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Rifiuti campani, la Calabria non li vuole

 

Rifiuti campani: Cariati e Gioia Tauro preoccupati. Documento della CGIL sul ciclo integrato. L'Arpacal verifica l'inquinamento a San Govanni e Caccuri

21/01 Una squadra di tecnici dei Dipartimenti provinciali Arpacal di Cosenza e Crotone effettuerà un sopralluogo nella discarica di Vetrano, a San Giovanni in Fiore, e nei territori limitrofi del comune di Caccuri "per verificare - è detto in un comunicato - l'eventuale condizione di inquinamento nei luoghi, segnalata dai cittadini residenti nel comune dell'alto Crotonese". "A seguito di una dettagliata denuncia di un gruppo di residenti a Caccuri, infatti - si afferma nel comunicato dell'Arpacal - il commissario dell'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria, Domenico Lemma, ha subito allertato i direttori dei dipartimenti provinciali di Cosenza e Crotone, Giuseppa Fiumanò e Teresa Oranges, affinché i rispettivi servizi tematici procedano a dei primi sopralluoghi, ritenuti urgenti ed indifferibili, a conclusione dei quali sarà stilato un rapporto dal quale partire per i provvedimenti tecnici conseguenti. Il problema che da qualche tempo i cittadini residenti hanno rilevato è la presenza di percolato nella vallata di località Carello, dove scorre il fiume Neto; le frequenti segnalazioni di cacciatori che effettuano spesso battute di caccia, e le lamentele di alcuni proprietari di appezzamenti di terreno, sulla presenza di liquami maleodoranti di colore marrone scuro. Alcuni cittadini hanno fotografato il sito e i liquami che si riversano nel fiume". "Sul risultato dei sopralluoghi - conclude la nota - sarà informato l'assessore regionale alle Politiche dell'Ambiente, Diego Tommasi, ed i Sindaci dei Comuni interessati, ai quali in particolare l'Arpacal chiederà la collaborazione per l'intervento sui luoghi, ed i presidenti delle Province di Cosenza e Crotone"

Comune Cariati “No ai rifiuti della Campania”: L'Amministrazione Comunale di Cariati, in una nota, si è detta contraria all'ipotesi di trasferire i rifiuti dalla Campania in Calabria condividendo le preoccupazioni espresse dal sindaco di Cassano nonché Presidente della Consulta, Gianluca Gallo. "Ci uniamo - è scritto nella nota - a quanti hanno dimostrato inquietudine per la sola possibilità che i rifiuti della Regione Campania vengano dirottati verso siti che costituiscono, già da soli, casi d'emergenza. Accogliendo presso le discariche dislocate nel territorio del Pollino e della Sibaritide, rifiuti provenienti da altre Regioni, si rischierebbe di andare ad aggravare una situazione già di per sé allarmante". "Nel ribadire la massima collaborazione rispetto all'iniziativa del Sindaco Gallo - conclude la nota - invitiamo le popolazioni e le istituzioni del territorio a tenere alta l'attenzione, rifiutando sin da ora ogni eventuale silenzio o timidezza imposte da ragioni di convenienza o convivenza politico-elettorale".

A Gioia Tauro c’è preoccupazione. Preoccupazione per la destinazione dei rifiuti provenienti dalla Campania, è stata espressa dal Movimento per la difesa del territorio della Calabria, formatosi per la difesa della salute dei cittadini di Gioia Tauro e del territorio della Piana, che ha chiesto un incontro al prefetto di Reggio Calabria. "La disponibilità della Regione Calabria ad accogliere rifiuti provenienti dalla Campania e le dichiarazioni poco chiare riportate dalla stampa sulla loro destinazione - è scritto in una nota - non ci convincono affatto: siamo fortemente preoccupati perché non si conosce la natura di questi rifiuti e si teme concretamente che dal loro arrivo, previsto in Calabria presumibilmente per martedì 22 gennaio 2008, essi verranno bruciati presso l'inceneritore di Gioia Tauro o posti temporaneamente in discarica". Per questo motivo, da giovedì scorso, appartenenti al Movimento presidiano l'inceneritore di contrada Cicerna per monitorare la situazione. "Il presidio - prosegue la nota - rimarrà attivo 24 ore al giorno fino a quando gli amministratori locali e i responsabili della salute pubblica, fino ad oggi assenti, non ci daranno garanzie certe sulla qualità e quantità dei rifiuti che arriveranno a Gioia Tauro e, a tal fine, che tipo di controlli verranno preventivamente attivati". Al Prefetto, il Movimento chiede "rassicurazioni certe sulla qualità dei rifiuti che verranno portati a Gioia Tauro, sulla loro collocazione in inceneritore o in discarica, sulla loro effettiva quantità e, infine, sulla identità degli organi/strutture pubbliche che, si spera, dovrebbero preventivamente controllare la qualità dei rifiuti napoletani"

Documento della CGIL sul ciclo integrato. "Per i prossimi anni in Calabria non vi può essere contrapposizione tra raccolta differenziata, discariche correttamente localizzate e ben gestite, realizzazione di buoni inceneritori, stili di vita meno inquinanti". E' un passaggio del documento della segreteria della Cgil della Calabria sul ciclo integrato dei rifiuti nella regione. Tale settore, prosegue il testo, "non è mai stato affrontato con un approccio strutturale, capace di programmare e progettare un sistema dalle caratteristiche industriali, attento ai reali bisogni della popolazione, alla sostenibilità ambientale, ai diritti dei lavoratori, a contrastare le infiltrazioni criminali e 'ndranghetiste. Esso al contrario puo' essere assunto come il paradigma della cultura dell'emergenza dentro cui sono state sospese le procedure democratiche, favorite le speculazioni, deresponsabilizzate istituzioni e cittadini, sprecate enormi risorse, lesi diritti sociali e del lavoro, reso praticabile infiltrazioni 'ndranghetiste e criminali, arricchito lobbies potenti''. "Consideriamo uno spartiacque - prosegue la Cgil - la fine formale della gestione commissariale dell'emergenza ambientale della nostra regione. Tuttavia avere sancito la fine della gestione commissariale, non significa che sono state superate le criticità presenti in tutte le fasi del ciclo, né che siano chiari i percorsi da seguire per ricondurre il sistema dentro alvei normali e qualificati. La normalità gestionale, in primo luogo, impone una coerente assunzione di responsabilità programmatoria della Giunta regionale su più questioni, ed un approccio sistemico di tutti i livelli istituzionali coinvolti. Da troppi anni, la crescita notevole degli addetti nel settore, ha assunto le caratteristiche della frammentazione, molto spesso della precarietà, dello sfruttamento e della gestione irrazionale". 'Un sistema fortemente frammentato, equivoco ed inefficiente il modello base individuato nella societa' mista pubblico-privato, in se neutro - - si afferma ancora nel documento - sta mostrando tantissime criticità per molti motivi. In primo luogo per l'eccessiva frammentazione: 14 società d'ambito, o come si propone adesso di sotto-ambito, hanno caratteristiche dimensionali che si sono dimostrate assolutamente inidonee a produrre efficienza organizzativa ed economia di scala. In secondo luogo, perché la parte pubblica ha scelto di utilizzare le società come luogo di prebende, assunzioni clientelari, visibilità politica, facendo spesso lievitare oltre misura consigli di amministrazione ed organi impropri". "Serve una politica dei rifiuti - sostiene ancora la Cgil - perché si tratta di una questione nazionale che dobbiamo affrontare dentro il quadro delle normative europee. La nostra idea è che serva un piano di azione nazionale per la riduzione dei rifiuti. Dentro questo quadro nazionale che dovrebbe indicare e sostenere la cultura del risparmio e del recupero, noi proponiamo alla Giunta regionale di individuare una linea di incentivazione finanziaria a quelle imprese calabresi che dimostrano un concreto sviluppo della riduzione degli inballaggi:il 40% dei rifiuti urbani è costituita dagli imballaggi. La stessa incentivazione dovrebbe essere assicurata a quelle imprese che scelgono come contenitori i vuoti a rendere, riutilizzabili, piuttosto che quelli a perdere". "Per davvero serve uscire - prosegue il documento della Cgil - da un dibattito ideologico sugli inceneritori/termovalorizzatori. Se siamo d'accordo che non si producono i rifiuti per alimentare i termovalorizzatori non ci può essere nessuno che possa opporsi alla necessità di averne in misura adeguata, di dimensioni congrue e ben distribuita nel territorio regionale al fine di ridurre all'essenziale il ricorso assolutamente negativo alle discariche. Anche per questo motivo diciamo no al raddoppio dell'inceneritore di Gioia Tauro. Una scelta sbagliata per l'onerosità, l'impatto ambientale, l'arretratezza della tecnologia". Nel documento della Cgil, si chiede anche alla Giunta regionale "una riunione immediata che verifichi nel concreto cosa significa il passaggio alla dimensione provinciale degli Ato. Lo sforzo che la Regione deve immediatamente intraprendere in coerenza con il conclamato ritorno alla normalità gestionale del settore, deve essere orientato anche verso il censimento reale delle discariche esistenti, al monitoraggio delle condizioni di inquinamento, all'avvio concreto di un piano di bonifica del territorio a partire dai siti già individuati. In questo lavoro serve dedicare gli istituti tecnici esistenti, come l'Arpacal, superandone la gestione commissariale, affrontando concretamente il nodo dell'adeguatezza degli organici, valorizzando le competenze professionali esistenti, costruendo una reale collaborazione tra tutti i soggetti ambientali e sanitari interessati per rendere efficace il sistema dei controlli e delle sanzioni"

 

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