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Blitz della Finanza a Paola, 7 arresti, truffati 26 mln a 488

 

Blitz della Finanza in serata a Paola per una truffa da 26 mln alla 488. Sette fermi, tra di loro un finanziere, un consigliere comunale ed un mobiliere

11 giu 08 La Guardia di finanza ha fermato sette persone in provincia di Cosenza accusate di aver compiuto una truffa ai danni dello Stato percependo indebitamente finanziamenti per oltre 26 milioni di euro. I fermi sono stati fatti in esecuzione di un decreto emesso dal pm della Procura della Repubblica di Paola, Eugenio Facciolla, titolare dell'inchiesta coordinata dal procuratore della Repubblica facente funzioni, Domenico Fiordalisi. Un'altra persona coinvolta nell'inchiesta risulta irreperibile. Tra gli arrestati ci sono tre imprenditori di Belvedere Marittimo (Cosenza) uno dei quali è proprietario di alcune discoteche nella zona del tirreno cosentino. Le persone coinvolte nell'indagine sono accusate di associazione per delinquere finalizzata all'usura, alla truffa ed al riciclaggio. Gli indagati avrebbero costituito fittiziamente imprese e società al fine di ottenere finanziamenti con la legge 488 e dalla Regione. Tra gli arrestati anche un maresciallo della Guardia di finanza, Tommaso Leale, di 47 anni, fermato con l'accusa di associazione per delinquere. Leale e' stato a lungo in servizio nella Compagnia di Paola ed avrebbe svolto un ruolo centrale negli affari dell'organizzazione criminale. Il sottufficiale, tra l'altro, avrebbe garantito agli imprenditori coinvolti nell'inchiesta coperture anche in occasione di verifiche fiscali. I componenti dell'organizzazione si sarebbero anche specializzati nel fornire fatture false che sarebbero state utilizzate per frodare il fisco ed ottenere indebitamente finanziamenti pubblici. I fermati, inoltre, avrebbero svolto un'intensa attivita' di usura messa in atto ai danni di imprenditori in difficolta' economiche ai quali veniva proposto l'acquisto di fatture false che dovevano servire a diminuire i loro debiiti fiscali con lo Stato. Agli imprenditori veniva poi garantito un aiuto economico con il prestito di denaro a tassi usurai. Tra i fermati c'e' anche un commerciante di mobili, I.D., consigliere comunale a Cetraro. Nell'inchiesta sono indagate, complessivamente, 33 persone. Uno degli esponenti di spicco dell'organizzazione sarebbe stato l'imprenditore Agostino Briguori, di 40 anni, che e' una delle sette persone fermate. Le altre persone contro le quali e' stato emesso il decreto di fermo, oltre al maresciallo Leale ed a I.D., sono Settimio Rugiero, di 48 anni; Giuseppe Nigro (48); I.A. (30), fratello di I.D:, e Marco De Seta (35). La persona che si e' resa irreperibile e' l'imprenditore Antonio Coribello (38).

Create società false. Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, i componenti dell'associazione avevano creato societa' false che emettevano fatture per sfruttare il credito d'imposta e ottenere cosi' facili benefici. Inoltre, un filone dell'inchiesta ha portato a scoprire l'attivita' di usura che si concretizzava nel contattare gli imprenditori in crisi offrendo prestiti al tasso del dieci per cento mensile. Poi, quando l'usurato non riusciva a saldare il debito, gli chiedevano di emettere fatture per acquisti mai verificatisi nella realta', al fine di ottenere sconti fiscali. La somma di 26 milioni di euro in fatture, dicono gli inquirenti, e' solo la somma accertata nella prima tranche dell'indagine che ha scoperto piu' di dieci societa' fittizie. Si potrebbe scoprire, infatti, un volume d'affari molto superiore.

 

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