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Intrecci tra mafia e politica nelle indagini del grande sequestro di Crotone. La ndrangheta diventa azienda

08 mag 08 ''A breve ci potrebbero essere sviluppi anche per quanto riguarda i rapporti tra mafia e politica". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Crotone, Franco Tricoli, intervenendo all'incontro con i giornalisti per illustrare i particolari dell'operazione che ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro. Secondo Tricoli, "l'azione investigativa è attualmente concentrata sui patrimoni mafiosi" ed è rivolta "alla confisca e al riutilizzo per usi sociali dei beni sequestrati". Il pm della Procura di Crotone, Alessandra Susca, ha detto che l'operazione che ha portato al sequestro dei beni si è avvalsa di "indagini complesse, comparando le disponibilità economiche degli affiliati con il loro reale tenore di vita". Secondo il questore di Crotone, Gaetano D'Amato, il sequestro di beni rappresenta, di fatto, la prosecuzione dell'operazione Eracle, fatta in due fasi il 7 e 29 aprile scorsi, con l'arresto di 55 persone ritenute affiliate alla cosca dei Vrenna-Corigliano-Bonaventura, "oltre che una conferma - ha aggiunto - dell'impegno della Polizia, la cui azione ha condotto di recente alla scoperta del responsabile di uno degli omicidi avvenuti nell'ambito della faida di Papanice". Il capo della Squadra mobile di Crotone, Angelo Morabito, ha sottolineato l'impegno dei suoi uomini e di quelli della sezione criminalità organizzata della Mobile di Catanzaro, del settore patrimoniale della Questura di Crotone e del Servizio centrale operativo.

Quando la ndrangheta diventa azienda. "Allo stato attuale non c'é più un rapporto tra mafia ed imprenditori, perché è il mafioso che fa direttamente impresa oppure l'imprenditore viene cooptato all'interno della cosca". A sostenerlo è stato il sostituto procuratore di Crotone, Pier Paolo Bruni, commentando i risultati dell'operazione che ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro a presunti affiliati al cartello Vrenna-Corigliano-Bonaventura. "Tutto ciò - ha aggiunto Bruni - crea delle situazioni di monopolio o di oligopolio che vanno a discapito del mercato". Per fronteggiare il fenomeno ed aggredire i patrimoni mafiosi, la Procura di Crotone, che ha coordinato le indagini che hanno portato al sequestro, ha creato uno specifico gruppo di lavoro anche allo scopo di evitare che un solo magistrato possa diventare obiettivo delle cosche. Nei mesi scorsi, infatti, era stato scoperto e sventato un progetto di attentato proprio ai danni di Bruni. Del pool realizzato in Procura fanno parte, oltre a Bruni, i sostituti procuratori Alessandra Susca e Daniela Caramico.

Tano Grasso “La mafia è sempre più azienda”. "Oggi la mafia è sempre meno azione militare e sempre di più azione finanziaria ed economica. Per questo il sequestro e la confisca dei patrimoni criminali è una delle priorità nella lotta alla criminalità organizzata": a dirlo è stato oggi a Perugia il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Il magistrato ha commentato così il sequestro operato a Crotone dalla polizia di beni per una quindicina di milioni di euro che secondo gli investigatori sono riferibili al "cartello criminale" Vrenna-Corigliano-Bonaventura. "Dobbiamo cercare di colpire - ha detto Grasso - questo aspetto perché sappiamo benissimo che colpire le tasche dei mafiosi è molto più utile che il carcere, dove in fondo sono anche disponibili a vivere".

 

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