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5 mln di euro in beni sequestrati a Gioia

 

Sequestrati dalla DIA a Gioia beni per 5 milioni di euro: case, auto, soceità

29 lug 08 La Dia di Reggio Calabria ha sequestrato beni per una valore di quasi 5 milioni di euro ad un noto imprenditore di Gioia Tauro e ad un nipote del boss Pasquale Condello. Colpiti dai provvedimenti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria tre societa', numerosi autoveicoli, fabbricati, terreni e disponibilità finanziarie per un valore di circa 4 milioni e 600.000 euro, riconducibili a Vincenzo Giacobbe ed a Francesco Vazzana. Giacobbe è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere del luglio 2007, dal Gip distrettuale di Reggio Calabria, nell' ambito dell'operazione "Arca" che aveva portato all'arresto di 15 esponenti delle cosche mafiose del reggino e del vibonese, che avevano imposto il controllo sull'aggiudicazione degli appalti e subappalti dei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio, per oltre 100 milioni di euro. Inoltre i clan estorcevano tangenti alle imprese appaltatrici, pari al 3% dell'importo dei lavori, recuperata dalle imprese sia con il sistema della maggiorazione delle fatturazioni sia con la fornitura di materiale di scarsa qualità. Vincenzo Giacobbe e' ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei "Piromalli - Molé". In tal senso, il prosieguo degli accertamenti effettuati dopo l'operazione "Arca" aveva portato, nel gennaio scorso, al sequestro preventivo del patrimonio della sua azienda G.D. Calcestruzzi ad opera della Dia di Reggio. La società era ritenuta strumento per la commissione dei reati di associazione mafiosa ed estorsione. Dagli accertamenti compiuti sul patrimonio di Giacobbe circa la congruità tra i redditi dichiarati e quanto posseduto è scaturita l'informativa-proposta di misura di prevenzione che è stata accolta dal tribunale che ha ravvisato "la sussistenza i una tipica 'impresa mafiosa', che si impone sul mercato con l'intimidazione e la conseguente estromissione delle imprese che non godono di pari entrature criminali, alterando così il meccanismo della libera concorrenza". Francesco Vazzana, invece, era stato arrestato il 16 marzo 2006, nell'ambito dell'operazione "Vertice" assieme ad altri 33 affiliati alla cosca guidata da Pasquale Condello di 58 anni. Vazzana, nell'indagine, era stato indicato come principale gestore delle finanze della cosca. Gli accertamenti compiuti hanno consentito di ottenere il sequestro cautelare di conti correnti bancari e postali, di un terreno e della quota sociale di un'attività commerciale ad Archi di Reggio Calabria per un valore complessivo stimato di circa 100 mila euro. Attualmente Vazzana è destinatario della misura della sorveglianza speciale per due anni, con obbligo di dimora nel comune di residenza mentre è stato assolto dalle accuse mossegli nell'operazione "Vertice"

 

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