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Chiarito il caso De Gregorio

 

De Gregorio non cenò con alcun mafioso ma con un omonimo e denuncia tentativo di inquinamento del voto

21 lug 08 ''Dall'esito delle indagini sembrerebbe che non ho cenato con un mafioso ma con un omonimo incensurato". Lo ha detto il senatore Sergio De Gregorio prima di entrare nell'ufficio del procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, che lo ha interrogato nell'ambito dell'inchiesta nella quale è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. "Inoltre - ha aggiunto De Gregorio - non avrei mai tentato di vendere una caserma dell'esercito come ha peraltro dichiarato il ministro della Difesa. Finalmente mi sono stati contestati dei fatti e non mi è stato contestato nulla che appartenesse a cosche mafiose, a gruppi criminali, a caserme in vendita. Mi è stato soltanto contestato il rapporto con un consigliere regionale della Calabria, Alberto Sarra, che ho conosciuto e con il quale ho fatto politica insieme ad una cinquantina di amministratori. Questa è una regione straordinaria, ma dopo un'esperienza così, che ti ferisce il cuore, non sono mai più venuto in Calabria. E questo è terribile, per la libertà del cittadino, di fare politica, di voto ed espressione".

Un gruppo politico voleva inquinare il voto. "C'é di certo è che un gruppo politico, con la collaborazione di alcuni organi di stampa, ha tentato di inquinare il voto democratico in Italia attraverso la violazione del segreto istruttorio, peraltro indicato su fatti assolutamente inesistenti". Lo ha detto il sen. Sergio De Gregorio che oggi sarà interrogato dai magistrati della Dda di Reggio Calabria. "Non resta che chiedere al Ministro della Giustizia - ha aggiunto - quali siano gli esiti degli approfondimenti dei suoi ispettori, e soprattutto, cosa voglia fare il ministro della Giustizia in questo Paese dove un senatore della Repubblica, a dieci giorni dal voto, si vede indicato come mafioso riciclatore e poi scopre di essere stato a cena con un omonimo incensurato, e di non avere mai promesso una caserma ai mafiosi". "Sono stati - ha sostenuto De Gregorio, che sarà interrogato dal procuratore Pignatone - due giorni terribili, ero sui giornali di tutto il mondo. Questa infamia continua, ecco perché chiedo conto alla repubblica italiana, che autorevolmente rappresento in Senato perché mi si dica di che cosa sono colpevole. E' veramente incredibile"

De Gregorio “Tutto risolto”: "Finalmente, come me ne hanno dato atto gli stessi magistrati, non ho avuto a che fare durante le mie visite in Calabria, in tutto tre, né con mafiosi, né ho discusso di caserme dell'esercito come la Mezzacapo di Reggio Calabria". Lo ha detto il senatore Sergio De Gregorio al termine dell'interrogatorio al quale è stato sottoposto oggi dal procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone. All'interrogatorio hanno partecipato anche i sostituti procuratori Salvatore Boemi e Francesco Mollace. "Sono complessivamente soddisfatto - ha aggiunto De Gregorio - e penso di avere ampiamente dimostrato la mia totale estraneità rispetto a certi episodi contestatimi. Posso solo aggiungere che i miei incontri in Calabria sono stati tutti di natura politica, e in particolare ho incontrato Alberto Sarra ed altri amministratori locali, come un presidente di circoscrizione, Gattuso, con i quali ho solo discusso di come organizzare movimenti politici come il Centro democratico cristiano. Posso solo ribadire che la mia rispetto ai fatti contestatimi è una posizione assolutamente defilata"

 

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