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Processo a Padre Fedele

 

Processo Padre Fedele, scontro tra difese: “Lesa dignità” da un lato, “Domande ammesse dal tribunale” la replica

11 lug 08 I difensori di padre Fedele Bisceglia, accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, "ledono la dignità della vittima e violano le norme sulla sua tutela". E' quanto sostiene in una nota l'avvocato Elena Coccia, del Centro contro le violenza alle donne Roberta Lanzino, parte civile nel processo in corso a Cosenza contro padre Fedele ed il suo segretario, Antonio Gaudio, facendo riferimento all'udienza nel corso della quale è stata sentita la suora vittima della presunta violenza sessuale. "Abbiamo provato indignazione e rabbia - affermano le donne del Centro antiviolenza - per esserci sentite ancora una volta lese come donne e non efficaci nel ruolo di tutela che avremmo dovuto rappresentare per la suora. La difesa degli imputati ha insistito, in forma incalzante e irrispettosa, sulla intimità sessuale della vittima, in merito a particolari e aspetti che non riguardano l'episodio di violenza in esame. In particolare le domande insinuanti sulla capacità di riconoscere 'l'eccitazione sessualé da parte della religiosa, sulle sue presunte esperienze di 'masturbazione', oltre ad avere poca attinenza con gli stupri denunciati, ledono la dignità della vittima e violano le norme sulla sua tutela nel processo di violenza sessuale, come sancisce la legge"

Domande ammesse dal tribunale, la replica. "Le domande formulate alla suora sono state legittime e come tali ammesse dal Tribunale". E' quanto affermano in una nota i legali del collegio difensivo di Padre Fedele Bisceglia e di Antonello Gaudio. I legali dei due imputati, accusati di violenza sessuale nei confronti di una suora, replicano alle affermazioni dell'avvocato Elena Coccia, del Centro contro le violenza alle donne Roberta Lanzino, parte civile nel processo. "Vogliamo sottolineare inoltre che - aggiungono - nella deposizione la suora è caduta in frequenti contraddizioni e 'dimenticanze' le cui valutazioni rimangono esclusivamente del Tribunale giudicante. E' a conoscenza, di chi ha partecipato all'udienza che le doglianze sono state già oggetto di opposizione dinanzi al Tribunale e che lo stesso le ha rigettate, ritenendo legittime le domande della difesa". "D'altro canto - concludono - se di processo di violenza sessuale si parla, di certo lo stesso non poteva essere incardinato su altri temi distanti dai presunti reati per i quali i nostri rappresentati sono perseguiti".

 

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