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600 lavoratori Why Not a rischio licenziamento

 

600 lavoratori Why Not a rischio licenziamento: incontro in Regione. Esposto della società contro il DG del Personale dell'ente

23 giu 08 E' in corso a palazzo Alemanni un incontro tra i sindacati Cisl e Ugl e la Regione per risolvere la questione dei lavoratori della Why Not Outsorcing. Da questa mattina, intanto, una ventina di lavoratori stanno protestando fuori dal palazzo della Regione per scongiurare il rischio del licenziamento. Il 12 giugno, infatti, è terminata la proroga concessa dal Consiglio regionale per indire le gare d'appalto per stabilizzare questi lavoratori. "Sappiamo - ha detto il segretario provinciale di Catanzaro della Cisl, Gianluca Campolongo - che le gare sono state effettuate, ma non c'é stata alcuna assegnazione perché secondo la Regione è mancata la concorrenza nella gara". I 600 lavoratori della Why Not, il cui licenziamento partirà da venerdì prossimo, chiedono alla Regione l'affidamento 'in house' delle competenze. Una soluzione, questa, già approvata dal Consiglio e pubblicata nel bollettino ufficiale della Regione del 13 giugno, che prevede la creazione di una società 'in house' per stabilizzare i lavoratori che hanno prestato servizio a palazzo Campanella. "Al capo di gabinetto del presidente Loiero, Michele Lanzo - ha detto il segretario provinciale dell'Ugl, Gianluca Persico - chiederemo anche il motivo per cui i lavoratori della Why Not sono stati esclusi da questa soluzione. A parte questo, va sottolineato che il licenziamento è immotivato perché è ancora in vigore l'articolo 4 del contratto di lavoro per le società multiservizi, che impone il passaggio diretto nei servizi per i vincitori delle gare già provvisoriamente aggiudicate. Se questa regola fosse stata rispettata, non ci sarebbe stata alcuna interruzione nei lavori".

Esposto contro DG del personale della Regione. La societa' Why not Outsourcing ha scritto al direttore generale del dipartimento Personale della Regione, Antonio Izzo, sostenendo di avere appreso ''la sua ferma intenzione di continuare a nuocere alla nostra azienda con tutti gli strumenti a sua disposizione'' ed annunciando la presentazione, domani, di un esposto nei suoi confronti alla Procura generale di Catanzaro. La lettera, firmata dalla proprieta' di Why Not Outsourcing, costituita da Antonio Alessandro La Chimia e Caterina Merante, e' indirizzata anche all'assessore regionale Liliana Frasca, al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, al presidente della Giunta, Agazio Loiero, ai sindacati ed alla Procura generale. ''Con pazienza - e' scritto nella lettera indirizzata ad Izzo - abbiamo fatto di tutto affinche' non avesse alibi per perpetuare condotte criminose che, sin dal primo momento in cui abbiamo avuto il dispiacere di incontrarla, ha senza alcuna remora posto in essere. Senz'altro, ricordera' il giorno in cui presentandoci a lei per parlare di 'lavoro', ha voluto comunicarci immediatamente con chi avessimo a che fare dicendoci 'ricordate, pero', che io e l'assessore (che all'epoca non era l'on. Frasca') abbiamo le nostre esigenze'. Non avendole soddisfatte, non siamo rimasti sorpresi quando ha messo in atto i seguenti comportamenti: in via del tutto personale ha interpretato una 'legge di proroga' come fosse un 'rinnovo' creandoci un danno di circa 3 milioni di euro oltre a tutte le spese legali che nel tentativo di recuperare il credito abbiamo dovuto sostenere; ha interrotto nuovamente i servizi con tesi che, i nostri legali, ritengono assurde ottenendo cosi' di non pagarci il corrispettivo di un altro mese; ha bloccato alcuni pagamenti (quelli che non e' riuscito ad eliminare in altro furbesco modo) al mese di dicembre 2007 e altri a febbraio 2008; ci ha chiesto innumerevoli volte la stessa documentazione, che con pazienza le abbiamo inviato, ben sapendo che non l'avrebbe mai letta; un autentico colpo di genio e' la nota in cui ci chiede la documentazione dal 2002 ad oggi perche' lei deve capire se pagarci o meno; presiede le commissioni che devono aggiudicare le gare per i servizi esternalizzati e qui qualcosa, purtroppo va storto, in quanto non solo otteniamo il massimo punteggio all'offerta tecnica, quanto gli altri concorrenti commettono un vizio formale che per legge comporta l'esclusione, e allora lei che fa? Decide, di non aggiudicare, inventandosi una nuova norma, poiche' siamo stati i piu' bravi, abbiamo vinto la graduatoria tecnica, siamo gli unici in regola con la documentazione amministrativa ma non abbiamo fatto ribasso, perche' l'offerta economica generalmente la decide assumendosene il rischio l'azienda partecipante, ma in questo caso no, perche' cosi' a lei proprio non piace, sostiene alle organizzazioni sindacali che preferisce incorrere in problemi legali pur di non consegnarci l'appalto''. ''Ancor piu' sorprendente - prosegue la lettera della proprieta' di Why not - e' che lei senza alcuna remora dice che invece relativamente alla gara sul monitoraggio idrico non ci sono le condizioni per poter annullare. Eppure stiamo parlando di un appalto gestito da altro ente, che ha un commissario, mah! A voler pensar male, dovremmo ritenere che la gara sui servizi di supporto alle attivita' amministrative, dovesse essere vinta da qualcun altro (che invece la commissione a causa di vizio formale grave ha dovuto escludere) e che tra qualche giorno uscira' fuori un qualche inghippo che magari sospendera' la gara sulla sorveglianza idraulica. Abbiamo saputo, infatti, che il rappresentante di un'azienda nostra concorrente, che lei ha ricevuto qualche giorno fa, ha detto in giro 'che ancora i giochi non sono chiusi'''. ''Naturalmente - afferma la lettera - ci auguriamo con tutte le nostre forze, che lei voglia usarci la cortesia di querelarci, denunziarci ..insomma veda lei. Noi lo abbiamo gia' fatto, in tempi non sospetti, e con fiducia attendiamo che la giustizia faccia il suo corso. Peraltro, visto che lei si ostina a non sentire il bisogno di astenersi di fronte alla esistenza di un procedimento penale che vede coinvolti i vertici della Regione per il modo attraverso il quale fu condotta la procedura di gara indetta nel 2007, come ultimo gesto di 'cortesia' nei suoi confronti le comunichiamo che anche per questo fatto domani inoltreremo esposto alla Procura Generale. Da domani, lei pertanto sa di essere formalmente indagato, ove cio' non le risultasse quale conseguenza delle iniziative gia' assunte da questa societa', e tanto abbiamo il dovere di segnalarle, in modo tale che lei possa responsabilmente adeguare i suoi futuri comportamenti''. ''E' ovvio - affermano ancora Antonio Alessandro La Chimia e Caterina Merante - che come lei da pubblico ufficiale ha ritenuto di esercitare i poteri connessi al suo ufficio, anche noi, come cittadini, eserciteremo il nostro, controllando quotidianamente, nel pieno rispetto della legge, tutto cio' che verra' da lei posto in essere. Le ribadiamo che, naturalmente, anche per queste iniziative, ci auguriamo che lei vorra' querelarci, confidando in una sollecita presa di posizione dell'Autorita' giudiziaria''. ''Ma anche se cosi' non fosse - conclude la lettera - continueremo le nostre vite, come certamente fara' lei, anzi piu' soddisfatto di prima, perche' e' riuscito ad eliminare dal mercato quell'azienda che proprio non ha voluto tenere conto che lei aveva le sue esigenze. E nonostante tutto siamo proprio felici di non averlo fatto''.

 

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