno detto fonti diplomatiche
dell'ambasciata italiana a Washington. La rappresentanza ha messo
un funzionario a disposizione del giovane e poi ha attivato il console
onorario a Norfolk, l'area di competenza, Vito Perino. Intanto pero'
era scoppiato un equivoco: gli agenti dell' Immigration hanno capito
che Domenico aveva paura a rientrare in Italia e gli hanno fatto firmare
un documento. ''Pensavo che fosse la richiesta di assistenza legale'',
ha detto il giovane avvocato. Si sarebbe invece trattato di una richiesta
di asilo politico. Ammanettato, Salerno e' finito in un centro di
detenzione temporanea per rifugiati, la Pamunkey Regional Jail di
Hanover, dove e' rimasto per 10 giorni, nonostante interventi altolocati
procurati dalla famiglia della sua ragazza: tra questi l'ex senatore
della Virginia George Allen e il suo collega John Warner. ''Non avevo
fatto niente di male e quei dieci giorni sono stati come trent'anni.
Ero cresciuto coi film americani, col mito dell'America, pensavo che
fosse la terra del diritto e dei diritti. Mi sono trovato davanti
dei criminali. L'America e' fatta anche di persone belle, li' abita
gente che amo, ma con gli Stati Uniti ho chiuso''. A Hanover, Salerno
rischiava di restare a lungo: ''Con me c'era gente li' da un anno,
sette mesi. Una tragedia''. E' uscito grazie all'intervento di due
bravi avvocati. ''Alla fine, tra assistenza legale e pressioni diplomatiche
siamo riusciti a tirarlo fuori senza che restassero tracce sul suo
passaporto'', ha detto una fonte diplomatica italiana a Washington.
L'ambasciata nella capitale, come del resto gli uffici consolari negli
Usa, sono di frequente chiamati a risolvere casi di connazionali con
problemi di immigrazione. ''In sei casi su dieci riusciamo a farli
entrare, altri quattro sono rimandati indietro. Episodi come quello
di Salerno sono l'eccezione''. Secondo il New York Times, che oggi
ha puntato i riflettori sulla vicenda, il caso dell'italiano e' invece
emblematico dei pericoli che i visitatori stranieri hanno di fronte
all'ingresso in America. I controlli sono aumentati dopo l'11 settembre
e episodi di eccessi continuano a venire in luce, ha scritto il quotidiano
citando il caso di una donna islandese bloccata all'aeroporto Kennedy
di New York perche' dieci anni prima era rimasta tre settimane oltre
la data di scadenza del visto. La donna e' stata deportata dopo 24
ore di interrogatorio e umiliazioni, chiusa in cella senza alcun contatto
con l'esterno.
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