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Lo Stato replica a Masciari

 

Lo Stato replica a Masciari "Offerti 3.5 mln di euro di capitalizzazioni. Nessun abbandono dalle istituzioni”

09 lug 08 A Giuseppe Masciari, ex imprenditore calabrese inserito nel programma di protezione dei testimoni di giustizia, la commissione centrale del Viminale ha offerto una 'capitalizzazione' di tre milioni e mezzo di euro: ipotesi di definizione del rapporto "più ampia mai riconosciuta a un testimone di giustizia". Così il ministero dell' Interno interviene su una vicenda che si trascina da tempo: Masciari che ha collaborato in alcune inchieste della Dda di Catanzaro, qualche tempo fa ha lasciato per protesta la località protetta in cui viveva ed è tornato in Calabria sostenendo di essere stato abbandonato dallo Stato. Da ultimo, ieri, un'intervista rilasciata al 'Corriere della sera', l'uomo parla di tradimento da parte dello Stato. Il suo ingresso nel programma di protezione, insieme con la moglie e con i figli - come ricorda il Viminale - risale al 17 marzo 1998, su proposta della DDA di Catanzaro. "Al termine di una complessa istruttoria, con ripetute audizioni del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, del curatore e del giudice delegato del fallimento, la Commissione sui programmi di protezione, all'epoca presieduta dal sottosegretario dell'Interno, Alfredo Mantovano, il 27 ottobre 2004 ha formulato la seguente definizione del programma: a) euro 1.293.418,60, per la chiusura del fallimento, per far ottenere a Masciari la riabilitazione; b) euro 267.400 per capitalizzazione delle misure di assistenza economica; c) euro 18.870 per Masciari e euro 29.670 per la moglie a titolo di danno biologico, risultanti da perizia medico-legale; d) mantenimento del contributo di lire 388.631.000, deliberato dal Commissario antiracket il 23 marzo 2000, finalizzato a far riprendere alla moglie il lavoro di odontoiatra e mai utilizzati in quella direzione; e) proroga del programma di protezione nei confronti di Masciari e del suo nucleo familiare". Masciari ha rifiutato questa soluzione, impugnandola davanti al Tar del Lazio (che non si è ancora pronunciato)". Durante il Governo Prodi la posizione di Masciari è stata nuovamente esaminata dalla Commissione, presieduta dal Viceministro dell'Interno, Marco Minniti. "Il 24 aprile 2008 - prosegue il Viminale - è stata adottata la seguente deliberazione: a) euro 1.293.418,60 per la chiusura mediante concordato fallimentare; b) euro 287.200 a titolo di capitalizzazione; c) euro 25.287 per Masciari e euro 39.760 per la moglie a titolo di danno biologico (comprensivo di interessi e rivalutazione); d) lire 388.700.000 (euro 200.711,16) a titolo di conferma della somma già erogata alla moglie per l'avvio dello studio dentistico; e) euro 200.000, calcolata forfetariamente, per i figli di Masciari; f) euro 1.639.131,88 a titolo di mancato guadagno; g) euro 300.000 per mutuo a tasso agevolato; h) prosecuzione delle misure di protezione e di assistenza per un ulteriore biennio". "Si è trattato - sottolinea il Viminale - della ipotesi di definizione più ampia mai riconosciuta a un testimone di giustizia (quasi tre milioni e mezzo di euro!)". "Al momento il testimone è inserito nel programma di protezione, con assegno di mantenimento in relazione a un nucleo familiare di 4 persone e alloggio a carico del Servizio di Protezione". "Nonostante questo Masciari si definisce "clandestino". Secondo il ministero dell'Interno, "prima del 2001 l'assenza di una linea di confine netta fra collaboratori e testimoni di giustizia ha provocato gravi danni a questi ultimi. Altrettanto certo è però che, dopo la legge del 2001 e in applicazione di essa, chiunque abbia governato, il trattamento dei testimoni di giustizia è profondamente cambiato: né è riprova la circostanza che i nuovi ingressi nel programma sono quadruplicati in sette anni".

 

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