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I legali della Why Not "La Regione ha leso interessi"

 

I legali della società Why Not accusano la Regione di gravi violazioni “Lesi i nostri interessi”

30 lug 08 L'avv. Alessandro Diddi, difensore della società Why Not Outsourcing, ha scritto al procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, per chiedere di "accertare i gravi comportamenti e violazioni perpetrate dall'Amministrazione regionale nei confronti degli interessi della società". "L'inchiesta nella quale mi trovo a svolgere il mio patrocinio - afferma Diddi - si chiama Why Not perché lo scorso anno una sapiente macchinazione aveva indotto la stampa, a diffondere in maniera dirompente, la notizia che il bando per il rinnovo dei servizi dati in outsourcing dalla Regione sarebbe stato fatto 'su misura per Why Not'. Nulla è mai stato più falso, ma ciò è servito per giustificare da parte della pubblica amministrazione l'annullamento della gara". "E' stato l'inizio dell'inchiesta - prosegue Diddi - che, grazie al lavoro costante della magistratura, ha messo, in maniera evidente ed inopinabile, a nudo realtà inquietanti ed inimmaginabili. Ma è stato l'inizio di un percorso drammatico, vissuto con dignitoso silenzio, per la vita dell'azienda". Il legale, dopo avere sostenuto che, nel frattempo, altre due gare sono state annullate, sollecita Jannelli "a trattare con la massima sollecitudine gli ultimi esposti inoltrati dai miei assistiti". "Sembrava che mentre la giustizia stava facendo il suo corso - prosegue il legale della società nella lettera - l'amministrazione facesse il suo dovere e in effetti, a dicembre dell'anno scorso, finalmente dopo un lungo travaglio, la Regione ha bandito nuovamente le gare, due delle quali, non per buona sorte, né per favori ricevuti, sono state aggiudicate da Why Not e purtroppo (smentendo anche il più tenace fautore del detto che 'la storia non si ripete'), la Regione, come noto, ha riannullato una delle aggiudicazioni". "Non solo - sostiene ancora Diddi - alcuni indagati eccellenti dell'inchiesta, come potrà facilmente verificare dalle registrazioni dei lavori consiliari, stanno adoperandosi per far annullare anche la seconda gara, vinta regolarmente dalla Why Not. Un annullamento che si vorrebbe ratificare per legge (smentendo, questa volta, anche i più tenaci fautori che, ad onor del vero, non dovrebbero essere pochi! - del principio che la legge dovrebbe avere portata generale)". "Lei, signor procuratore, prima ancora che uomo di legge - prosegue ancora Diddi - è persona autorevolissima e stimatissima. La sua presenza a Catanzaro, dopo fatti, giuridicamente ineccepibili, ma non sempre comprensibili all'uomo della strada, è stato un momento di grande serenità ed è per questo che mi permetto di rivolgermi a lei. Io non sono abituato a gettare le armi e, fino a che i miei clienti mi riserveranno l'onore di poterli rappresentare e difendere, non desisterò; neanche di fronte agli ultimi episodi che, è evidente, decreteranno la fine della società da me rappresentata". "Purtroppo, e non posso biasimarli, il senso di giustizia fino ad ora condiviso dai miei clienti - prosegue il testo della lettera - comincia a vacillare e la speranza sta lasciando posto alla rassegnazione e ad un giustificabile sgomento accompagnato dalla precisa sensazione di essere costretti a difendersi. Mi consenta di confidarle, ma anche testimoniarle, lo stato di profonda difficoltà e di impotenza che vive in questi momenti il difensore".

 

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