HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Arrestato il boss Russelli

 

PS di Crotone mette fine a faida Papanice: aImola arrestato il boss Russelli, indagato per gli omicidi Megna. Trovato con una gamba rotta

29 lug 08 Il presunto capocosca di Papanice, Pantaleone Russelli, avrebbe partecipato personalmente all'agguato nella notte di Pasqua nel quale fu ucciso Luca Megna e furono ferite la moglie e la figlia di 4 anni. E' quanto sta emergendo dalle indagini della squadra mobile di Crotone, coordinate dai magistrati della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni e Sandro Dolce, che stamani hanno portato al fermo dello stesso Russelli e di altri due persone, Domenico Elia, 32 anni, e Domenico Pace, 31. I tre sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni. Russelli, inoltre, è stato indagato anche per l'omicidio di Megna. Russelli è stato rintracciato stamani in un casolare nelle campagne di Imola dove si trovava in compagnia della moglie e dei suoi due figli. Quando i poliziotti hanno fatto irruzione la sua prima frase è stata: "Fermi, fermi, ci sono i bambini!". Russelli, che si era reso irreperibile subito dopo l'omicidio Megna, ha un trauma al ginocchio, tanto che è costretto a camminare con l'ausilio di una stampella. Questo particolare fa ipotizzare che l'uomo ha partecipato all'agguato di Pasqua quando Luca Megna, dopo aver sentito i primi spari, investì con la sua auto uno dei componenti del gruppo di fuoco che prima di fuggire perse una pistola. Gli agenti della squadra mobile di Crotone ritengono che Russelli, una ventina di giorni fa è stato anche sottoposto ad un intervento chirurgico al ginocchio. Gli investigatori ora stanno indagando per individuare la struttura sanitaria si è svolto l'intervento e la rete di fiancheggiatori che ha coperto la latitanza del presunto boss. Dalle indagini emerge che Russelli si trovava da diverso tempo in Emilia Romagna e, in questi mesi, ha più volte cambiato rifugio. Nel casolare di campagna dove è stato fermato i poliziotti hanno trovato una sofisticata apparecchiatura elettronica utilizzata per rilevare la presenza di microspie. Il provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro è relativo invece a due estorsioni a imprenditori di Crotone ed una tentata estorsione nei confronti di una terza vittima. Ai fermi si è giunti dopo diversi mesi di indagini e le recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. "La nostra aspettativa - ha detto il coordinatore della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo - è quella di aver chiuso un fronte che affonda le sue radici nel sangue che è sgorgato copioso"

Arrestato Russelli. Il presunto capo della cosca dei Russelli di Papanice a Crotone, Pantaleone Russelli, di 35 anni, e' stato fermato con altre due persone, Domenico Elia (32), e Domenico Pace (31). I provvedimenti di fermo, emessi dalla Dda di Catanzaro, sono stati eseguiti nel corso di una operazione compiuta dagli agenti della polizia di Stato a Crotone. I tre fermati sono ritenuti esponenti della cosca dei Russelli che si contrappone a quella dei Megna. Nei mesi scorsi a Papanice si è verificata una faida tra le due cosche, iniziata con l'omicidio di Luca Megna, ed il ferimento della figlia e della moglie di quest'ultimo, avvenuto alla vigilia di Pasqua. All'operazione hanno partecipato gli agenti dello Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e delle squadre mobili di Crotone, Catanzaro e Bologna. I provvedimenti di fermo sono stati emessi dai sostituti procuratore della Dda di Catanzaro, Sandro Dolce e Pierpaolo Bruni.

Spagnuolo (DDA) "Chiuso un fronte radicato nel sangue": ''La nostra aspettativa è quella di aver chiuso un fronte che affonda le sue radici nel sangue che è sgorgato copioso". E' quanto ha detto il coordinatore della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, circa l'arresto di Pantaleone Russelli. Spagnuolo ha partecipato ad una conferenza stampa durante la quale sono stati resi noti i particolari dell'operazione che ha portato al fermo di Russelli e di altre due persone accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni. Oltre a Spagnuolo era presenti anche i sostituti procuratori Sandro Dolce e Pierpaolo Bruni, il questore di Crotone, Gaetano D'Amato, ed il dirigente della squadra mobile, Angelo Morabito. "Ai fermi siamo arrivati - ha aggiunto Spagnuolo - dopo una intensa attività di intelligence. C'é stato anche un apporto importante da parte di quattro collaboratori di giustizia. Ed è la prima volta che abbiamo un apporto così importante e decisivo da parte di un consistente gruppo di collaboratori". Il sostituto procuratore Sandro Dolce, ha ricordato che "questa operazione ha due diversi momenti. Il primo è quello relativo alle estorsioni scoperte. Altro elemento è quello della cattura di Russelli alla quale si è giunti con un lavoro intenso e duraturo". Per Pierpaolo Bruni la cattura di Russelli é un "tassello importante nel contrasto alla 'ndrangheta. Russelli era in Emilia da diverso tempo e questo particolare ci fa capire che la 'ndrangheta non è un problema solamente calabrese ma bisogna che si intervenga su tutto il territorio nazionale. C'é stata, infatti, una fitta rete di fiancheggiatori la gran parte dei quali incensurati". "L'impegno e lo sforzo della polizia di Crotone - ha detto il Questore - sta andando avanti senza sosta nonostante la carenza di personale. La nostra è una strategia costante di contrasto alla criminalità organizzata"

Grazie ai pentiti scoperte estorsioni. Ci sono anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia nel provvedimento di fermo nei confronti di Pantaleone Russelli, Domenico Elia, e Domenico Pace, accusati di associazioni per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni. I tre sarebbero responsabili dell'estorsione nei confronti di due imprenditori di Crotone e del tentativo di estorsione nei confronti di una terza vittima. Le indagini hanno avuto inizio nei mesi scorsi e gli agenti della squadra mobile hanno compiuto numerose intercettazioni ambientali e telefoniche. Successivamente le indagini dei poliziotti si sono arricchite anche di alcune dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno confermato quanto stava emergendo dall'attività investigativa. Le estorsioni sono state compiute, secondo gli investigatori, con modalità mafiose. Gli agenti della squadra mobile stanno proseguendo nelle indagini per individuare altri casi di estorsione compiuti dalle cosche di Papanice a Crotone.

Trovato con una gamba rotta, forse causata da auto di Megna. E' stato rintracciato a Imola, Pantaleone Russelli, di 35 anni, fermato dalla polizia di Stato nell'operazione contro le cosche di Papanice di Crotone. Russelli, che è ritenuto il capo dell'omonima cosca, è stato trovato in una abitazione della città emiliana. Al momento del fermo i poliziotti hanno riscontrato a Russelli ha un trauma ad una delle due gambe, elemento che fa ipotizzare che abbia partecipato all'agguato nel quale fu ucciso Luca Megna e ferite la moglie e la figlia di quest'ultimo. Luca Megna, infatti, al momento dell'agguato era a bordo della sua Fiat Panda con la moglie e la figlia e dopo i primi spari la vittima, nel tentativo di fuggire, riuscì ad investire uno degli autori dell'agguato. Russelli, subito dopo l'omicidio di Megna si era reso irreperibile.

Russelli è stato operato, si indaga sulle coperture. Una ventina di giorni fa, Pantaleone Russelli, presunto boss di Papanice fermato stamani ad Imola, e' stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Il particolare è emerso dagli accertamenti compiuti dagli agenti della squadra mobile di Crotone che ora indagano per individuare la strutture sanitaria dove si è svolta l'operazione e la presunta rete di fiancheggiatori. Al momento dell'arresto i poliziotti hanno riscontrato che Russelli ha un trauma su una delle due gambe. Il particolare fa supporre che l'uomo avrebbe partecipato all'agguato nel quale fu ucciso Luca Megna e rimasero ferite la moglie e la figlia di quattro anni. Megna, dopo aver sentito i primi spari, riuscì ad investire uno degli autori dell'agguato. Russelli è stato rintracciato in un casolare nelle campagne di Imola dove era in compagnia della moglie e dei suoi due figli. Secondo gli investigatori il presunto boss si trovava da diverso tempo in Emilia Romagna ed avrebbe utilizzato diversi nascondigli. Nel casolare i poliziotti hanno trovato una sofisticata apparecchiatura elettronica utilizzata per rilevare la presenza di microspie.

E’ indagato per gli omicidi Megna. Il presunto capo dell'omonima cosca di Papanice a Crotone, Pantaleone Russelli, è indagato per l'omicidio di Luca Megna, avvenuto alla vigilia di Pasqua nell'ambito della faida tra le due cosche. Russelli è stato fermato con altre due persone e, secondo quanto si è appreso, è sottoposto ad indagine anche per l'omicidio di Megna nel quale rimasero ferite anche la moglie e la figlia di quest'ultimo. Il coordinatore della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, ha espresso "soddisfazione per l'operazione che ha portato al fermo di uno dei capi della cosca dei Russelli che si contrappone a quella dei Megna. Subito dopo il primo omicidio abbiamo avviato una intensa attività investigativa che ci ha portato anche quest'ultimo risultato"

I fermati accusati di mafia ed estorsioni. Sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni i tre fermati nell'ambito dell' operazione della polizia di Stato a Crotone. Pantaleone Russelli, ritenuto il capo dell'omonima cosca; Domenico Elia e Domenico Pace, hanno compiuto, secondo gli investigatori, con modalità mafiose, una estorsione nei confronti di un imprenditore di Crotone. Russelli è indagato anche per l'omicidio dell'esponente del clan rivale, Luca Megna, ucciso in un agguato alla vigilia di Pasqua. Russelli è stato rintracciato in un casolare di campagna ad Imola dove viveva con la sua famiglia.

Russelli viveva ad Imola con la famiglia. Pantaleone Russelli, fermato questa mattina dalla Polizia di Stato, a Imola, si trovava in compagnia della moglie e dei figli nel momento in cui gli agenti, intorno alle cinque, sono entrati nel casolare nel quale l'uomo è stato rintracciato. A catturare Ruselli, che non era armato e non ha apposto resistenza, sono stati agenti del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Bologna e Crotone. A Pantaleone Russelli, irreperibile dal dicembre del 2007, è stato notificato un fermo di indiziato di delitto emesso dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Sandro Dolce e Pierapolo Bruni con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata ad un imprenditore crotonese. Degli stessi reati devono rispondere le altre due persone fermate, Domenico Elia, di 32 anni, e Domenico Pace, di 31 anni. I due sono stati bloccati dagli agenti della squadra Mobile di Crotone a Papanice.

"Fermi, ci sono bambini". ''Fermi, fermi, ci sono i bambini!". E' stata per i due figli, di 4 e 12 anni, la prima preoccupazione di Russelli quando all'alba ha visto una trentina di poliziotti fare irruzione nel cascinale di via Cipolla, dove stava dormendo insieme alla famiglia. Il blitz è scattato dopo oltre un mese di appostamenti, seguendo soprattutto i movimenti della moglie, casalinga, e quando gli investigatori hanno avuto la certezza che l'uomo si trovasse effettivamente lì. Il casolare, di proprietà di una donna ritenuta all' oscuro di tutto, risulta affittato a terze persone e, secondo gli inquirenti, era un ricovero di breve permanenza per Russelli, che forse poteva disporre di altri alloggi dove spostarsi per sfuggire alla giustizia, ma anche ai sicari della cosca rivale. Vicino al cascinale dove è stato catturato ci sono altre villette, ma nessuno nella zona aveva notato quella famiglia, che pare non si facesse mai vedere in giro. Tra gli elementi che gli investigatori vogliono capire, c'é anche dove l'uomo si sia fatto curare le lesione a una gamba, che lo costringeva a muoversi con l'aiuto di una stampella. Dopo l'arresto, Russelli é stato rinchiuso nel carcere della Dozza in attesa della convalida del provvedimento, di cui si occuperà il sostituto Lucia Musti, della Procura di Bologna.

Calipari (PD) “Ndrangheta fenomeno non circoscrivibile”. ''L'arresto del boss Pantaleone Russelli, eseguito ad Imola dalle squadre mobili di Crotone e Bologna, è il risultato di un grande lavoro investigativo della Dda di Catanzaro e la riconferma dell'impianto teorico della relazione sulla 'ndrangheta della Commissione Antimafia''. Ad affermarlo è l'on.Rosa Villecco Calipari, capogruppo in commissione Difesa del PD. "Non è più possibile infatti - prosegue Calipari - circoscrivere il fenomeno mafioso esclusivamente all'interno dei confini delle regioni meridionali e, in particolare, per la 'ndrangheta che si contraddistingue per una grande mobilita' geografica, sarà necessario anche in futuro approfondire le evidenti ramificazioni presenti su tutto il territorio nazionale e le aree di 'colonizzazione mafiosa' come Milano, Bologna o Roma". "Durante l'ultima campagna elettorale dalla piazza di Crotone - prosegue l'on. Calipari - dichiarammo con il segretario Veltroni il nostro 'no ai voti dei mafiosi', lanciando così un messaggio inequivocabile. Ora sappiamo che quel rifiuto è stato inteso e soprattutto ha infastidito alcune famiglie è necessario quindi, oggi più che mai, perseguire nell'obiettivo comune di contrasto alle mafie, che insieme alle forze dell'ordine, al mondo dell'associazionismo e alla magistratura sta portando ottimi risultati"

D. Bianchi (PD) “I fermi di oggi siano motore propulsivo ad azione continua”. ''I fermi di oggi deve essere principio e motore propulsivo di un'azione continua ed indefessa". E' quanto afferma la senatrice del Pd, Dorina Bianchi. "L'arresto del boss Pantaleone Russelli - aggiunge - è un risultato che dimostra inequivocabilmente la capacità degli investigatori e delle Forze dell'ordine di Crotone e l'assiduo impegno profuso dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Crotone Pier Paolo Bruni nella lotta alla criminalità organizzata calabrese. A tutti loro esprimo il mio più grande plauso". "Nelle ultime settimane - conclude - la Calabria è sconvolta da una serie di omicidi di chiaro stampo mafioso ed è diventato necessario attirare l'attenzione di tutto il Paese anche perché la `ndrangheta è un'emergenza nazionale e non locale"

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti