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Il 23% dei bimbi non va all'asilo
Tra liste d’attesa e caro rette il 23% dei bimbi italiani non va all’asilo e resta a casa. In Calabria sono il 32% 31 lug 08 Tra caro-rette e liste di attesa il 23%
dei bimbi italiani non riesce a frequentare gli asili nido comunali.
Lo rivela un'indagine di Cittadinanzattiva, diffusa oggi, che mostra
come Lecco sia la città più cara - i genitori per mandare
il pargolo alla scuola d'infanzia devono tirar fuori 572 euro al mese
- e Udine quella che nel 2007-2008 ha fatto registrare l'incremento
record: +23% rispetto all'anno precedente. L'analisi ha considerato
una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con
reddito lordo annuo di 44.200 euro e relativo Isee (riccometro) di
19.900 euro. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti
ufficiali delle Amministrazioni comunali e oggetto della ricerca sono
state le rette per la frequenza a tempo pieno (in media 9 ore al giorno)
e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno)
per cinque giorni a settimana. In Calabria sono il 32%. Le rette degli asili nido comunali in Calabria sono le più basse d'Italia, ma il 32% dei bambini non riesce ad accedere al servizio. Sono alcuni dei dati di un'indagine svolta da Cittadinanzattiva. Mandare un bambino all'asilo nido comunale costa ai calabresi 138 euro al mese, mentre la media nazionale è di 290 euro. Tra le città, sempre secondo i dati di Cittadinanzattiva, Reggio Calabria è una delle dieci meno care, con una retta pari a 167 euro. Dove è presente il servizio a tempo ridotto, ovvero 6 ore al giorno per cinque giorni alla settimana, si registra una differenza di 17 euro tra i capoluoghi di provincia più cari, Crotone e Cosenza (110 euro), e il meno caro, Vibo Valentia (93 euro). In positivo, rispetto allo scorso anno, le tariffe sono rimaste invariate in tutti i capoluoghi calabresi. A fronte di 893 domande presentate, in Calabria il 32 per cento dei richiedenti rimane in lista di attesa, a fronte di una media nazionale del 23 per cento. Considerando unicamente i capoluoghi di provincia calabresi, Crotone presenta le liste di attesa più alte, con il 58 per cento di domande respinte, seguita da Reggio Calabria (46%) e Cosenza (42%). Solo Campania (40%), Molise (36%), Lazio e Sicilia (34%) hanno fatto peggio della Calabria. Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza, ovvero il numero di bambini tra zero e tre anni, secondo i dati di Cittadinanzattiva, in Calabria la copertura potenziale del servizio è dell'uno per cento, a fronte di una media nazionale del 6 per cento. Per questo indicatore, la Calabria è fanalino di coda, al pari di Puglia e Campania. "L'indagine - ha detto il vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia - evidenzia l'ennesimo ritardo accumulato dal nostro Paese e l'abisso che ci separa dall'Europa. A più di 30 anni dalla legge 1044 del 1971, che istituì gli asili nido comunali, quelli esistenti sono poco più di 3.100, a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976. Inoltre, siamo ben lontani dalla copertura del servizio del 33 per cento, come auspicato a livello comunitario entro il 2010". "I dati - ha concluso Trincia - confermano come il nostro Paese continui a soffrire della mancanza di una politica basata sulla promozione di servizi sociali, con la conseguenza che il sud continuerà a perdere colpi e il centro-nord a rincorrere condizioni più adeguate alle proprie esigenze, mentre migliaia di giovani famiglie saranno costrette ad arrangiarsi da sole".
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