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Processo Fortugno
Processo Fortugno, parla Marcianò: “Nel 2000 votai per lui” 15 lug 08 Due carabinieri che si occuparono di intercettazioni telefoniche sono stati sentiti stamani nel processo per l'omicidio di Francesco Fortugno. Il processo è in corso dinanzi ai giudici della Corte d'Assise di Locri. L'accusa è rappresentata dai pubblici ministeri Mario Andrigo e Marco Colamonici. Nel corso dell'udienza di stamani i carabinieri hanno riferito delle attività svolte dopo l'omicidio di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri nell'ottobre del 2005. Le persone imputate sono otto, quattro delle quali accusate dell'omicidio Fortugno: Salvatore Ritorto, indicato come l'esecutore materiale; Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, che sarebbero stati i mandanti del delitto, e Domenico Audino.Con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso sono imputati Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali. Marcianò: Nel 2000 votai per Fortugno. Nelle elezioni regionali del 2000 Alessandro Marcianò, presunto mandante dell'omicidio di Francesco Fortugno, votò per lo stesso vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso a Locri nell'ottobre del 2005. E' quanto ha riferito Marcianò in una dichiarazione spontanea fatta in videoconferenza nel corso dell'udienza odierna del processo in corso a Locri in Corte d'assise. Marcianò ha detto che la richiesta di votare Fortugno gli fu rivolta dallo stesso vicepresidente del Consiglio regionale e dalla moglie, l'attuale deputato del Pd Maria Grazia Laganà. Per le politiche gli fu chiesto di votare per Luigi Meduri. L'ex caposala dell'ospedale di Locri ha anche fatto un elenco di persone che durante la campagna per le elezioni regionali del 2005 contattò per proporre loro di votare Domenico Crea, l'ex consigliere regionale dimessosi dopo essere stato arrestato per un'inchiesta sulla sanità. Tra la persone citate da Marcianò anche alcuni avvocati, medici e poliziotti. Marcianò ha riferito di avere conosciuto Crea nel 2000 a Locri in casa dell'ex sindaco Galasso. Nel corso dell'udienza ha deposto anche un maresciallo della Guardia di Finanza, Graziano Nadile, in merito alla distanza tra l'abitazione di Salvatore Ritorto ed il bar Arcobaleno in cui si sarebbero svolte riunioni tra alcuni affiliati alla cosca Cordì.
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